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NOTE  PER  L’ASSOCIAZIONE  INTERNAZIONALE
 
AMICI  DEL VESCOVO MONS. EUGENIO CORECCO
 
PER LA FESTA DELLA PRESENTAZIONE
DI GESU’ BAMBINO AL TEMPIO
 
2 – 2 – 2003

 

Cari amici e care amiche del Vescovo Eugenio e dell’Associazione tutta, la grazia del Signore sia con tutti voi. Vi penso nell'amicizia con Mons. Angelo Scola.


MISERICORDIA

Con queste ultime parole dell’ultimo dei libri biblici, ci salutiamo quest’anno, pieni di gioia per la Misericordia che ci ha assicurato Dio coll’elezione di Dionigi Tettamanzi alla guida della
chiesa ambrosiana: “itaque, Venerabilis Frater Noster, pro Apostolica Nostra Potestate te eligimus et renuntiamus Archiepiscopum Metropolitam Mediolanensem, additis simul cunctis iuribus et officiis impositis quae tibi sacrorum canonum praescripta tribuunt… edoce etiam institute, Venerabilis Frater Noster, - scrive il Santo Padre nella Bolla di nomina - ut faciant quod bonum est, et unusquisque non intermittat opus probabile…” (Sant’Ambrogio, Epistola, 36,9) (1)
Infatti, quando ci auguriamo la grazia, ci auguriamo la massima grazia, ci auguriamo la Misericordia di Dio, senza la quale non ci sarebbe che guerra fra di noi!
Invece, Dio sceglie persone peccatrici, magari meno degne di altre, con un unico scopo: per dimostrare la Sua Misericordia a tutte le persone! ( Avete visto il film premiato a Venezia: Magdalene ? )
Ricordiamo la giaculatoria insegnata ai pastorelli di
Fatima dalla mamma di Gesù: “...porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della Tua Misericordia”. Ricordiamo la lettera del Santo Padre: Dives in Misericordia del 30-11-1980, insieme al Suo Motu Proprio Misericordia Dei del 16-04-2002 e alla consacrazione del santuario della Misericordia il 17-08-2002 nei pressi di Cracovia.
Sono indicazioni che valgono per tutta l’umanità dei nostri tempi: non dobbiamo dimenticarcele, care amiche e cari amici!

Quindi, grazie al mistero della Sua Misericordia possiamo e dobbiamo implorare la pace, la pace sociale e la pace dei cuori. Domandiamola tutti insieme col Santo Padre: Dionigi Tettamanzi ha invitato tutti mercoledi 1° gennaio ad essere insieme operatori di pace. Allo stesso modo, il Padre della
Custodia di Terrasanta Giovanni Battistelli ha invitato tutti ad essere insieme operatori di pace.

Ci associamo al neo-eletto Vescovo della chiesa ambrosiana in questi tempi non facili, ma neanche privi di speranza, memori delle parole del suo predecessore: “... è soprattutto stando all’estero che si vede e si tocca con mano a quale punto il Papa è il più grande decoro e prestigio d’Italia. Per Lui i milioni di cattolici che sono nell’universo mondo si rivolgono all’Italia come ad una seconda patria. Per Lui Roma è la capitale del mondo, e bisogna chiudere gli occhi all’evidenza, per non vedere quale prestigio e quale vantaggi potrebbero derivare dalla Sua Presenza al nostro Paese, quando fosse tenuto il debito conto del Suo essere internazionalmente e sopranazionalmente sovrano, che i cattolici di tutto il mondo gli riconoscono per divina istituzione. E noi cattolici italiani, che per divina disposizione l’abbiamo in custodia, ne siamo responsabili d’onore ai cattolici di tutto il mondo” (Omelia del Cardinale di Milano 8-9-1921 )

Si, cari amici e care amiche, siamo stati uniti al nostro amico Vescovo, quando ci mostrava la sua posizione sulle questioni più delicate, che lui trovava connesse a sé in base alla concezione del mondo dell’amato monsignor Luigi Giussani, grazie al quale siamo memori della formula di Sant’Ambrogio: “dove c’è Pietro, lì c’è la Chiesa, e dove c’è la Chiesa, lì non regna la morte, ma la vita eterna” e cioè siamo memori della nostra vocazione a mettere insieme Oriente ed Occidente, Settentrione e Meridione.

