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NOTE  PER  L’ASSOCIAZIONE  INTERNAZIONALE
 
AMICI  DEL VESCOVO MONS. EUGENIO CORECCO
 
PER LA FESTA DELLA PRESENTAZIONE
DI GESU’ BAMBINO AL TEMPIO
 
2 – 2 – 2002

 
 

MISERICORDIA

 
Care amiche  e  cari amici , dobbiamo essere memori che , nel tempo che passa ,  c’è  qualcosa  che  non passa , anzi progredisce : la  nostra affezione  per il  Vescovo Eugenio . Progredisce , perché il suo carisma sacerdotale convalidato dal Papa è un punto di vista sulla realtà totale , e ci mette nelle condizioni di riconoscere che non ci  sarebbe niente , senza la Misericordia di Dio.
Anzi , mi piace dire che il nostro Vescovo è stato per tutti noi un segno di  Misericordia.


Quest’anno in mezzo alle prove ,che sono giunte in abbondanza , e che Dio vuole permettere , nel pomeriggio del  27 dicembre , il giorno dedicato all’apostolo Giovanni , mi è giunta la lettera di  Suor Monica da Monteluce , colpita da un’affezione progressiva , cioè inguaribile , ma non incurabile. Ed è stato come essere toccati profondamente dal mistero di Dio . Allora ho riletto i nostri  ultimi bollettini  e  mi è stato chiaro che è una grazia immensa appartenere alla Chiesa Cattolica : davvero dovremmo desiderarla sempre di più  per tutte le nostre sorelle e per tutti i nostri fratelli , che non sanno ancora che grazia è essere figli  di una tale Madre.
Allora , è proprio come dice San Cipriano : non può avere Dio quale padre , chi  non ha la Chiesa quale madre.
Nell’amicizia del nostro Vescovo  abbiamo gustato la meraviglia di questa immensa grazia , che è proprio grazia di Misericordia , la grazia di appartenere alla Chiesa Cattolica , fondata sulla roccia di Pietro , come dice Sant’Ambrogio :
UBI  PETRUS  IBI  ECCLESIA.
E  noi  possiamo testimoniare qualcosa di quest’attaccamento a  Pietro , grazie all’esperienza dell’amicizia con il nostro Vescovo , il quale viveva una relazione particolare col Papa , e condivideva con Lui  il compito di guidare la Chiesa nei tempi delle traduzioni del Concilio nella vita delle donne e degli uomini contemporanei.
- Pietro , mi ami tu  più di costoro ?  Chissà con quale profondità  il nostro Vescovo ha condiviso col Papa le conseguenze di questa domanda , come le condividiamo noi , per quell’attaccamento al  Papa , insegnato da  don Giussani   (1)
- Pietro , mi ami tu  più di costoro ?  Chissà  con quale profondità sono riecheggiate nel suo cuore queste parole , quando ha esposto la sua relazione all’ Hotel de la Paix , invitato da esponenti delle massonerie locali.
- Pietro , mi ami tu  più di costoro ?  Chissà con quale profondità  il nostro Vescovo  portava  le sue ragazze e i suoi ragazzi dell’Azione Cattolica  a  riascoltare questa domanda , che risuonava  nell’esperienza del suo cuore sacerdotale.
  
Ma che cosa è successo precisamente a Pietro , che lo ha abilitato ad un tale compito ?  Il Vicario di Cristo condivide con tutte le donne e gli uomini  che sono attaccati a Lui , la sua relazione con quel  Dio che è sempre un bambino , e  in tale  Dio bambino  riconosceva la  luce di tutte le nazioni. Ecco che cosa è successo a Pietro: ha riconosciuto che  in quell’uomo di nome Gesù  permane nel tempo il  Dio bambino.

