NOTE PER L’ASSOCIAZIONE
INTERNAZIONALE
AMICI DEL VESCOVO MONS. EUGENIO CORECCO
PER LA FESTA DELLA PRESENTAZIONE
DI GESU’ BAMBINO AL TEMPIO
2 – 2 – 2006
Cari
amici la grazia del Signore Gesù Cristo sia con tutti noi !
Che cosa possiamo dirci dell’anno appena passato e
segnato da lutti inimmaginabili?
Vivono nella nostra memoria, perché sono nate alla vita
eterna tre persone, che ora ci assistono in cielo: martedì
22 febbraio ci ha lasciati Mons. Luigi Giussani al quale ho
scritto una lettera che porta la stessa data di quel
giorno, e del quale porto diversi ricordi personali (1).
Sabato 2 aprile ci ha lasciati Giovanni Paolo II dopo 27
anni di pontificato: abbiamo raccolto quattro testi
sintetici della sua figura: la cronaca degli ultimi giorni,
il rogito della biografia, il testamento spirituale e
l’orazione esequiale ai funerali.
Giovedì 7 luglio ci ha lasciati a Venezia la mia mamma: è
lo stesso giorno dell’ordinazione sacerdotale di
Albino Luciani e della canonizzazione della Patrona di
tutti gli immigrati del mondo e Fondatrice delle
Missionarie del Sacro Cuore di Gesù: Santa Francesca
Cabrini.
MISERICORDIA
Quale messaggio leggo nelle vite di queste tre persone,
cari amici?
Si potrebbe dire così: ogni affezione è dono di
misericordia, cioè diventa amore duraturo, se interpretato
alla luce del Mistero Pasquale nella memoria della Chiesa.
Infatti, che cos’è la Chiesa, se non una memoria in
cui possono perdurare i nostri affetti? Ce l’ha fatto
vedere Eugenio Corecco, vivendo il comando di Cristo: fate
questo in memoria di me. Così per lui l’esperienza di
Cristo si traduceva in un’amicizia aperta alla luce
intellettuale della fede, che per Dante significa la
concezione del mondo della Commedia. Questa ‘luce
intellettual’ attirava Eugenio Corecco nelle tenebre
del mondo, e gli faceva penetrare l’esperienza umana
nelle sue diverse manifestazioni. Penso all’ultimo
colloquio con lui nel suo studio, penso all’ultimo
incontro nella sua camera da letto, e penso alle lettere
che mi ha scritto, in particolare quando accenna ai ragazzi
dell’Azione Cattolica. Sono cose che ho già scritto
nelle note di questi anni e che ho raccolto nel sito web
aleluja.info
Nondimeno, un accento diverso della sua figura si è
impresso in me grazie alla testimonianza della sua mamma,
durante il colloquio che c’è stato nella sua casa di
Airolo, dove abbiamo bevuto un ottimo the con Donna
Margherita, la quale ci ha parlato del figlio e poi ci ha
donato una borsa di buon tessuto confezionata dalle sue
mani. Sono particolari che porto nella memoria e che mi
fanno pensare alle nostre vite con accenti diversi, perché
dimostrano che non si può prescindere dalle dimensioni del
quotidiano nelle relazioni fra gli uomini. Infatti non ne
prescindeva neppure lui, che è stato un grande studioso,
una persona esperta del diritto, uno scienziato capace di
elaborare un pensiero sui fondamenti del diritto, e quindi
dello stato di diritto, un canonista che non ignorava il
concetto di legge che dà San Tommaso (lex est quaedam
rationis ad bonum comune ab eo qui curam communitatis habet
promulgata: la legge è un ordinamento della ragione
promulgato in vista del bene comune). E così ha potuto
fondare la Facoltà di Teologia di Lugano, dove si è recato
il Segretario di Stato per riaffermare che
la legge naturale è scritta da Dio nel cuore
di ogni persona umana, e
senza la legge naturale vengono meno gli stessi diritti
umani. Proprio qui si trova una delle cifre più
importanti dell’eredità di Eugenio Corecco,
qualcosa di fortemente positivo per il pensiero umano.