Si, è proprio la vocazione che teniamo in comune con Sant’Ambrogio,come notai nel corso della visita in Svizzera il 19 maggio, quando portai le mie note a don Luigi Pessina e don Giorgio Paximadi; e come notai nel corso della visita in Spagna e Portogallo, quando portai le mie note a
Mons.Antonio Rouco Varela, Cardinale di Madrid; e come notai nel corso della visita a Venezia per l’ingresso patriarcale di monsignor Angelo Scola Patriarca del Triveneto; e come notai nel corso della visita in Puglia, Basilicata e Calabria, dove abbiamo concepito le “Italiane”: 12 schizzi su 12 donne del nostro Paese. (2) Diverse copie di questo opuscolo sono state inviate ad alcuni vescovi italiani.

Ma tale vocazione, care amiche e cari amici, non impedisce la compresenza di varie diversità di punti di vista bel dialogo fra le diverse esperienze religiose. Infatti, importa l’osservazione delle cose sotto quella “luce intellettual” che Dio dà a chi glie la domanda davvero, come dice la Costituzione Lumen Gentium: “...perchè nella mutua carità comunichiamo fra di noi e corrispondiamo all’intima vocazione della Chiesa” (Costituzione
Lumen Gentium del Concilio Ecumenico Vaticano Secondo, 51 )

Allora, com’è fondamentale sapere pregare bene, care amiche e cari amici ! Non c’è un bisogno tanto assoluto, il quale sia diverso da questo! L’ha ricordato monsignor Dionigi Tettamanzi alle famiglie nella Sua recente Lettera alle Famiglie: “il Signore ha preparato per voi il dono della preghiera…non abbiate paura a rivolgere questa invocazione al Signore: “Signore, insegnaci a pregare…” (Lc.11,1)…” e come risposta troviamo nel Vangelo parole “che si adattano in modo tutto particolare alla coppia e alla famiglia, parole con le quali Gesù ci assicura la Sua Presenza: …dove sono due o tre riuniti nel mio nome io sono in mezzo a loro (Mt. 18:20).” (3)

Queste cose non dobbiamo dimenticarcele, neanche quando lavoriamo!
Ho pensato di ricordarlo ai sacerdoti riuniti dalle diverse comunità per i consueti esercizi spirituali (4). La predicazione dell’Abate Mauro, per il quale il Vescovo Eugenio nutriva un affetto grande, ci ha rimesso davanti il messaggio fondamentale: Dio s’è fatto uno di noi ed è qui presente e ci raduna in un solo Corpo, e attraverso questa unità la Sua Presenza si rende sensibile. Non ci ha detto Lui, cari amici e care amiche: “io sarò con voi tutti i giorni,fino alla fine del mondo” ? (Mt. 28:20) Se siamo in alto mare, se la navigazione non è mai stata così critica, se l’equipaggio è interessato alle ricette del cuoco, piuttosto che ad altro, ricordiamoci: siamo tutti sulla stessa barca.


MERAVIGLIA

Siamo stati uniti col nostro Vescovo nella meraviglia di questa scoperta progressiva, e queste cose non dobbiamo dimenticarcele, neppure quando attraversiamo certe questioni morali, di cui si tende a negare il valore, come si tende a negare il cosiddetto “diritto naturale”. Lo si nega di fatto, eppure lo si afferma in teoria: e questa non è una bella contraddizione?

Ebbi a formulare una domanda su questo punto ad una tavola rotonda sul futuro dell’embrione del 2000, (5) alla quale partecipai col sacerdote don Pierpaolo Vaj, e nella quale furono apprezzati i contributi della Dr.ssa Bozzo, medico ginecologo di
Comunione e Liberazione, e del Dr. Palmaro, filosofo e pubblicista dell’Opus Dei, invitati dal Forum delle Famiglie di Bareggio, un paese in provincia di Milano . Nelle favole come, ad esempio, nella favola di Pinocchio , c’è già qualche segno di quella contraddizione fondamentale. Certo, di solito le cose non vanno come le favole, ma qualche volta sembrerebbe di si! “Caro Palmaro, l’articolo su don Vaj è stupefacente: quanto sono vere le favole di G.G.! - scrivono i figli di Giovannino Guareschi -.
Grazie per averci ricordato don Camillo ...” (6)
 