 
 

FESTA

 
Non è un caso che la stessa cosa è stata affermata in modo paradigmatico in quell’incontro fra Simeone e la Santa Famiglia , dove si può dire che avviene e  si stabilisce la prima costituzione della Chiesa globale per tutte le nazioni  proprio con la prima confessione di una figura istituzionale ,che riconosce nel Tempio di Gerusalemme il Cristo come tale in quel  DIO  BAMBINO e  lo  proclama  LUMEN  GENTIUM  Da quel momento  anche Israele è chiamato a riconoscere la ragione della propria  pace nel  Natale permanente di Gesù , come ha detto il Padre Custode Giovanni Battistelli , pur in un mondo che fa del commercio di armi la ragione della propria vita , noi  riaffermiamo con forza “che il Natale prenda il posto della strage degli innocenti”.


Qui , care amiche e cari amici , devo inserire un  post-scriptum , per una cosa che è avvenuta la domenica mattina  del   3 febbraio 2002 nel Duomo di Milano : è stato commovente partecipare alla Santa Messa con  Monsignor Majo  nella liturgia della Presentazione di Gesù’ Bambino al Tempio , mentre assistevamo al Sacro Rito con le dame e i cavalieri nei costumi  tipici delle Confraternite del  Santo Sepolcro.


Ma come si può sperare e come si  può operare per la pace , come si può promuovere la giustizia e come si possono alleviare tante sofferenze, se non comprendiamo ciò che ha detto un giorno Dionigi Tettamanzi: LA NOSTRA NON  E’  UNA  RELIGIONE  MONOLITICA ?

Per questo c’è un movimento di preghiera , sempre più importante , in tutto il mondo , come hanno constatato i  Vescovi  convenuti al Meeting del 24 gennaio in Terra Santa  (2)

 

RISONANZE

 
Proprio oggi , in questa Festa della Presentazione al  Tempio di Gerusalemme , abbiamo visitato la manifestazione  di Arte  Sacra  Pulchra Ecclesia , che si svolge a  Montichiari , vicino a Brescia  per il secondo anno , e  vi ho trovato un’opera , che ho avuto l’impulso di benedire , toccandola e ritoccandola :  un blocco di marmo bianco scolpito ad  altare , della quale ora  non il ricordo il nome dell’autore , ma guardandola  davanti ,  gli occhi  si immergevano in una drammatica apertura , con i lembi come quelli di una ferita slabbrata nella carne :  è il linguaggio universale della sofferenza ospitata nella materia , che gli operatori sanitari conoscono. Ma in realtà  “ tutti noi ci occupiamo di esseri       i  quali cercano il senso della loro sofferenza , ovvero il nesso tra la vita e il destino per cui sono fatti. La malattia  è       il richiamo , l’ultimo e il più terribile , a ricercare questo senso. Una simile ricerca non è al di fuori del rapporto fra       il  medico e il paziente, ma lo costituisce interamente , in modo esplicito ed  implicito , tanto più se la malattia è grave       e  l’interrogativo umano profondo” (3)

Come ha scritto
Mons.Angelo Scola  in un’opera che consiglio a tutti gli operatori della salute:  “con questo libro  ho voluto dare una qualche unità ad una riflessione , che vado svolgendo oramai da vent’anni  … l’esperienza elementare reclama di essere presa in considerazione compiutamente … potremmo lapidariamente formularla cosi’ :  può la sofferenza essere solo sofferenza ?  (4)
 
Ma se le cose stanno cosi’ , come non richiamare alla mente la raccomandazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità , fatta  a  Ginevra all’Assemblea Generale del 1998  ?   Quella raccomandazione suonava cosi’ : 
 
“ ENTRO IL 2010 TUTTE LE PERSONE AVRANNO ACCESSO  PER TUTTO IL PERIODO DELLA VITA AD UN’ ASSISTENZA DI BASE GLOBALE  E DI QUALITA’ , INCLUSI I SERVIZI  MATERNO-INFANTILI “ 
A questo riguardo , ricordiamo quanto ha scritto il Preside della nostra Facoltà Teologica , Monsignor Giuseppe Angelini  nell’opera : La malattia , un tempo per volere , Vita e Pensiero :  “il farmaco di gran lunga più usato in medicina generale è il medico stesso….”
                                                      .
Mi ha fatto piacere riabbracciare il Padre Piero Gheddo alla presentazione della sua opera  dedicata alla sfida della globalizzazione : “Davide e Golia” , presentata  a  Milano a  cura   dell’
ACS  ( Aiuto alla Chiesa che Soffre )   (5)
 