Ma quanto diverso sembra essere stato il suo pensiero
dal relativismo etico che oggi imperversa (cfr. Joseph
Ratzingr e Marcello Pera: Conferenze al Senato della
Repubblica e cfr. Fondazione Magna
Carta,
Roma)
Dunque, non ci meravigliamo se lui ha preso fino in fondo
il comando di Cristo: fate questo in memoria di me. E lo ha
fatto per un particolare servizio al Pontefice, perché per
lui è stato fondamentale il pensiero di Luigi Giussani nel
segno della formula di Sant’Ambrogio: ubi Petrus ibi
Ecclesia, et ubi Ecclesia ibi non est mors sed vita
aeterna. Lo ricorda anche Josemaria Escrivà nel testo
intitolato: La Chiesa nostra Madre. Quindi risulta
eccezionalmente viva per lui la parola di Karol Wojtyla: -
la Chiesa è una memoria materna – ( cfr. Memoria e
identità, Rizzoli, Cap 24 ).
RELATIVISMO ETICO
Infatti, viviamo tempi babilonici in cui il relativismo
etico non fa che alimentare coi mass-media quello che loro
chiamano ‘impero del male’. E dei mass-media si
è parlato a Venezia nella conferenza intitolata: -Fede e
idoli del mondo- martedì 24 gennaio 2006. E’ naturale
che il Pontefice denunci il relativismo etico e ci chiami
tutti a fare la guerra contro il relativismo etico, che fa
percepire la Chiesa quale ‘segno di
contraddizione’. Lo stesso Pontefice l’ha
ricordato ai membri dei Suoi diversi Uffici giovedì 22
dicembre 2005 quando ha citato il Vangelo di oggi, che ha
dato il titolo agli Esercizi predicati da Wojtyla al Papa
nel 1976: “Segno di contraddizione”. In quel
tempo il Pontefice aveva avuto qualche problema a causa
dell’Humanae Vitae,
perché voleva preservare la procreazione responsabile.
Era in gioco il vero senso della persona umana
com’unione di corpo e anima, e quindi come animale
religioso aperto a Dio e dotato di dignità inviolabile:
è qui il punto-base del non-relativismo, il dogma non
spiritualistico del nostro tempo. Lo stesso Concilio
Ecumenico di 40 anni fa mette al centro questa idea:
l’uomo “corpore et anima unus” (cfr.
Discorso Conclusivo del Pontefice del 7 dicembre 1965, e
vedi Cost. Gaudium et Spes 51). In realtà si è sempre
affermata questa verità universale basata sulla legge
naturale. Ma
per il bene dell’umanità, oggi la si deve
riaffermare in modo assoluto, e la si deve mettere alla
base della guerra contro il relativismo etico che
imperversa. Quindi, cari amici, non ci meravigliamo se
il Pontefice è stato in Università Cattolica venerdi 25
novembre 2005 ed ha ricordato a tutti l’Istituto
Paolo VI per la procreazione responsabile, perché
– ha detto lui stesso – “sta a cuore
anche a me”.
Cari amici qui tocchiamo un punto fondamentale per il
pensiero bioetico e per la vita di tutti gli uomini, senza
il quale non ci sarebbe nessuna ragione per fare la guerra
contro il relativismo etico: è la persona umana, che il
Concilio definisce – ripetiamolo - “corpore et
anima unus”. Ma essa è negata nel momento in
cui si consuma l’atto d’amore in
modo contraccettivo,
cioè non aperto a Dio, e così si dividono i significati
sessuali e i significati procreativi dell’atto
(3). E non ci si accorge che qui si gioca la stessa
natura sponsale delle persone umane nel mutuo dono di
sé, fino a distruggere ogni idea di uomo e di società ad
esso corrispondente, e fino a distruggere ogni idea di
Dio ad esso corrispondente.