E per comprendere il valore preservativo delle nostre parole, viene in mente un meeting dei Vescovi USA con
Giovanni Paolo Secondo:
“Most Holy Father we renew our filial bonds of fidelity to you, thirty years after Humanae Vitae...this teaching honours marriage-love...and we must present this teaching...” ( saluto del Cardinale di Los Angeles al Santo Padre, 2 ottobre 1998 ). “May your fidelity make you vigilant on presentation of catholic teaching. Invoking the Queen of Peace upon your ministry, I bless you...” (saluto del Santo Padre al Cardinale di Los Angeles, idem). “Possa la vostra fedeltà rendervi vigili sulla presentazione dell’insegnamento cattolico...” ha detto il Santo Padre ai
Vescovi USA. (6 a)

“Avemmo tutti la certezza di avere fatto un incontro, e un incontro storico nel 1977, quando potemmo leggere “Segno di contraddizione”, in cui erano state raccolte le prediche del Cardinale Wojtyla al Santo Padre, scrive monsignor Luigi Negri nella prefazione ad un’edizione di quel corso di esercizi:
“All’inizio di questi esercizi che ho l’onore di predicare davanti a Lei, Beatissimo Padre, e ai Suoi Collaboratori, vorrei esprimere il più profondo omaggio e amore alla Sua Persona... Nei giorni che seguiranno ci accompagnerà la preghiera della Chiesa di Polonia...la quale sta vivendo il centenario di San Stanislao... c’è un grande desiderio di entrare in Dio... se intraprendiamo lo sforzo degli esercizi, lo intraprendiamo con un desiderio e un’attesa di entrare in Lui ancora di più...in queste settimane nella chiesa polacca si organizzano numerosi esercizi spirituali e il numero di chi desidera partecipare, supera le moderate possibilità organizzative. Quest’anno nella mia Arcidiocesi di Cracovia i posti erano soltanto 2000, ma le richieste erano molte di più... e tutti questi giovani vogliono fare esperienza di Dio pure in mezzo alle tenebre che li circondano... Beatissimo Padre, siamo nell’ora vespertina e tornano le parole del vecchio Simeone, il quale vede il Bambino nelle braccia di Sua Madre e lo saluta: -...oculi mei viderunt salutare tuum...- Non sono queste parole come chiavi, per comprendere i diversi sintomi della vita moderna?... La presentazione di Gesù Bambino al Tempio è il primo degli avvenimenti nei quali si rivela la dignità messianica del Bambino” (7)
 
In realtà solamente in Cristo - ricorda monsignor Carlo Caffarra al Meeting per l’amicizia fra i popoli del 1998, per i 20 anni di pontificato di
Giovanni Paolo Secondo - trova luce il mistero dell’uomo quale figlio di Dio” (Costituzione Gaudium et Spes del Concilio Ecumenico Vaticano Secondo, 22 ) (8), perchè Cristo e l’uomo si corrispondono. E questo è semplicemente meraviglioso.

Possiamo tranquillamente ricavare da qui il metodo giusto col quale Dio opera all’interno dell’umanità: incrista. E se usiamo questo verbo: incristare, lo usiamo perchè è il meno inadeguato a descrivere l’opera di Dio, il quale incrista l’uomo col bene morale, cioè facendolo “bonus in quantum homo” scrive il Dottore Angelico. ( Qui, care amiche e cari amici, mi permetto di riferirmi alle Note degli anni passati e ad altri piccoli scritti riguardanti il passaggio all’Amore duraturo, all’Amore di Misericordia, al quale i nostri cuori non possono non tendere) (2)
Dunque, cari amici e care amiche, dobbiamo riassumere con una formula le conseguenze dell’ “incristare” ed è la formula del “ristorare in Cristo tutte le cose”. Infatti, diciamo con la Costituzione Lumen Gentium sulla Chiesa: è giunta la pienezza dei tempi e , data l’indole escatologica della Chiesa pellegrina sulla terra, ogni cosa deve trovare la propria ristorazione in Cristo. (9) “Venite a me, voi che siete affaticati e oppressi, ed io vi darò ristorazione” (10)
 
Ad un certo punto, il Cardinal Wojtyla riflette: “se l’enigma della condizione umana diventa sommo in faccia alla morte...(Costituzione Gaudium et Spes del Concilio Ecumenico Vaticano Secondo, 18) …la filosofia personalista contemporanea ci invita a dare rilievo a questo senso personale della morte e del morire” (10 bis ) ( si pensi all’opera di
Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, Apparecchio alla morte )

