NOTE PER L’ASSOCIAZIONE
INTERNAZIONALE
AMICI DEL VESCOVO MONS. EUGENIO CORECCO
PER LA FESTA DELLA PRESENTAZIONE
DI GESU’ BAMBINO AL TEMPIO
2 – 2 – 2003
Cari
amici e care amiche del Vescovo Eugenio e
dell’Associazione tutta, la grazia del Signore sia
con tutti voi. Vi penso nell'amicizia con
Mons. Angelo Scola.
MISERICORDIA
Con queste ultime parole dell’ultimo dei libri
biblici, ci salutiamo quest’anno, pieni di gioia per
la Misericordia che ci ha assicurato Dio
coll’elezione di Dionigi Tettamanzi alla guida
della
chiesa ambrosiana: “itaque,
Venerabilis Frater Noster, pro Apostolica Nostra
Potestate te eligimus et renuntiamus Archiepiscopum
Metropolitam Mediolanensem, additis simul cunctis
iuribus et officiis impositis quae tibi sacrorum canonum
praescripta tribuunt… edoce etiam institute,
Venerabilis Frater Noster, - scrive il Santo Padre nella
Bolla di nomina - ut faciant quod bonum est, et
unusquisque non intermittat opus
probabile…” (Sant’Ambrogio, Epistola,
36,9) (1)
Infatti, quando ci auguriamo la grazia, ci auguriamo la
massima grazia, ci auguriamo la Misericordia di Dio, senza
la quale non ci sarebbe che guerra fra di noi!
Invece, Dio sceglie persone peccatrici, magari meno degne
di altre, con un unico scopo: per dimostrare la Sua
Misericordia a tutte le persone! ( Avete visto il film
premiato a Venezia: Magdalene ? )
Ricordiamo la giaculatoria insegnata ai pastorelli
di
Fatima dalla
mamma di Gesù: “...porta in cielo tutte le anime,
specialmente le più bisognose della Tua
Misericordia”. Ricordiamo la lettera del Santo
Padre:
Dives in Misericordia del
30-11-1980, insieme al Suo Motu Proprio
Misericordia Dei del
16-04-2002 e alla consacrazione del santuario della
Misericordia il 17-08-2002 nei pressi di Cracovia.
Sono indicazioni che valgono per tutta l’umanità dei
nostri tempi: non dobbiamo dimenticarcele, care amiche e
cari amici!
Quindi, grazie al mistero della Sua Misericordia possiamo e
dobbiamo implorare la pace, la pace sociale e la pace dei
cuori. Domandiamola tutti insieme col Santo Padre: Dionigi
Tettamanzi ha invitato tutti mercoledi 1° gennaio ad essere
insieme operatori di pace. Allo stesso modo, il Padre
della
Custodia di Terrasanta Giovanni
Battistelli ha invitato tutti ad essere insieme
operatori di pace.
Ci associamo al neo-eletto Vescovo della chiesa ambrosiana
in questi tempi non facili, ma neanche privi di speranza,
memori delle parole del suo predecessore: “... è
soprattutto stando all’estero che si vede e si tocca
con mano a quale punto il Papa è il più grande decoro e
prestigio d’Italia. Per Lui i milioni di cattolici
che sono nell’universo mondo si rivolgono
all’Italia come ad una seconda patria. Per Lui Roma è
la capitale del mondo, e bisogna chiudere gli occhi
all’evidenza, per non vedere quale prestigio e quale
vantaggi potrebbero derivare dalla Sua Presenza al nostro
Paese, quando fosse tenuto il debito conto del Suo essere
internazionalmente e sopranazionalmente sovrano, che i
cattolici di tutto il mondo gli riconoscono per divina
istituzione. E noi cattolici italiani, che per divina
disposizione l’abbiamo in custodia, ne siamo
responsabili d’onore ai cattolici di tutto il
mondo” (Omelia del Cardinale di Milano 8-9-1921 )
Si, cari amici e care amiche, siamo stati uniti al nostro
amico Vescovo, quando ci mostrava la sua posizione sulle
questioni più delicate, che lui trovava connesse a sé in
base alla concezione del mondo dell’amato monsignor
Luigi Giussani, grazie al quale siamo memori della formula
di Sant’Ambrogio: “dove c’è Pietro, lì
c’è la Chiesa, e dove c’è la Chiesa, lì non
regna la morte, ma la vita eterna” e cioè siamo
memori della nostra vocazione a mettere insieme Oriente ed
Occidente, Settentrione e Meridione.