Ma ricordiamo , care amiche e care amici , quel grande Dottore della Chiesa  che è stato Sant’Ambrogio , vedeva  nel  Papa  la Medicina della Misericordia , della quale sono assetati  i nostri tempi di globalizzazione , come  ha  ricordato Giovanni Paolo Secondo nella meravigliosa  Epistola Apostolica  Operosam Diem , dedicata a Sant’Ambrogio , dove ha scritto che “il Vescovo di Milano volle dare risposta  a  queste gravi esigenze , non soltanto all’interno della comunità ecclesiale , ma allargando lo sguardo pure ai problemi posti dal risanamento globale della società”. Per questo ci vuole una cura .  Ma quale cura ? (6) “Al giorno d’oggi la Chiesa preferisce usare la medicina della Misericordia”. Quindi si tratta di considerare i collegamenti di questa tematica globale con  il dialogo inter-religioso (1) Cos’altro può essere la vera libertà religiosa, tanto cara al Concilio (
Dignitatis Humanae ) se non  il dialogo inter-religioso da elevare a metodo dei rapporti sociali, affinchè possiamo pervenire alla gloria dei figli di Dio ?  (1)
 
Penso alle parole ascoltate un giorno al Centro Schuster  da un uomo che ha penetrato fino in fondo la mia coscienza  già dal primo incontro , ed è un uomo il quale in questi anni ha trovato nella mentalità sociale dominante una grave affezione , che  è come un  sistema di separazioni , un male profondo , forse in assoluto il più profondo , perché riguarda l’idea stessa di  “verità” . Quest’uomo  è giunto ad  affermare che tale male è la crisi della verità . Ora si tratta di vedere se è un male inguaribile nella sua progressività o no.  Nondimeno , l’affermazione ha un suo peso di gravità inaudita. Infatti , “ che cosa significa ‘crisi di verità’ ? Significa crisi di termini come : libertà , amore , dono sincero … I quali non vogliono dire più niente. Sono come recipienti vuoti che ciascuno riempie coi contenuti che vuole…. Ma  ‘crisi della verità’ significa qualcosa di più profondo : è il puro relativismo , nel quale l’uomo si rinchiude da sé nella prigione della propria soggettività , dentro la quale non può trovare che la morte spirituale…. è come continuare a girare senza concludere nulla. E Kierkegaard dice che è questa l’essenza della disperazione…. Ecco dove ci ha portato quel sistema di separazioni : separare l’amore dalla sessualità , separare la sessualità dalla procreazione , separare la procreazione dal matrimonio e dalla famiglia….
 
 
E’ ancora possibile dare una definizione , che non sia puramente formale , del matrimonio e della famiglia ? Comunione fra un uomo e una donna ?  E perché non fra due uomini e due donne ?  …    e  perché no una relazione d’amicizia  omosessuale ?  Ciascuno se la inventa :  è ciò che è accaduto in questi mesi !”  ( Corso di aggiornamento per il clero tenuto da  Monsignor Carlo Caffarra  circa l’insegnamento della Chiesa  sul  Matrimonio e la Famiglia , gennaio 2002 )
 
Non si può non pensare a queste cose , se non vogliamo ridurre a belle parole  le soluzioni ai problemi  della  cura globale  della  società , della quale parla il Papa nella sua lettera dedicata a Sant’Ambrogio. A questo proposito  devo rinviare a  due miei scritti : la lettera del  19-05-2001 al Vescovo della  Salute  Monsignor  Mascheroni ,  il quale è        da tanto tempo amico di Dionigi Tettamanzi , e  la  C.I.A.M.P.  , una  bozza di Carta Internazionale di Azione per la Medicina Popolare, che raccoglie alcune riflessioni richiestemi da una gentile esponente politica del mio paese (7) (8)
 