Ma si faccia attenzione: “si vorrebbe adattare Cristo - continuava il Cardinale Wojtyla- ai propri programmi, che sono programmi di consumismo...” (11) e questo è uno dei segni particolari dei tempi nei quali viviamo, ma non tanto quanto l’opposizione alla legge naturale, che non poche religioni identificano con lo stesso Dio. Allora, si alza il sipario su scenari apocalittici, gli scenari della lotta fra il bene e il male, fra Cristo e l’Anticristo, fra Dio, la Madonna e il Demonio. Si deve scegliere, per questo, “fra le vie del bene che portano alla vita, e le vie del male che portano alla morte”(12). Sarà la chiamata di
Giovanni Paolo Secondo a “costruire tutti insieme una nuova cultura della vita” (13).

Prima di tutto, sarebbe da costruire una nuova persona umana, al posto di quella che conosciamo: diversa dalla natura delle cose, in quanto fatta com’unione di corpo e anima. Lo dice la stessa formula usata nel New Age: “body and soul”, la quale è la stessa formula usata dall’ultimo Concilio Ecumenico: “corpore et anima unus”, come è riecheggiato nel saluto di Mons. Angelo Scola a Mons. Dionigi Tettamanzi (14). Il Papa è posto a garanzia di questa fattura autentica della persona. Ecco perchè “il Papa è il più grande decoro e prestigio per il nostro Paese”, come si legge nella Relazione del
Papa alle Camere della Repubblica Italiana del 14-11-2002 (15)


MOMENTI

Rileggo, cari amici e care amiche del Vescovo Eugenio, questa lettera stesa da lui per il sottoscritto, alcuni mesi prima del momento, che la prefazione del numero zero del nostro Bollettino chiama: “momento del suo passaggio alla vita definitiva in Cristo”: “Caro Alen... l’idea di scrivermi per vivere col papa in comunione nell’anniversario della Veritatis Splendor può nascere solo da un cuore totalmente immerso nella realtà della chiesa. Vivo col pensiero della morte, che mi diventa sempre più familiare e nel quale si fa lentamente più presente, come in uno spiraglio, l’idea dell’incontro con Cristo. La fede ci deve portare fino al punto di desiderarlo. Ma trovo nella natura una muraglia di resistenza. Il pensiero che tu preghi per me, mi è di grande conforto. A presto, si. Con affetto grande.” (16)

In un mondo pervaso dal pret-a-porter, quelle parole possono servire a descrivere momenti, nei quelli brilla una “luce intellettual” che crea effetti speciali su tutta la scena. “Da quando la malattia rivelatasi mortale - scrive monsignor Giussani - lo aveva colpito, monsignor Corecco era molto cambiato. Ricordo il giorno in cui lo incontrai, il male lo aveva appena aggredito: - il tempo si fa breve - mi disse ricevendomi. Ne fui così colpito che quella frase divenne tema ispiratore di molte riflessioni per l’intera Comunione e Liberazione.” (17) “Ma nemmeno le tenebre per te sono oscure, e la notte brilla come il giorno” dice il Salmo 138.

Porto nella memoria, cari amici, quei giorni del 1995, quando il Confessore del Vescovo, Monsignor Villa, mi telefonò dicendomi che il Vescovo era ormai terminale e desiderava rivedermi. Allora, un pomeriggio andammo da lui e ci furono momenti pieni di meraviglia. Poco tempo dopo, tornammo a rendere omaggio alla salma del Vescovo. Monsignor Villa non resse e scoppiò a piangere, appoggiandosi a me, per tutta la devozione che nutriva per il compianto Vescovo. Cominciava a diventare meno scura l’evidenza che, insieme, cari amici e care amiche, possiamo offrire meglio i nostri contributi alle riflessioni sul concetto di “terminalità” nel contesto “dei tempi escatologici” (vedi Costituzione del Concilio Ecumenico Vaticano Secondo, 48, Indole escatologica della Chiesa pellegrina e sua unione con la Chiesa celeste), cioè in connessione al concetto di “sorellità” usato nella corrispondenza dell’Eugenio con Monica Umiker, una nostra sorella reclusa nell’ordine di Santa Chiara (18).

