NOTE PER L’ASSOCIAZIONE
INTERNAZIONALE
AMICI DEL VESCOVO MONS. EUGENIO CORECCO
PER LA FESTA DELLA PRESENTAZIONE
DI GESU’ BAMBINO AL TEMPIO
1997
Carissimi,
porto nel cuore il compianto e più vivo dei vivi, dopo
questi anni di amicizia, segnati dalle visite compiute
insieme al suo confessore
Mons.Luigi Villa, e
segnati dalle
Lettere che
ci siamo scritti.
Ora riposa nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù, lui cosi
appassionato nell'invitarci all’amore,
quell’amore che ha nell’amicizia la sua forma
meno scontata. Se si leggono le lettere che un uomo come
Mons. Luigi Giussani, anche lui prete appassionato, e un
uomo come Mons.Angelo Majo si sono scritti, allora si può
gustare qualcosa di quell’amicizia che abbiamo
conosciuto con lui, e che ci fa continuare a fare memoria
di lui, in questo tempo, finchè ci incontreremo di nuovo e
ne godremo per sempre.
Ritorno a quel giorno di fine febbraio del "95, quando c'e
stato l'ultimo incontro al suo letto: era ormai terminale.
Insieme alle care persone presenti, con monsignor Villa e
la
mamma Margherita, il
Vescovo Eugenio mi disse di restargli vicino per la
Santa Messa, celebrata in quella stessa stanza.
Considero quei momenti impressionanti come la cifra che
marca la mia amicizia con lui: la qualità di certe cose ci
pone in un punto d’osservazione non assimilabile alle
cronache del quotidiano: è quello della cosiddetta
“assistenza ai terminali” intesi come persone
affette da affezioni gravissime e prossime al bilancio
finale.
Perciò ho voluto parlare di queste cose con l’attuale
Vescovo di Ferrara Mons.Caffarra ed ho sottoposto
l’argomento alla nostra Assemblea Generale del
1 marzo 1997 in presenza dello stesso
Presidente
Mons.Angelo Scola.
Ora con tutti voi, mi raccolgo nella contemplazione del
Volto di Gesù Agonizzante: quell’immagine stava
vicino al letto del nostro amico e mi colpì in modo
particolare nel nostro ultimo incontro. Penso allo stesso
Volto della Sindone fra le fiamme da cui è stata salvata.
Penso a quanto esprime Dante nel Canto del Purgatorio, che
termina con quel verso: “Poi s’ascose nel foco
che li affina” (Purg. XXVI,
148). E’ lo stesso che Thomas S. Eliot fissa nel
suo “The wast land”: dove ci fa percepire
qualcosa del travaglio in cui versa la nostra civiltà
dell’occidente cristiano.
Durante una attesa all’Aereporto di Los Angeles ho
meditato questo poemetto di Eliot ed ho scritto a mia volta
un piccolo memoriale del
viaggio in USA (1)
Questo poeta innamorato di Dante ed e' capace, per così
dire, di attualizzarlo: “if there were rock and also
water/ And water/ A spring/ A pool among the rock”
(The wast land , 348). Ma è la stessa condizione interiore
a cui Giussani ha dato voce nella meditazione del canto
ambrosiano per la Dedicazione della Cattedrale:
“Christe cunctorum Dominator alme”, con un
momento acuto di invocazione: “nullus ex nobis
pereunte mundo sentiat ignem”, cioè “nessuno di
noi, mentre il mondo finisce, senta il fuoco”. Ma
c’è un fuoco che è il simbolo della prova, di un
soffrire finalizzato all’amore, come quello di cui ci
parlano i santi a proposito del Purgatorio. E come si fa a
dire che non lo sentiamo per niente ?
Devo confessare che penso a questa condizione interiore,
quando penso agli ultimi anni che ho vissuto attraverso
diverse esperienze, comprese certe esperienze in alcune
realtà della nostra chiesa ambrosiana. Ne parlavo con il
Vescovo Eugenio e me ne sono ricordato sabato 11 ottobre,
durante la celebrazione presieduta dal Cardinale Martini
nella Basilica di Sant’Ambrogio con un po’ di
fedeli convenuti da Lugano.
Martini mi è sembrato ancora più elegante del solito, con
quel suo atteggiamento distaccato e, per così dire,
internazionale: mi ha fatto pensare agli USA e alle nostre
relazioni europee con questo Paese. Anzi, devo confessare
che in quei momenti di vicinanza fisica al Card.Martini ho
avuto pensieri non troppo belli sulla democrazia nel mondo
di oggi. Ho pensato ad un testo che cita Maurizio Blondet
nei suoi “Complotti: i fili invisibili del
mondo”, e cioè “Implicazioni della crescita
demografica mondiale sulla sicurezza nazionale USA e i suoi
interessi all’Estero” supervisionato da Henry
Kissinger e datato 10-12-1974.
Quindi ho pensato al Congresso del 1988 organizzato dal
Centro Ambrosiano Metodi Naturali per i venti anni
dell’Humanae Vitae, in cui il papa Paolo VI parla
della
civilta' dell'amore e
condanna la contraccezione. Martini fu chiarissimo nel
ribadire il giudizio del Papa su questa materia e disse
che “siamo davanti ad un argomento di particolare
importanza per la vita e la missione della Chiesa, per
il futuro e la sopravvivenza dell’intera
umanità”. Poi Martini e i suoi collaboratori non
faranno mancare aiuti nel lungo ventennio pastorale.
Non è facile esprimere tante situazioni, quando si vivono
dall’interno !
Comunque, ora ad illuminarle mi sovviene qualche parola di
Giussani a Majo nelle Lettere che ho ricordato prima:
“Carissimo fratello, aprendo la valigia vi trovai
questa scatoletta … non avrei mai potuto immaginare
che ti ricordassi della - gotte d’eau
qu’on peut bevoir - … ciascuno di noi ha tante
persone che gli vogliono bene, e che non sono che
l’involucro di Uno che ci porta terribilmente amore,
fino a perseguitarci con gelosia e passione. E lo può,
perché ne ha lo strapotente diritto…”
Bene, cari amici. Il tempo s'e fatto breve. E Tu, Signore
Gesù sei agonizzante. I thirst . Hai sete. Sei qui. Egli è
qui come segno di contraddizione, "signum cui
contraddicetur ... lumen gentium... luce dei popoli e segno
di contraddizione, come ricorda Paolo VI nell’Humanae
Vitae. Sei qui, Signore Gesù, agonizzante. Nella
Comunione.Tuo Corpo. Nel letto. In Croce.
NELL’ ETHOS DELL’AMORE
In Croce. Sei qui. La mamma addolorata ti accarezza. Una
Pietà si ripete. E noi siamo qui con te. Ecco, la notte è
al termine. L’aurora sorge. Mentre la brina riveste i
piccoli fiori del campo. La febbre non c'e più. Il tempo
s'e fatto breve. Nullus ex nobis, pereunte mundo, sentiat
ignem. E' agonizzante il Tuo Cuore. Batte con la forza
dell'Amore, che vince sempre. Signore Gesù.