Si, è proprio la vocazione che teniamo in comune con
Sant’Ambrogio,come notai nel corso della visita in
Svizzera il 19 maggio, quando portai le mie note a don
Luigi Pessina e don Giorgio Paximadi; e come notai nel
corso della visita in Spagna e Portogallo, quando portai le
mie note a
Mons.Antonio Rouco
Varela,
Cardinale di Madrid; e come notai nel corso della visita
a Venezia per l’ingresso patriarcale di monsignor
Angelo Scola Patriarca del Triveneto; e come notai nel
corso della visita in Puglia, Basilicata e Calabria,
dove abbiamo concepito le “Italiane”: 12
schizzi su 12 donne del nostro Paese. (2) Diverse copie
di questo opuscolo sono state inviate ad alcuni
vescovi italiani.
Ma tale vocazione, care amiche e cari amici, non impedisce
la compresenza di varie diversità di punti di vista bel
dialogo fra le diverse esperienze religiose. Infatti,
importa l’osservazione delle cose sotto quella
“luce intellettual” che Dio dà a chi glie la
domanda davvero, come dice la Costituzione Lumen Gentium:
“...perchè nella mutua carità comunichiamo fra di noi
e corrispondiamo all’intima vocazione della
Chiesa” (Costituzione
Lumen Gentium del
Concilio Ecumenico Vaticano Secondo, 51 )
Allora, com’è fondamentale sapere pregare bene, care
amiche e cari amici ! Non c’è un bisogno tanto
assoluto, il quale sia diverso da questo! L’ha
ricordato monsignor Dionigi Tettamanzi alle famiglie nella
Sua recente Lettera alle Famiglie: “il Signore ha
preparato per voi il dono della preghiera…non
abbiate paura a rivolgere questa invocazione al Signore:
“Signore, insegnaci a pregare…”
(Lc.11,1)…” e come risposta troviamo nel
Vangelo parole “che si adattano in modo tutto
particolare alla coppia e alla famiglia, parole con le
quali Gesù ci assicura la Sua Presenza: …dove sono
due o tre riuniti nel mio nome io sono in mezzo a loro (Mt.
18:20).” (3)
Queste cose non dobbiamo dimenticarcele, neanche quando
lavoriamo!
Ho pensato di ricordarlo ai sacerdoti riuniti dalle diverse
comunità per i consueti esercizi spirituali (4). La
predicazione dell’Abate Mauro, per il quale il
Vescovo Eugenio nutriva un affetto grande, ci ha rimesso
davanti il messaggio fondamentale: Dio s’è fatto uno
di noi ed è qui presente e ci raduna in un solo Corpo, e
attraverso questa unità la Sua Presenza si rende sensibile.
Non ci ha detto Lui, cari amici e care amiche: “io
sarò con voi tutti i giorni,fino alla fine del mondo”
? (Mt. 28:20) Se siamo in alto mare, se la navigazione non
è mai stata così critica, se l’equipaggio è
interessato alle ricette del cuoco, piuttosto che ad altro,
ricordiamoci: siamo tutti sulla stessa barca.
MERAVIGLIA
Siamo stati uniti col nostro Vescovo nella meraviglia di
questa scoperta progressiva, e queste cose non dobbiamo
dimenticarcele, neppure quando attraversiamo certe
questioni morali, di cui si tende a negare il valore, come
si tende a negare il cosiddetto “diritto
naturale”. Lo si nega di fatto, eppure lo si afferma
in teoria: e questa non è una bella contraddizione?
Ebbi a formulare una domanda su questo punto ad una tavola
rotonda sul futuro dell’embrione del 2000, (5) alla
quale partecipai col sacerdote don Pierpaolo Vaj, e nella
quale furono apprezzati i contributi della Dr.ssa Bozzo,
medico ginecologo di
Comunione e Liberazione, e
del Dr. Palmaro, filosofo e pubblicista
dell’Opus Dei,
invitati dal Forum delle Famiglie di Bareggio, un paese
in provincia di Milano . Nelle favole come, ad esempio,
nella favola di Pinocchio , c’è già qualche segno
di quella contraddizione fondamentale. Certo, di solito
le cose non vanno come le favole, ma qualche volta
sembrerebbe di si! “Caro Palmaro, l’articolo
su don Vaj è stupefacente: quanto sono vere le favole di
G.G.! - scrivono i figli di Giovannino Guareschi -.