Ora dobbiamo vedere come il relativismo etico produce
edonismo nelle cure delle persone umane (personalismo
bioetico) e nelle cure delle vocazioni sacerdotali (dialogo
inter-religioso) Ma dovremo mettere in chiaro che il
personalismo bioetico si mescola con il dialogo
inter-religioso.
PERSONALISMO BIOETICO
Questo dogma non-relativistico è contenuto nella
definizione conciliare di persona umana “corpore et
anima unus” , e dobbiamo dire che esso informa tutta
la medicina ippocratica attuale specialmente nella pratica
della medicina generale, cioè nelle cosiddette “cure
primarie integrate”.
In un Corso di Bioetica che ho frequentato nel 2005 con
esperti di teologia, criminologia, oncologia e
riabilitazione psichiatrica, abbiamo riletto la favola di
Eros e Psiche. C’è un passo della favola che dice:
“Adesso, bamboletta mia prendi questo vasetto e vai
all’inferno a dire a Proserpina: Venere ti prega di
mandarle un po’ della tua bellezza … perché
quella che aveva l’ha consumata tutta per curare il
figlio malato…”. Qui il figlio malato è Eros e
la bamboletta è Psiche. Lo stesso problema reale è posto
nel dialogo in palestra descritto da Platone nel Carmide e
si giunge alla conclusione che per curare il corpo si deve
curare l’anima. 2500 anni prima veniva già posta
l’idea che l’ultimo Concilio Ecumenico ha
sottolineato con la definizione di persona umana come
unione di corpo e anima. Lo si è visto bene al Congresso
promosso dal Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani
nella cripta dell’Università Cattolica sabato 26
novembre 2005: si è parlato dell’influenza aviaria,
senza paventare alcuna pandemia, ma con la serietà di dati
precisi. Lo stesso clima di serietà si è percepito nel
work-shop dedicato alle cure primarie integrate, che
Medicina e Persona ha promosso all’Università
degli Studi venerdi 27 maggio 2005 con diversi
professionisti di altri Paesi. In realtà si tratta di
acquistare una coscienza dei propri limiti, perché non
sempre si possono rallentare o arrestare i processi
morbosi nelle loro fasi progressive; non sempre si
possono identificare e misurare gli agenti patogeni nel
compimento del loro sporco lavoro; non sempre si possono
ottenere risultati adeguati e guarigioni perfette (4)
Eppure il mondo della salute e l’umanità intera
vedono aggravarsi i temi della cronicità ed in vari Paesi
avanzano normative riguardanti l’eutanasia ed il
suicidio assistito. Ecco perché Medicina e Persona ha
promosso un Congresso venerdi 20 gennaio 2006, nel quale un
medico ha potuto dare una testimonianza toccante del
proprio lavoro, quando ha detto: “davanti al dolore
qui nessuno è fuggito”. Ma questo si può dire, cari
amici, se l’uomo non è l’unica misura del
reale, cioè se ci riferiamo al personalismo bioetico col
dogma della sua costituzione: corpore et anima unus.
Quali conseguenze può avere questa guerra al relativismo
etico, l’abbiamo visto col dialogo bioetico che
c’è stato per la Legge 40. Ed abbiamo sentito salire
una domanda specie fra i cattolici: come si può affermare
sistematicamente una tale dottrina morale basata sul
diritto naturale in teoria e sistematicamente negarla nella
pratica ? Ecco la contraddizione del mondo, cari amici.
Ecco dove trova alimentazione la guerra contro il
relativismo etico, cui ci chiama il Pontefice.
