SEMPRE NOSTRI FIGLI (ALWAYS OUR
CHILDREN)
UN
MESSAGGIO PASTORALE AI GENITORI DI FIGLI
OMOSESSUALI
E
SUGGERIMENTI AI COLLABORATORI PASTORALI
CONFERENZA
DEI VESCOVI DEGLI STATI
UNITI
1997
Premessa
Lo scopo
di questo messaggio pastorale è raggiungere quei genitori
che cercano di reagire alla scoperta
dell’omosessualità di un figlio, adolescente o
adulto. Esso esorta le famiglie ad attingere alle riserve
di fede, di speranza e di carità nell’affrontare le
incertezze del futuro. Chiede loro di riconoscere che la
chiesa offre enormi risorse spirituali per fortificarli e
sostenerli nella loro vita familiare in questo momento e
nei giorni a venire.
Questo messaggio si ispira al Catechismo della chiesa
cattolica, al magistero di Giovanni Paolo II, alle
dichiarazioni della Congregazione per la dottrina della
fede e della nostra conferenza episcopale." Il messaggio
non è un trattato sull'omosessualità. Non è una
presentazione sistematica del magistero morale della
chiesa. Non avvia nessun discorso teologico. Facendo
riferimento al magistero della chiesa e alla nostra
esperienza pastorale, intendiamo invece pronunciare parole
di fede, speranza e carità per i genitori che hanno bisogno
dell'amorevole presenza della chiesa in un momento che
potrebbe essere uno dei più difficili della loro vita.
Vogliamo anche essere di ausilio ai sacerdoti e agli
operatori pastorali, che spesso sono i primi a essere
avvicinati dai genitori, con le loro difficoltà e ansietà.
Negli anni scorsi abbiamo cercato di raggiungere le
famiglie in circostanze difficili. I nostri interventi
hanno avuto la forma di brevi dichiarazioni, come questa,
rivolte a persone che credevano di essere al di fuori della
sfera di attenzione della chiesa. Sempre nostri figli si
colloca nella stessa linea di tali precedenti dichiarazioni
pastorali.
Questo messaggio non intende sostenere istanze o porsi al
servizio di una particolare questione di attualità. Non va
inteso nel senso di un avallo a quello che alcuni chiamano
"uno stile di vita omosessuale". Sempre nostri figli è una
mano tesa dal Comitato episcopale sul matrimonio e la
famiglia ai genitori e agli altri membri della famiglia, e
offre loro uno sguardo nuovo sulla grazia presente nella
vita familiare e sulla inesauribiie misericordia di Cristo
nostro Signore.
"Un impegno pastorale ancor più generoso, intelligente e
prudente, sull'esempio del buon pastore, è richiesto nei
confronti di quelle famiglie che - spesso indipendentemente
dalla propria volontà o premute da altre esigenze di
diversa natura - si trovano ad affrontare situazioni
obiettivamente difficili" (Giovanni Paolo II, Familiaris
consortio, n. 77; EV 7/1768).
Un momento critico, un tempo di grazia
Mentre cominciate a leggere questo messaggio, vi può
sembrare che la vostra vita sia nel turbamento. Voi e la
vostra famiglia potreste trovarvi in una di quelle
situazioni difficili di cui parla il santo padre:
- credete che vostro figlio adolescente stia provando una
tale attrazione sessuale e/o osservate atteggiamenti e
comportamenti che trovate inquietanti e sconvolgenti o che
vi sembrano sconvenienti;
- vostro figlio o vostra figlia vi ha fatto sapere di avere
una tendenza omosessuale;
- siete divisi tra l’amore per vostro figlio come
preziosa creatura di Dio e il non volere appoggiare
comportamenti che sapete essere giudicati sbagliati dalla
chiesa.
Avete bisogno di non affrontare questo periodo doloroso da
soli, senza un sostegno umano o senza la grazia di Dio. La
chiesa può costituire uno strumento allo stesso tempo di
aiuto e di guarigione. È per questo che noi vescovi vi
scriviamo, come pastori e come maestri.
In questo messaggio pastorale attingiamo al dono della fede
nonché a tutto il magistero e alla prassi pastorale della
chiesa, per offrire sostegno amorevole, guida sicura e
consigli per gli operatori adeguati ai vostri bisogni e a
quelli dei vostri figli.
Il nostro messaggio parla dell’accettare voi stessi,
le vostre credenze e valori, i vostri problemi e tutto ciò
con cui state lottando in questo momento;
dell’accettare e amare vostro figlio come un dono di
Dio; e di accettare nella sua pienezza la verità della
rivelazione di Dio sulla dignità della persona umana e sul
significato della sessualità umana. Nella visione morale
cattolica non vi è contraddizione tra questi livelli di
accettazione, poiché verità e amore non si oppongono. Sono
inseparabilmente uniti e radicati in una persona, Gesù
Cristo, che rivela che Dio è la verità ultima e l'amore che
salva.