Grazie per averci ricordato don Camillo ...” (6)
E per comprendere il valore preservativo delle nostre
parole, viene in mente un meeting dei Vescovi USA
con Giovanni Paolo Secondo:
“Most Holy Father we renew our filial bonds of
fidelity to you, thirty years after Humanae Vitae...this
teaching honours marriage-love...and we must present this
teaching...” ( saluto del Cardinale di Los Angeles al
Santo Padre, 2 ottobre 1998 ). “May your fidelity
make you vigilant on presentation of catholic teaching.
Invoking the Queen of Peace upon your ministry, I bless
you...” (saluto del Santo Padre al Cardinale di Los
Angeles, idem). “Possa la vostra fedeltà rendervi
vigili sulla presentazione dell’insegnamento
cattolico...” ha detto il Santo Padre ai
Vescovi USA. (6
a)
“Avemmo tutti la certezza di avere fatto un incontro,
e un incontro storico nel 1977, quando potemmo leggere
“Segno di contraddizione”, in cui erano state
raccolte le prediche del Cardinale Wojtyla al Santo Padre,
scrive monsignor Luigi Negri nella prefazione ad
un’edizione di quel corso di esercizi:
“All’inizio di questi esercizi che ho
l’onore di predicare davanti a Lei, Beatissimo Padre,
e ai Suoi Collaboratori, vorrei esprimere il più profondo
omaggio e amore alla Sua Persona... Nei giorni che
seguiranno ci accompagnerà la preghiera della Chiesa di
Polonia...la quale sta vivendo il centenario di San
Stanislao... c’è un grande desiderio di entrare in
Dio... se intraprendiamo lo sforzo degli esercizi, lo
intraprendiamo con un desiderio e un’attesa di
entrare in Lui ancora di più...in queste settimane nella
chiesa polacca si organizzano numerosi esercizi spirituali
e il numero di chi desidera partecipare, supera le moderate
possibilità organizzative. Quest’anno nella mia
Arcidiocesi di Cracovia i posti erano soltanto 2000, ma le
richieste erano molte di più... e tutti questi giovani
vogliono fare esperienza di Dio pure in mezzo alle tenebre
che li circondano... Beatissimo Padre, siamo nell’ora
vespertina e tornano le parole del vecchio Simeone, il
quale vede il Bambino nelle braccia di Sua Madre e lo
saluta: -...oculi mei viderunt salutare tuum...- Non sono
queste parole come chiavi, per comprendere i diversi
sintomi della vita moderna?... La presentazione di Gesù
Bambino al Tempio è il primo degli avvenimenti nei quali si
rivela la dignità messianica del Bambino” (7)
In realtà solamente in Cristo - ricorda monsignor Carlo
Caffarra al Meeting per l’amicizia fra i popoli del
1998, per i 20 anni di pontificato di Giovanni Paolo Secondo -
trova luce il mistero dell’uomo quale figlio di
Dio” (Costituzione Gaudium et Spes del Concilio
Ecumenico Vaticano Secondo, 22 ) (8), perchè Cristo e
l’uomo si corrispondono. E questo è semplicemente
meraviglioso.
Possiamo tranquillamente ricavare da qui il metodo giusto
col quale Dio opera all’interno dell’umanità:
incrista. E se usiamo questo verbo: incristare, lo usiamo
perchè è il meno inadeguato a descrivere l’opera di
Dio, il quale incrista l’uomo col bene morale, cioè
facendolo “bonus in quantum homo” scrive il
Dottore Angelico. ( Qui, care amiche e cari amici, mi
permetto di riferirmi alle Note degli anni passati e ad
altri piccoli scritti riguardanti il passaggio
all’Amore duraturo, all’Amore di Misericordia,
al quale i nostri cuori non possono non tendere) (2)
Dunque, cari amici e care amiche, dobbiamo riassumere con
una formula le conseguenze dell’
“incristare” ed è la formula del
“ristorare in Cristo tutte le cose”. Infatti,
diciamo con la Costituzione Lumen Gentium sulla Chiesa: è
giunta la pienezza dei tempi e , data l’indole
escatologica della Chiesa pellegrina sulla terra, ogni cosa
deve trovare la propria ristorazione in Cristo. (9)
“Venite a me, voi che siete affaticati e oppressi, ed
io vi darò ristorazione” (10)
Ad un certo punto, il Cardinal Wojtyla riflette: “se
l’enigma della condizione umana diventa sommo in
faccia alla morte...(Costituzione Gaudium et Spes del
Concilio Ecumenico Vaticano Secondo, 18) …la
filosofia personalista contemporanea ci invita a dare
rilievo a questo senso personale della morte e del
morire” (10 bis ) ( si pensi all’opera
di
Sant’Alfonso Maria de’
Liguori,
Apparecchio alla morte )
Ma si faccia attenzione: “si vorrebbe adattare Cristo
- continuava il Cardinale Wojtyla- ai propri programmi, che
sono programmi di consumismo...” (11) e questo è uno
dei segni particolari dei tempi nei quali viviamo, ma non
tanto quanto l’opposizione alla legge naturale, che
non poche religioni identificano con lo stesso Dio. Allora,
si alza il sipario su scenari apocalittici, gli scenari
della lotta fra il bene e il male, fra Cristo e
l’Anticristo, fra Dio, la Madonna e il Demonio. Si
deve scegliere, per questo, “fra le vie del bene che
portano alla vita, e le vie del male che portano alla
morte”(12). Sarà la chiamata di Giovanni Paolo Secondo a
“costruire tutti insieme una nuova cultura della
vita” (13).