A queste cose abbiamo pensato anche nel Corso di Bioetica
che sto frequentando a Venezia promosso dallo Studium
Generale voluto dal nostro Presidente Card. Scola
insieme
all’Università Cattolica. E mi sembra di poter
dire che, quanto più si afferma la persona umana, tanto
più si riafferma che essa è fatta di dialogo
all’esterno e all’interno. Quindi
giustamente uno psichiatra intitola un libro dei suoi:
“Noi siamo un colloquio”. E sempre a queste
cose abbiamo pensato venerdi 21 novembre 2005 nel
Congresso inter-religioso sul senso del dolore nella
pratica medica, che s’è tenuto all’Ospedale
dei Fatebenefratelli di Milano coi contributi di voci
che appartengono a diverse tradizioni religiose: la
cristiana, l’ebraica, l’induista e la
buddista (5).
Naturalmente, cari amici non si possono inquadrare
facilmente questi problemi al di fuori del contesto
socio-economico, finanziario e monetario dei nostri tempi
babilonici. A questo riguardo, si pensi che “la
Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione
a carattere di mutualità e senza fini di speculazione
privata …”: lo dice l’articolo 45 della
Costituzione Italiana, nella quale si riflettono i diversi
indirizzi di pensiero, che marcano il nostro stato di
diritto. E si pensi che la nostra civiltà è nata dalle
opere della fede di intere generazioni, le quali hanno
prodotto lo spettacolo di varietà di popoli in pacifica e
mutua convivenza. E questo viene documentato negli Stati
Uniti attraverso le manifestazioni del Columbus Day, che si
tengono a New York in ottobre.
A questo riguardo, cari amici, volevo dirvi che nella
nostra recente visita a New York abbiamo ricordato le
parole del nostro Presidente Card. Scola, che possiamo
leggere nel primo editoriale di Oasis:
“parleremmo dell’inevitabile imporsi di una
sorta di ‘meticciato di civiltà’ come
mescolanza di culture e fatti spirituali” (6). Per
questo, gli uomini hanno bisogno di un amore duraturo,
che alimenti e che faccia durare gli affetti: è la
memoria di Cristo che è la Chiesa, come dicevamo poco
fa. Questo è l’amore dell’aldilà, che si fa
conoscere nell’aldiqua. E’ l’amore del
quale scrive Dante, come è stato ricordato agli
Universitari: “ciascun confusamente un bene
apprende, nel qual si quieti l’animo, e disira;
per che di giugner lui ciascun contende”. E’
l’amore che fa venire in mente il discorso
dell’Ambasciatore USA a
Roma nella sua visita alle Camere: “ognuno di noi
ha dei momenti che restano indelebili nella
memoria…” (7). Ed è lo stesso amore che
troviamo nella Lettera del Papa: Deus charitas est.
QUESTIONE VOCAZIONALE
In questo orizzonte nel Seminario Ambrosiano di Corso
Venezia con Mons. Delpini abbiamo ricordato i 35 preti
morti nel 2005: l’abbiamo fatto invocando la
Misericordia di Dio per tutti quei casi delicati di non
conformità al bene della vocazione sacerdotale, fino ai
casi dei preti pedofili (vedi articolo del Corriere della Sera
di
lunedi 28 novembre 2005 ) (8). Ora dobbiamo chiedere
alla Misericordia di Dio che ci doni tanti preti con
quella maturità affettiva, che le cose del mondo non
danno, specie se praticano l’omosessualità e/o
sostengono la cosiddetta “cultura gay”
(l’ha messo bene in chiaro il testo vaticano firmato
dal Pontefice venerdi 4 novembre 2005). Ed ho pensato ai
nostri amici don Paxi e don Luigi coi quali ho cenato
sabato 19 febbraio 2005.
Nel frattempo, abbiamo appreso i numeri dello studio
promosso dai Vescovi Italiani con proiezioni statistiche:
fra poco meno di 20 anni i preti in Italia passeranno dagli
attuali 33.000 a circa 23.000 con un sensibile calo di
10.000 unità. Nei nostri tempi babilonici, quali terapie si
possono adottare?