Con questo messaggio ci rivolgiamo anche alla più vasta
comunità ecclesiale, e in particolare ai sacerdoti e agli
altri operatori pastorali, e chiediamo che le nostre parole
vengano tradotte in atteggiamenti e azioni conformi
all'amore insegnato da Cristo. Attraverso la comunità dei
suoi credenti Gesù vi offre speranza, aiuto e guarigione,
per fare in modo che tutta la vostra famiglia possa
diventare una comunità intima di vita e di amore secondo la
volontà di Dio.
Accettare voi stessi
Poiché alcuni di voi potrebbero essere travolti da un mare
di emozioni, parliamo per prima cosa dei sentimenti. Anche
se il dono della sessualità umana può essere talora un
grande mistero, il magistero della chiesa
sull’omosessualità è chiaro. Tuttavia, poiché i
termini di tale magistero, riguardando vostro figlio o
vostra figlia, sono ora divenuti per voi molto personali,
potete sentirvi confusi e combattuti.
Probabilmente state provando molte emozioni, di diverso
tipo e intensità, come:
Sollievo. Forse già da qualche tempo vi eravate accorti che
vostro figlio o vostra figlia era in qualche modo
diverso/a. Ora è venuto/a da voi, affidandovi qualcosa di
molto importante. È possibile che altri fratelli lo
avessero già appreso prima di voi, e che abbiano esitato a
dirvelo. In ogni caso, un peso è stato alleggerito.Ponete
il caso che vostro figlio vi abbia parlato non per ferirvi
o creare una distanza, ma per amore e fiducia, e in un
desiderio di sincerità, intimità e di un dialogo più
ravvicinato.
Rabbia. Potete sentirvi ingannati o raggirati da vostro/a
figlio/a. Potete essere in collera con vostro marito o
vostra moglie biasimandolo/a per avere "fatto diventare il
figlio così", soprattutto se vi sono state relazioni
genitore-figlio difficili. Potete essere arrabbiati con voi
stessi per non avere riconosciuto i segni
dell’omosessualità. Potete provare, insieme alla
rabbia, delusione, se i familiari e talora gli stessi
fratelli respingono il fratello o la sorella omosessuale.
Così come potete arrabbiarvi se familiari o amici si
mostrano troppo accondiscendenti e anzi incoraggiano
l’omosessualità. Ci si può anche adirare con Dio
– e non è cosa da poco – per tutto quanto sta
avvenendo.
Afflizione. Potete avere l’impressione che vostro
figlio non sia più lo stesso individuo che prima credevate
di conoscere. Pensate che non vi darà mai dei nipoti.
Queste speranze perdute, come pure il fatto che gli
omosessuali vanno spesso incontro a discriminazioni e ad
aperta ostilità, possono provocarvi grande tristezza.
Paura. Potete temere per l'incolumità fisica e il benessere
generale di vostro figlio di fronte ai pregiudizi. In
particolare, potete essere spaventati dal fatto che nella
vostra comunità altri possano emarginare vostro figlio o la
vostra famiglia, e trattarli con disprezzo. Il timore che
vostro figlio contragga il virus HIV o l'AIDS o
un’altra delle malattie che si trasmettono
sessualmente è reale e sempre presente. Se vostro figlio è
sconvolto potete avere la preoccupazione che tenti il
suicidio.
Senso di colpa, vergogna e solitudine. "Se solo avessimo
... o non avessimo". sono parole con cui i genitori possono
talora torturare se stessi in questi momenti. Dal passato
affiorano, come fantasmi, rimpianti e delusioni. Un senso
di fallimento può farvi sprofondare nella vergogna e
isolarvi dai vostri figli, dalla vostra famiglia e da altri
gruppi di sostegno.
Atteggiamenti protettivi e orgoglio di genitori. Nella
nostra società gli omosessuali sono spesso oggetto di
discriminazione e di atti di violenza. Come genitori
vorreste naturalmente proteggere i vostri figli dalle
offese, malgrado la loro età. Continuate a insistere: "Sei
sempre mio figlio, niente potrà mai cambiare questo. Sei
anche un figlio di Dio, donato e chiamato in vista di un
fine nei disegni di Dio".
Nel cercare di dare ordine ai vostri sentimenti dovete
tenere presenti due cose importanti. Innanzitutto,
ascoltateli. In essi potete cogliere elementi che possono
condurvi a una più piena comprensione della volontà di Dio
per voi. Inoltre, dal momento che alcuni sentimenti possono
essere confusi o contraddittori, non è necessario che
agiate su tutti. Può essere sufficiente riconoscerli, ma
può anche essere necessario parlarne. Non aspettate che
tutte le tensioni sembrino risolvibili, o lo divengano. La
vita cristiana è un viaggio, caratterizzato da perseveranza
e preghiera. È un sentiero che conduce da dove siamo ora a
dove sappiamo che Dio ci sta chiamando.