“Ti penso con una venerazione mista a paura e vergogna - scrive monsignor Giussani a monsignor Majo in relazione a certi momenti, nei quali si era illuminato il senso ultimo della vita - : a paura perchè, certe esperienze dolorose sono come vocazioni che, almeno nel periodo in cui durano, fanno diventare esseri quasi immensamente fuori del comune, ed io ora ti sento troppo al di sopra di me, troppo più vicino a Gesù Crocifisso; a vergogna, perchè anch’io non ho provato il dolore che hai provato tu in questi giorni, il senso di vuoto che ti ha riempito l’anima” (19)

“Ero in partenza per la Terrasanta - racconta una testimonianza illuminante di don Gigi Peruggia - e lui stava relativamente bene... ma una sera, passando da casa ascolto la segreteria e trovo un messaggio di R.: il figlio le ha quasi gridato: - dì a don Gigi di venire! Gli devo chiedere perchè Gesù è così cattivo che fa morire il mio papà” (il suo papà è Ambrogio, uno degli assistiti che don Gigi ricorda meglio, n.d.r. )… Avevo paura di non saper rispondere a quella enorme domanda - continua don Gigi - la stessa che mi ha accompagnato dall’età di quattro anni ... prendo tempo, ma intanto rimango sotto il peso di quella domanda e me la porto dentro...”. (20) Sembra di sentire gli stessi echi che risuonano nelle parole di don Carlo Gnocchi sul dolore innocente. “Ambrogio, quando toccherà a me, tu ci sarai, vero?” chiede don Gigi al suo assistito, il quale gli dona un biglietto con queste parole, che verranno lette al suo funerale: “ciao don Gigi! Grazie di tutto ciò che tu mi hai fatto...grazie per avermi dato la possibilità di conoscerti come uomo e come prete...buona notte!..."
 
Si, viene il tramonto e poi la notte - conclude don Gigi - ma non fa più paura, se ci si lascia aiutare da qualcuno che accompagna il decollo, come una buona torre di controllo...”.(21) Trovo queste parole sempre più interessanti, care amiche e cari amici, all’aurora del terzo millennio cristiano.

“Ho scritto per dare voce a tanti fratelli che gemono nel silenzio” scrive il carmelitano padre Maurizio di Gesù Bambino, ormai pre-terminale, all’inizio del suo diario, che concluderà nella sua amata Palestina, dove è spirato il 14-12-1997. L’opera è intitolata “L’ostrica perlacea” , è pubblicata da
Mimep-Docete ed è di una profondità impressionante (22). Ringrazio i ragazzi del Corpus Domini per averla potuta conoscere, grazie alle ore in cui abbiamo frequentato insieme alcune lezioni della nostra Facoltà Teologica, dove ci siamo rivisti martedi 12 novembre scorso, in occasione dell’apertura dell’anno accademico da parte del Cardinale Tettamanzi. Nella gioia di quei momenti, abbiamo verificato quale splendore abbiano assunto i luoghi in cui è collocata la nostra Facoltà Teologica, grazie anche ai 14 miliardi di vecchie lire donate dalla Fondazione Cariplo. E noi pensavamo a tutto il denaro che fluisce in buone azioni, come il miliardo di dollari di cui parla il film di Ferrara dedicato al vecchio Banco Ambrosiano (23).

Non possiamo dimenticare che, cari amici e care amiche, un indirizzo teologico è stato dato dal nostro amato Vescovo nel 1985, nella sua relazione sulla “presenza dei migranti nella chiesa particolare come segno della mutua immanenza fra chiesa particolare e universale” dove scrive: “non si può separare il Sacramento dalla Parola, elementi genetici e costitutivi della chiesa, perchè il Sacramento contiene la Parola e la Parola tende a realizzarsi concretamente nel Sacramento” (24) Anche qui, abbiamo a che fare con il dogma dell’Immacolata Concezione e dell’assunzione di Maria Vergine, relativi alla persona com’unione di corpo e anima, un dato strettamente connesso al culto cattolico del Corpus Domini. Anche qui troviamo la vera garanzia nel Papa quale Vicario di Cristo.