 
 
CLERO
 
Care amiche e cari amici del Vescovo Eugenio , ho in mente quel pomeriggio , nel quale c’è stato l’ultimo dialogo con lui , nel salotto del suo studio con monsignor Villa , ed entrò un sacerdote ad informarlo su questioni riguardanti  la  Facoltà Teologica. Ebbene , avevamo toccato l’argomento del  Cardinale Schuster , del quale lui era devoto : si ricordava che c’era stata la ricognizione canonica della salma , ed era stata  rinvenuta  incorrotta , dai giorni della sua composizione nella cassa.  Allora , quando ascoltai con le mie orecchie , più di un anno dopo , le parole proclamate dal Papa in Piazza San Pietro il 12 maggio 1996 , non potei fare a meno di pensare a quel  dialogo :  “l’amore per Cristo costituisce il cuore dell’attività apostolica di Alfredo Ildefonso Schuster”. A Roma , quel giorno , Dio mi fece incontrare  su  un marciapiede , nei paraggi della residenza di don Massimo Camisasca , un sacerdote legato alla figura di Schuster : il venerabile Don Bruno De Biasio , col quale facemmo il percorso in autobus  fino al Vaticano. Sono passati 5 anni  da quel giorno fino alla sera del   17 aprile 2001, quando ho rivisto i due insieme , a Desio , il paese di Papa Ratti e Giussani  per la  presentazione di un libro dedicato a  CL , un’opera della quale mi limito a segnalare la nota numero 29 di pagina 287 dove leggiamo che , in occasione della crisi del “68  ed i relativi disordini registrati in Università Cattolica il  Cardinale inviò una lettera al clero e ai fedeli con queste parole :  “…non posso lasciare i giovani nella pericolosa illusione che siano conciliabili con la legalità e soprattutto con lo spirito cristiano , del quale vogliono essere portatori ,il ricorso alle pressioni di forza e di violenza  e  un metodo di contestazione globale…” (9 )
 
Parlando di  Schuster , l’Ufficio per le Cause dei Santi con la pubblicazione curata da Don Ennio Apeciti  ci  ha assicurato che  Dio gli ha donato  lo spirito di preghiera ( 10 )  Per questo , sono stato in  Duomo e  ho pregato  in ginocchio davanti alla sua figura , quel giorno , appena ho saputo della nomina papale del nostro Presidente Mons.
Angelo Scola Patriarca di Venezia ( 11 )  e stiamo tranquilli  che Dio sta operando per arricchire di doni sacerdotali  tutta la nostra  società , in Italia , in Europa e nel mondo. Per questo, quale semplice fedele intendo chiedere per iscritto all’Assistente Diocesano della  Fraternità  di Comunione e Liberazione , il quale per grazia di Dio è il curato del paese del quale sono cittadino , la cortesia di attivarsi  presso l’Ufficio del Cardinale , perché i ragazzi della fraternità  di don Massimo , come quelli di tante altre famiglie religiose , possano operare nella nostra chiesa , cosi’ bisognosa di cure.
 
Ho appreso con una certa meraviglia i  numeri che il curato ci ha voluto rivelare durante una catechesi con gli adulti :  30 anni fa il seminario diocesano conteneva circa 1500 candidati al sacerdozio , oggi  sono circa 150. Non è un problema di marketing , ma di santità.  Pio XI , il quale pensava che la nostra democrazia sarà  cristiana , o non sarà ,  66 anni fa , si rivolgeva all’Azione Cattolica , la quale era vista come un giardino ( proprio come l’Italia  la quale è il giardino del mondo ) con tanti  fiori profumati : erano le vocazioni sacerdotali , che facevano la festa del nostro popolo.
Oggi , ci rivolgiamo in particolare alle
ACLI , perché solo in una società che vede le sue donne e i suoi uomini lavorare insieme , e lavorare santificandosi , le vere vocazioni sacerdotali possono nascere ed insorgere nel deserto di questo mondo. Un grande movimento di preghiera  s’eleva a questo scopo nelle clausure e nelle anime di tante persone , di quelle sane e di quelle malate , soprattutto di quelle malate inguaribili .
 