Prima di tutto, sarebbe da costruire una nuova persona
umana, al posto di quella che conosciamo: diversa dalla
natura delle cose, in quanto fatta com’unione di
corpo e anima. Lo dice la stessa formula usata nel New Age:
“body and soul”, la quale è la stessa formula
usata dall’ultimo Concilio Ecumenico: “corpore
et anima unus”, come è riecheggiato nel saluto di
Mons. Angelo Scola a Mons. Dionigi Tettamanzi (14). Il Papa
è posto a garanzia di questa fattura autentica della
persona. Ecco perchè “il Papa è il più grande decoro
e prestigio per il nostro Paese”, come si legge nella
Relazione del
Papa alle Camere della Repubblica
Italiana del
14-11-2002 (15)
MOMENTI
Rileggo, cari amici e care amiche del Vescovo Eugenio,
questa lettera stesa da lui per il sottoscritto, alcuni
mesi prima del momento, che la prefazione del numero zero
del nostro Bollettino chiama: “momento del suo
passaggio alla vita definitiva in Cristo”:
“Caro Alen... l’idea di scrivermi per vivere
col papa in comunione nell’anniversario della
Veritatis Splendor può nascere solo da un cuore totalmente
immerso nella realtà della chiesa. Vivo col pensiero della
morte, che mi diventa sempre più familiare e nel quale si
fa lentamente più presente, come in uno spiraglio,
l’idea dell’incontro con Cristo. La fede ci
deve portare fino al punto di desiderarlo. Ma trovo nella
natura una muraglia di resistenza. Il pensiero che tu
preghi per me, mi è di grande conforto. A presto, si. Con
affetto grande.” (16)
In un mondo pervaso dal pret-a-porter, quelle parole
possono servire a descrivere momenti, nei quelli brilla una
“luce intellettual” che crea effetti speciali
su tutta la scena. “Da quando la malattia rivelatasi
mortale - scrive monsignor Giussani - lo aveva colpito,
monsignor Corecco era molto cambiato. Ricordo il giorno in
cui lo incontrai, il male lo aveva appena aggredito: - il
tempo si fa breve - mi disse ricevendomi. Ne fui così
colpito che quella frase divenne tema ispiratore di molte
riflessioni per l’intera Comunione e
Liberazione.” (17) “Ma nemmeno le tenebre per
te sono oscure, e la notte brilla come il giorno”
dice il Salmo 138.
Porto nella memoria, cari amici, quei giorni del 1995,
quando il Confessore del Vescovo, Monsignor Villa, mi
telefonò dicendomi che il Vescovo era ormai terminale e
desiderava rivedermi. Allora, un pomeriggio andammo da lui
e ci furono momenti pieni di meraviglia. Poco tempo dopo,
tornammo a rendere omaggio alla salma del Vescovo.
Monsignor Villa non resse e scoppiò a piangere,
appoggiandosi a me, per tutta la devozione che nutriva per
il compianto Vescovo. Cominciava a diventare meno scura
l’evidenza che, insieme, cari amici e care amiche,
possiamo offrire meglio i nostri contributi alle
riflessioni sul concetto di “terminalità” nel
contesto “dei tempi escatologici” (vedi
Costituzione del Concilio Ecumenico Vaticano Secondo, 48,
Indole escatologica della Chiesa pellegrina e sua unione
con la Chiesa celeste), cioè in connessione al concetto di
“sorellità” usato nella corrispondenza
dell’Eugenio con Monica Umiker, una nostra sorella
reclusa nell’ordine di Santa Chiara (18).