Forse memore di queste cose, ho posto al Vescovo Maggiolini ed al Vescovo Coletti in due sedi diverse la stessa domanda, che ho posto al Vescovo Citterio (25) e a diversi amici: perchè è così attuale Sant’Ambrogio ? Dobbiamo fare memoria della sua formula-base.
“Sembrano quasi un canto di gioia queste parole di Sant’Ambrogio - scrive monsignor Escrivà in “La Chiesa nostra madre” - : dove c’è Pietro, lì c’è la chiesa, e dove c’è la chiesa, lì non regna la morte, ma la vita eterna.” (26) Ecco perchè, cari amici e care amiche, “chi non ha la chiesa quale madre, non può avere Dio quale padre” , hanno sempre ripetuto i nostri padri.


SALUTI

Memori del Signore presente fra di noi, cari amici e care amiche, ci salutiamo con quelle indimenticabili parole che terminano la prima lettera dell’Apostolo Pietro e che valgono anche fra gli apostoli del nostro New Age: “...state saldi nella vera grazia di Dio... vi saluta la comunità che è stata eletta come voi in
Babilonia... salutatevi col bacio della carità e sia pace a tutti voi che siete in Cristo” (27)

N O T E

(1) Bolla Pontificia data l’11-07-2002 a firma di Giovanni Paolo Secondo

(2) Vedi le nostre Note del 2-2-1999, del 2-2-2000, del 2-2-2001, del 2-2-2002 e vedi il nostro opuscolo”
Italiane”: 12 schizzi su 12 donne del nostro Paese , stampato in proprio ad uso privato

(3) Lettera dell’Arcivescovo alle Famiglie del 26-01-2003

(4) Lettera ai Sacerdoti riuniti per gli annuali Esercizi Spirituali – Agosto 2002

(5) Cronaca della Tavola Rotonda del 17-05-1999 su Il futuro dell’embrione nella famiglia del 2000

(6)
I Quaderni del Ticino , n°40

(6 a) Vedi il mio
Memoriale da Los Angeles del 13-3-1997

(7) Segno di Contraddizione , Corso di Esercizi Spirituali tenuto al Santo Padre dal Cardinale Wojtyla (d’ora in poi: S.d.C.)

(8) Relazione di Mons.Carlo Caffarra al
Meeting per l’amicizia fra i popoli sui primi vent’anni di pontificato di Giovanni Paolo Secondo – Rimini 28-08-1998

(9) Costituzione Lumen Gentium del Concilio Ecumenico Vaticano Secondo, 48

(10) Vangelo secondo Matteo, 11:28

(10 bis) Costituzione Gaudium et Spes del Concilio Ecum. Vaticano Secondo, 18

(11) S.d.C. Corso di Esercizi Spirituali al Santo Padre

(12) S.d.C. Corso di Esercizi Spirituali al Santo Padre

(13)
Giovanni Paolo Secondo, Evangelium Vitae

(14) Saluto di Mons.Angelo Scola a Mons.Dionigi Tettamanzi sul giornale “Il nostro tempo”,supplemento al N°35, pagina 16

(15) Dr. Febo Alen Pandolfi: Lettera aperta del 21-12-2002 al Presidente della Repubblica

(16) Mons. Eugenio Corecco: Lettera del 27-7-1994 al Dr.Febo Alen Pandolfi

(17) Testimonianza di Mons.Luigi Giussani, Il Giornale del Popolo del 2-3-1995

(18) Bollettino dell’Associazione, N° 2 del dicembre 1997, pagina 86

(19) Mons.Luigi Giussani, Lettere d’amicizia a Mons.Angelo Majo, lettera del 15-8-47

(20) Gigi Perugia, L’abbraccio del mantello: terapie spirituali nelle cure palliative

(21) Gigi Perugia, L’abbraccio del mantello: terapie spirituali nelle cure palliative

(22) P. Maurizio di Gesù Bambino, L’ostrica perlacea, Mimep-Docete

(23) Vedi film “I banchieri di Dio”, regia di G. Ferrara, con Rutger Hauer, Alessandro Gassman, Omero Antonutti

(24) Bollettino dell’Associazione, N° 5 del febbraio 2002 , pagina 33

(25) Dr.Febo Alen Pandolfi: Lettera del 14-11-2002 al Dr.Dino Boffo, Direttore del Quotidiano Cattolico Avvenire, dedicata al Vescovo Bernardo Citterio

(26) Mons.Josemaria Escrivà del Balaguer, La Chiesa nostra madre

(27)
Prima Lettera di Pietro, 5, 12-14