E’ stato davvero commovente il  2-6-2001 nella Cattedrale di Lugano , quando ci siamo stretti intorno a  Roberto  e   agli altri candidati  fra persone convenute da diverse nazioni alle ordinazioni sacerdotali , e abbiamo sentito la bella  omelia del Cardinale Agustoni , il quale ha citato Sant’Ambrogio , quando definisce i sacerdoti : “ i membri più belli”  della Chiesa , “praestantiora membra”. Roberto, non siamo chiamati ad amare il Signore come la Maddalena ?
Non mancano mai persone che  Lo amano cosi’ !
Perciò , non si creda che la crisi sacerdotale sia in un vicolo cieco , ma si continui a pregare , in particolare per  il   Santo Padre , perché se non c’è attaccamento al  Santo Padre e al suo insegnamento morale , non ci può essere un    clero adeguato per questi  nostri tempi , non ci può essere una società sana fatta di famiglie sane  (12)
 
Non a caso ,  Sant’Ambrogio nutriva una particolare devozione per  Abramo , il padre dei credenti , quell’Abramo      nel quale sta la garanzia del mandato procreativo :  “siate fecondi e  moltiplicatevi …”  ( Gen . 9,2 ) , quell’Abramo   nel quale sono “ benedette tutte le famiglie della terra…”  ( Gen. 1,28 )  quell’Abramo il quale riceve la promessa di essere padre di tanti popoli . Per tutti noi , infatti , si  tratta di rivivere l’olocausto dei sentimenti nella relazione con il Dio della promessa , relazione nella quale è coinvolta l’umanità intera , relazione vissuta oggi come Abramo. E la nostra memoria sa bene , care amiche e  cari amici , quanto il nostro Vescovo ha conosciuto nei suoi  sentimenti questo olocausto di misericordia , che trova  in Abramo uno dei  suoi  rappresentati più belli , uno dei  simboli  del Vangelo della Vita  (13)
 

VANGELO  DELLA  VITA
 
Per arricchire le argomentazioni relative a questo tema ,  rinvio ad alcuni miei scritti di questi anni : il  Messaggio del  25-07-1998  per il  XXV dell’ Humanae Vitae di  S.S. Paolo VI (14) e quello  per il  Seminario con il  Dott  Francesco Maistò , Sostituto Procuratore Generale della Repubblica  dal  titolo : Carcere è società  del  28-11-1998 , le parole del quale mi sono tornate in mente poche settimane fa , durante una  cena con  il  Dott. Piero Forno , il quale si occupa di reati di pedofilia  ( 15 )
Ebbene , care amiche e cari amici del Vescovo Eugenio , della vita  mi parlava coi suoi occhi  una gentile signora del mio paese , qualche notte prima del suo funerale , quando mi chiamò perché faceva fatica a respirare. Certo , l’Enrica teneva sul comodino un’immagine di San Riccardo , ed io , mentre le facevo la terapia le parlavo del  nostro amico e concittadino Vescovo Maggiolini , perché da piccoli erano compagni di scuola , tutti e due del  “31 ( e l’Enrica ne era orgogliosa ). Fatta la terapia , l’ho lasciata nel suo letto sorridente.  Il Vescovo ricorderà  d’averla avuta  fra le sue piccole amiche e  forse l’ha ricordata il 25 aprile , quando è venuto a celebrare una  Santa Messa nella sua parrocchia    e ci ha confessato le parole che vorrebbe  per la sua lastra  tombale :  “ne mors dissociet quod amor sociavit”.
 