“Ti penso con una venerazione mista a paura e
vergogna - scrive monsignor Giussani a monsignor Majo in
relazione a certi momenti, nei quali si era illuminato il
senso ultimo della vita - : a paura perchè, certe
esperienze dolorose sono come vocazioni che, almeno nel
periodo in cui durano, fanno diventare esseri quasi
immensamente fuori del comune, ed io ora ti sento troppo al
di sopra di me, troppo più vicino a Gesù Crocifisso; a
vergogna, perchè anch’io non ho provato il dolore che
hai provato tu in questi giorni, il senso di vuoto che ti
ha riempito l’anima” (19)
“Ero in partenza per la Terrasanta - racconta una
testimonianza illuminante di don Gigi Peruggia - e lui
stava relativamente bene... ma una sera, passando da casa
ascolto la segreteria e trovo un messaggio di R.: il figlio
le ha quasi gridato: - dì a don Gigi di venire! Gli devo
chiedere perchè Gesù è così cattivo che fa morire il mio
papà” (il suo papà è Ambrogio, uno degli assistiti
che don Gigi ricorda meglio, n.d.r. )… Avevo paura
di non saper rispondere a quella enorme domanda - continua
don Gigi - la stessa che mi ha accompagnato dall’età
di quattro anni ... prendo tempo, ma intanto rimango sotto
il peso di quella domanda e me la porto dentro...”.
(20) Sembra di sentire gli stessi echi che risuonano nelle
parole di don Carlo Gnocchi sul dolore innocente.
“Ambrogio, quando toccherà a me, tu ci sarai,
vero?” chiede don Gigi al suo assistito, il quale gli
dona un biglietto con queste parole, che verranno lette al
suo funerale: “ciao don Gigi! Grazie di tutto ciò che
tu mi hai fatto...grazie per avermi dato la possibilità di
conoscerti come uomo e come prete...buona notte!..."
Si, viene il tramonto e poi la notte - conclude don Gigi -
ma non fa più paura, se ci si lascia aiutare da qualcuno
che accompagna il decollo, come una buona torre di
controllo...”.(21) Trovo queste parole sempre più
interessanti, care amiche e cari amici, all’aurora
del terzo millennio cristiano.
“Ho scritto per dare voce a tanti fratelli che gemono
nel silenzio” scrive il carmelitano padre Maurizio di
Gesù Bambino, ormai pre-terminale, all’inizio del suo
diario, che concluderà nella sua amata Palestina, dove è
spirato il 14-12-1997. L’opera è intitolata
“L’ostrica perlacea” , è pubblicata
da
Mimep-Docete ed è
di una profondità impressionante (22). Ringrazio i
ragazzi del Corpus Domini per averla potuta conoscere,
grazie alle ore in cui abbiamo frequentato insieme
alcune lezioni della nostra Facoltà Teologica, dove ci
siamo rivisti martedi 12 novembre scorso, in occasione
dell’apertura dell’anno accademico da parte
del Cardinale Tettamanzi. Nella gioia di quei momenti,
abbiamo verificato quale splendore abbiano assunto i
luoghi in cui è collocata la nostra Facoltà Teologica,
grazie anche ai 14 miliardi di vecchie lire donate dalla
Fondazione Cariplo. E noi pensavamo a tutto il denaro
che fluisce in buone azioni, come il miliardo di dollari
di cui parla il film di Ferrara dedicato al vecchio
Banco Ambrosiano (23).
Non possiamo dimenticare che, cari amici e care amiche, un
indirizzo teologico è stato dato dal nostro amato Vescovo
nel 1985, nella sua relazione sulla “presenza dei
migranti nella chiesa particolare come segno della mutua
immanenza fra chiesa particolare e universale” dove
scrive: “non si può separare il Sacramento dalla
Parola, elementi genetici e costitutivi della chiesa,
perchè il Sacramento contiene la Parola e la Parola tende a
realizzarsi concretamente nel Sacramento” (24) Anche
qui, abbiamo a che fare con il dogma dell’Immacolata
Concezione e dell’assunzione di Maria Vergine,
relativi alla persona com’unione di corpo e anima, un
dato strettamente connesso al culto cattolico del Corpus
Domini. Anche qui troviamo la vera garanzia nel Papa quale
Vicario di Cristo.