Come ha detto il Pontefice nella catechesi di mercoledì 30
novembre 2005 a commento del Salmo Super Flumina Babylonis:
“preghiamo il Signore che in tutti si risvegli il
desiderio di Dio” contro l’edonismo dei nostri
tempi babilonici. I quali assistono alla programmazione del
prossimo International Gay Pride
a
Gerusalemme, dove i leaders religiosi si sono trovati
per la prima volta tutti d’accordo nel
disapprovare quella manifestazione. Collegati a questi
problemi, ci sono i disegni di legge per i PACS in vari
Paesi , che non si possono equiparare alla famiglia
fondata sul matrimonio naturale (9)
A queste cose pensavo giovedì 19 gennaio 2006 ,
partecipando alla Conferenza dedicata al dialogo
inter-religioso col Custode di Terrasanta
P.
Pierbattista Pizzaballa e il Rabbino Giuseppe Laras , ed
ho rivisto il Custode emerito P. Giovanni Battistelli.
Con gioia ritorno a visitare le Basiliche di San
Francesco e di Santa Maria degli Angeli, custodite dai
religiosi dell’Ordine Francescano, al quale per
diverse ragioni sono legato (10).
Con la stessa luce intellettuale della fede, il Pontefice
si è espresso nel messaggio inviato al Congresso iniziato
giovedì 6 ottobre 2005 a Roma sulla figura di un grande
indagatore di Dio, com’è stato Hans Urs von
Balthasar, del quale il nostro Presidente è stato amico e
del quale ha colto la sensibilità secolaristica che gli ha
fatto affermare “la Chiesa è escatologica, anche se
ancora pellegrina in questo mondo” (vedi Intervista
di Scola a Balthasar, Lateran University Press) (11).
Infatti cari amici, fra di noi s’intensifica quella
comunione con Gesù Risorto che il suo vero corpo assicura
con coloro che ci hanno preceduto in cielo e noi tutti
pellegrini su questa terra: è il concetto di misericordia
(11a). Ecco perché i nostri affetti perdurano nella memoria
della Chiesa, consapevoli che tutti viviamo di quel Dio
della Lettera che ci ha scritto il Papa Deus charitas est.
Dunque cari amici, ricordiamoci la formula di
Sant’Ambrogio, il quale è stato funzionario
dell’impero del suo tempo: ubi Petrus ibi Ecclesia. E
salutiamoci con le solite parole: “vi saluta la
comunità che è stata eletta come voi in Babilonia …
salutatevi col bacio della carità e sia pace a tutti voi
che siete in Cristo…” (1Pt, 5, 12-14) (12)
Note
1……
Lettera a Mons. Luigi Giussani del 22 febbraio 2005
2…….Lettera di Mons.Eugenio Corecco: Siate
forti nella fede – Santa Pasqua 1987
3…….Cfr. La sessualità secondo Giovanni Paolo
II nella Catechesi: uomo e donna lo creò
4…….Congresso inter-aziendale del 25 ottobre
2003: Cure Primarie: nuove prospettive
5…… Congresso inter-religioso del 21 novembre
2005: Il senso del dolore nella pratica medica
6…….Editoriale del numero 1 di Oasis: Rivista
del Centro Internazionale di Studi e Ricerche
7…….Discorso dell’Ambasciatore USA alle
Camere –
Roma, domenica 11 settembre 2005
8…….Articolo del Corriere della Sera di
lunedì 28 novembre 2005: La clinica dei preti pedofili
9…….Articolo de La Repubblica di martedì 13
settembre 2005: I diritti negati
10…..Motu Proprio Papale – Ex toto orbe- per
la cura delle Basiliche Francescane Maggiori
11…..Articolo di Avvenire di domenica 7 agosto 2005
su Balthasar a cura del Dr.E.Guerriero
11a…Nota del Card. A Scola per – Eugenio
Corecco: un vescovo e la sua chiesa –
12…. Nota del Card. A Scola per il Bollettino numero
1 dell’Associazione: “vivere l’esperienza
nell’orizzonte unico della fede”.