Sapete , sono immagini che mi porto nel cuore e che ho ripensato l’altro giorno , vedendo in piazza il curato con l’addetto alle pompe funebri , vicino al fiorista e al palazzo comunale , indaffarati , ma non indaffarati come per altri funerali. Ad esempio , come quella volta in cui c’è stato il funerale di un industriale , presente Sandra Mondaini , o quella volta in cui c’è  stato quello di un grosso macellaio , e il curato nell’omelia  ha voluto  ricordare a tutti  che “anche a  lui piaceva la carne”.  Tuttavia , prima che il Sinodo abolisse l’Ufficio quotidiano dei morti , tutte le mattine   si  pregava  per le nostre care anime , e le Consorelle portavano avanti un culto dei morti , che è stato sempre la base delle varie forme di religiosità parrocchiale. Cosicché , durante un dialogo fra colleghi sulle modalità di vivere il lutto nelle varie regioni , ho potuto affermare che non mancano neppure qui , nel profondo nord , alcuni usi spettacolari , degni  delle cosiddette  “prefiche” della letteratura classica. Tuttavia , cerchiamo ancora di pregare insieme per la demografia del nostro paese, come vuole il Vangelo della Vita                                                                                          
 
A questo punto , chiedo l’aiuto di un sacerdote spirato da poche settimane a Rho , Giuseppe Rigamonti , il quale avevo visitato diversi mesi fa , studioso di Sant’Ambrogio e autore di opere dedicate al grande Vescovo.  Quel  giorno  gli  avevo chiesto perché  sia cosi’ attuale Sant’Ambrogio  e  lui  mi ha dato una risposta che mi porto dentro.
Lo penso insieme a Monsignor Villa , il quale è come lui , del “10  , e  ne condivide il carisma  sacerdotale  (16 ) come ha potuto constatare il Vescovo Eugenio , del quale Monsignore è stato il confessore per tanti anni.
 
Sapete che proprio nel nome di questo carisma sacerdotale , io penso , Monsignore ha voluto donare all’attuale Abate di Sant’Ambrogio la croce pettorale che lui stesso aveva donato all’Eugenio Corecco , e che aveva riavuta indietro , dopo la  sua scomparsa. Ora , dunque, la possiede l’ Abate di Sant’Ambrogio  Sua Eccellenza Monsignor Erminio De Scalzi  e  sapete che ne possiede una uguale l’attuale Arcivescovo di Ferrara Sua Eccellenza Monsignor Carlo Caffarra . Quest’ultimo me la mostrò un giorno , durante una visita che gli feci a Ferrara nel suo studio in Curia , quando la prese fra le mani e mi guardò dicendo :  “ la vedi questa ?  E’ una copia esatta di quella che portava l’Eugenio…grazie a lui  ora  sono qui …”
 
Se vogliamo operare per una vera cultura della vita , dobbiamo operare perché questo carisma sacerdotale contagi  non poche persone , giovani e meno giovani ,  e questo contagio si diffonda in tutto il mondo , “perché dove mancano  i sacerdoti abbondano i martiri” , fa dire Bernanos  nei  Dialoghi delle Carmelitane. Con questa coscienza , mi sono iscritto alla nostra Facoltà Teologica di Milano , e sto frequentando alcuni corsi , nei limiti delle mie possibilità
 
 
 
SALUTI
 
Ora , care amiche e cari amici del Vescovo Eugenio , dobbiamo salutarci , ma non senza chiederci  prima un piccolo piacere : diciamo una  Salve Regina per la mia amica Fatima , la quale durante una crisi depressiva  ha tolto la vita alla sua bambina  il 3 dicembre 2001.  Non abbia a sentirsi  diversa  agli occhi della Misericordia di Dio  , come non abbiano a sentirsi diversi  Giampaolo e Luigi , il marito e il figlio , con i quali  ci vogliamo stringere , per  recitare insieme una Salve Regina , perché siamo tutti figli di Dio , per sempre !
Allora , salutiamoci  con  quelle indimenticabili  parole dell’apostolo Pietro , il quale ci dice oggi : “ … state saldi nella vera grazia di Dio … vi saluta la comunità che è stata eletta come voi in Babilonia  … salutatevi col bacio della carità   e  sia pace a tutti voi che siete in Xto”  ( 1 Pt )
 