Forse memore di queste cose, ho posto al Vescovo Maggiolini
ed al Vescovo Coletti in due sedi diverse la stessa
domanda, che ho posto al Vescovo Citterio (25) e a diversi
amici: perchè è così attuale Sant’Ambrogio ? Dobbiamo
fare memoria della sua formula-base. “Sembrano
quasi un canto di gioia queste parole di
Sant’Ambrogio - scrive monsignor Escrivà in “La
Chiesa nostra madre” - : dove c’è Pietro, lì
c’è la chiesa, e dove c’è la chiesa, lì non
regna la morte, ma la vita eterna.” (26) Ecco perchè,
cari amici e care amiche, “chi non ha la chiesa quale
madre, non può avere Dio quale padre” , hanno sempre
ripetuto i nostri padri.
SALUTI
Memori del Signore presente fra di noi, cari amici e care
amiche, ci salutiamo con quelle indimenticabili parole che
terminano la prima lettera dell’Apostolo Pietro e che
valgono anche fra gli apostoli del nostro New Age:
“...state saldi nella vera grazia di Dio... vi saluta
la comunità che è stata eletta come voi in
Babilonia...
salutatevi col bacio della carità e sia pace a tutti voi
che siete in Cristo” (27)
N O T E
(1) Bolla Pontificia data l’11-07-2002 a firma di
Giovanni Paolo Secondo
(2) Vedi le nostre Note del 2-2-1999, del 2-2-2000, del
2-2-2001, del 2-2-2002 e vedi il nostro
opuscolo”Italiane”:
12 schizzi su 12 donne del nostro Paese , stampato in
proprio ad uso privato
(3) Lettera dell’Arcivescovo alle Famiglie del
26-01-2003
(4) Lettera ai Sacerdoti riuniti per gli annuali Esercizi
Spirituali – Agosto 2002
(5) Cronaca della Tavola Rotonda del 17-05-1999 su Il
futuro dell’embrione nella famiglia del 2000
(6) I Quaderni del Ticino ,
n°40
(6 a) Vedi il mio Memoriale da Los Angeles del
13-3-1997
(7) Segno di Contraddizione , Corso di Esercizi Spirituali
tenuto al Santo Padre dal Cardinale Wojtyla (d’ora in
poi: S.d.C.)
(8) Relazione di Mons.Carlo Caffarra al Meeting per l’amicizia fra i
popoli sui
primi vent’anni di pontificato di Giovanni Paolo
Secondo – Rimini 28-08-1998
(9) Costituzione Lumen Gentium del Concilio Ecumenico
Vaticano Secondo, 48
(10) Vangelo secondo Matteo, 11:28
(10 bis) Costituzione Gaudium et Spes del Concilio Ecum.
Vaticano Secondo, 18
(11) S.d.C. Corso di Esercizi Spirituali al Santo Padre
(12) S.d.C. Corso di Esercizi Spirituali al Santo Padre
(13) Giovanni Paolo Secondo,
Evangelium Vitae
(14) Saluto di Mons.Angelo Scola a Mons.Dionigi Tettamanzi
sul giornale “Il nostro tempo”,supplemento al
N°35, pagina 16
(15) Dr. Febo Alen Pandolfi: Lettera aperta del 21-12-2002
al Presidente della Repubblica
(16) Mons. Eugenio Corecco: Lettera del 27-7-1994 al
Dr.Febo Alen Pandolfi
(17) Testimonianza di Mons.Luigi Giussani, Il Giornale del
Popolo del 2-3-1995
(18) Bollettino dell’Associazione, N° 2 del dicembre
1997, pagina 86
(19) Mons.Luigi Giussani, Lettere d’amicizia a
Mons.Angelo Majo, lettera del 15-8-47
(20) Gigi Perugia, L’abbraccio del mantello: terapie
spirituali nelle cure palliative
(21) Gigi Perugia, L’abbraccio del mantello: terapie
spirituali nelle cure palliative
(22) P. Maurizio di Gesù Bambino, L’ostrica perlacea,
Mimep-Docete
(23) Vedi film “I banchieri di Dio”, regia di
G. Ferrara, con Rutger Hauer, Alessandro Gassman, Omero
Antonutti
(24) Bollettino dell’Associazione, N° 5 del febbraio
2002 , pagina 33
(25) Dr.Febo Alen Pandolfi: Lettera del 14-11-2002 al
Dr.Dino Boffo, Direttore del Quotidiano Cattolico Avvenire,
dedicata al Vescovo Bernardo Citterio
(26) Mons.Josemaria Escrivà del Balaguer, La Chiesa nostra
madre
(27) Prima Lettera di Pietro, 5,
12-14