 
 
N O T E
 
( 1 )  In relazione agli obiettivi del Concilio, si veda il n.48 della Costituzione Lumen Gentium: “Invero Cristo per  mezzo del  Suo Spirito  costitui’  il Suo Corpo  che è la Chiesa, quale  universale  sacramento  di  salute”
E si veda il numero 16 del Discorso di  S.S. Giovani XXIII all’apertura del Concilio :
 “Al  giorno d’oggi , la Chiesa preferisce usare la medicina della misericordia”. Riguardo al dialogo inter-religioso connaturato all’obbiettivo dell’ultimo Concilio, si veda la Dichiarazione Dignitatis Humanae
 
( 2 )  Avvenire del  29-01-2002 , articolo di  S.E. Monsignor Merisi :  “Quel  24  gennaio a  Gerusalemme”
 
( 3 )  G. Cesana, Il ministero della salute, Studio Editoriale Fiorentino, Firenze , 2000 , pagina  8.
 
( 4 )   A. Scola, Se vuoi  puoi guarirmi, Ed.Cantagalli  Siena , 2001,  pagina 6  e  pagina 75  
 Si vedano le mie note dedicate alla stessa opera di  Angelo Scola, Ottobre 2001
 e si veda la Rivista Internazionale Oasi 
www.cisro.it
 
(5)  P.Gheddo e R.Beretta , Davide e Golia: i cattolici e la sfida della globalizzazione, Ed  San Paolo,  Milano , 2001
 
(6)  Vedi  Opere santambrosiane
 
(7)  A. Pandolfi , Lettera del  19-05-2001  al Vescovo della Salute  S.E. Monsignor Mascheroni
Vedi pure la Relazione del Padre R. Spiazzi : La Chiesa per la salute mentale dell’uomo moderno , Studi Cattolici
Luglio-Agosto 2001 , pagina  543
 
(8)  A. Pandolfi , C.I.A.M.P. , Bozza di Carta Internazionale per una Azione di Medicina  Popolare
 
(9)  M. Camisasca , Comunione e Liberazione , Ed San Paolo , Milano , 2001
 
(10) E. Apeciti, Documenti relativi alla Causa di Beatificazione del Cardinale Alfredo Ildefonso Schuster a cura del Centro Ambrosiano , Milano , 2001
 
(11) A. Pandolfi , Saluto a S. E. Monsignor Scola  in occasione della nomina papale a Patriarca di Venezia                    
 
(12)  Episcopato degli Stati Uniti :
Messaggio ai genitori di omosessuali , Sono sempre nostri figli
 
(13)  Giovanni Paolo Secondo , Evangelium Vitae
 
(14)  A. Pandolfi , Messaggio per  il  XXV della Lettera Enciclica Humanae Vitae di  S.S. Paolo VI                     
 
(15)   A.Pandolfi , Cronaca sul  Seminario  “Carcere è società” del  28 novembre 1998
 
(16)   A. Pandolfi , Intervista a  Monsignor Luigi Villa del  2-5-2000 in 
link Mons. Villa
 vedi  Edizioni delle mie note del  2-2-1999 ,  2-2-2000 ,  2-2-2001
vedi  Codex  Juris  Canonici ,  Canone 978 : 
MEMINERIT SACERDOS , IN AUDIENDIS CONFESSIONIBUS, SE IUDICIS PARITER ET MEDICI  PERSONAM SUSTINERE  AC DIVINAE IUSTITIAE SIMUL ET MISERICORDIAE A DEO CONSTITUTUM ESSE , UT HONORI DIVINO ET ANIMARUM SALUTI CONSULAT