Accettare vostro figlio
Come potete esprimere nel migliore dei modi il vostro amore
– esso stesso un riflesso dell'amore incondizionato
di Dio – per vostro figlio‘? Sono necessarie
almeno due cose. Primo, non rompete i rapporti, non
rifiutate vostro figlio. Un numero impressionante di
giovani omosessuali finisce sulla strada perché respinto
dai familiari. Questo e altri condizionamenti esterni
possono esporre il giovane al rischio più grave di
comportamenti autodistruttivi come l’abuso di
sostanze e il suicidio.
Vostro figlio può avere bisogno di voi e della famiglia ora
più che mai. È ancora la stessa persona. Questo figlio, che
per voi è sempre stato un dono di Dio, ora può portarvi un
altro dono: rendere la vostra famiglia più onesta,
rispettosa e capace di sostegno. Sì, il vostro amore può
essere messo alla prova da questa realtà, ma può anche
rafforzarsi nella vostra lotta per rispondere con amore.
Il secondo modo per trasmettere amore è cercare un aiuto
adeguato per vostro figlio e per voi stessi. Se vostro
figlio (o vostra figlia) è adolescente, è possibile che i
comportamenti omosessuali di cui sta facendo esperienza
siano parte di un processo di acquisizione di un'identità
sessuale. Singoli atti non fanno di qualcuno un
omosessuale. L'adolescenza è spesso accompagnata da ansia e
confusione riguardo all'identità sessuale. Talvolta la cosa
migliore da fare è "aspettare e osservare", mentre cercate
di mantenere una relazione di fiducia e provvedete in modi
diversi a sostenere,
Informare, incoraggiare
In molti casi può essere opportuno e necessario che vostro
figlio riceva un aiuto professionalmente qualificato, allo
stesso tempo di consulenza e di direzione spirituale.
Naturalmente è importante che ricorra a questa guida
volontariamente. Cercate un terapeuta che conosca i valori
religiosi e che comprenda la natura complessa della
sessualità. Un tale esperto dovrebbe essere in grado di
aiutare le persone a distinguere primi comportamenti
sessuali, attrazioni sessuali e fantasie sessuali, e ad
acquisire una più chiara coscienza di sé. Durante tutto
questo, è molto importante che voi restiate aperti alla
possibilità che vostro figlio (o vostra figlia) stia
lottando per capire e accettare una tendenza
fondamentalmente omosessuale.
Sul significato e le implicazioni dell'espressione
"tendenza omosessuale" non vi è accordo universale. Il
magistero della chiesa riconosce una distinzione tra una
"tendenza" omosessuale che si rivela "transitoria" e
"omosessuali che sono definitivamente tali per una specie
di istinto innato" (Congregazione per la dottrina della
fede, Persona humana, n. 8; EV 5/1729).
Alla luce di questa possibilità sembra perciò appropriato
concepire la tendenza sessuale (eterosessuale od
omosessuale) come una dimensione fondamentale della
personalità, e riconoscerne la relativa stabilità in una
persona. Una tendenza omosessuale determina un'attrazione
emotiva e sessuale verso individui dello stesso sesso più
forte che verso quelli di sesso opposto. Essa non esclude
del tutto interesse, attenzione e attrazione verso questi
ultimi. Avere una tendenza omosessuale non significa
necessariamente essere sessualmente attivi.
Sembra che la tendenza omosessuale non abbia un'unica
causa. È opinione diffusa tra gli esperti che fattori
molteplici – genetici, ormonali, psicologici –
possano determinarne l'insorgenza. Generalmente la tendenza
omosessuale viene vissuta come qualcosa di dato, non di
scelto liberamente. Pertanto, di per sé, una tendenza
omosessuale non può essere considerata immorale, poiché la
moralità presume la libertà della scelta.
Alcune persone omosessuali vogliono essere riconosciute
pubblicamente come "gay" o "lesbiche". Questi termini
spesso esprimono un livello di auto-consapevolezza e
auto-accettazione della persona nella società. Benché
possiate trovarli offensivi, perché connotati politicamente
o socialmente, è necessario essere sensibili al modo in cui
vostro figlio o figlia li usa. Il linguaggio non dovrebbe
costituire una barriera alla costruzione di un dialogo
fiducioso e onesto.
Potete aiutare una persona omosessuale in due modi. Primo,
incoraggiatela a cooperare con la grazia di Dio e a
condurre una vita casta. Secondo, concentratevi sulla
persona, non sulla tendenza omosessuale. Questo implica il
rispetto della libertà di una persona di scegliere o
rifiutare una terapia diretta a cambiare una tendenza
omosessuale. Allo stato attuale delle conoscenze mediche e
psicologiche, non vi è nessuna garanzia che una tale
terapia possa avere successo. Così. non può esservi nessuna
costrizione a intraprenderla, sebbene alcuni possano
trovarlo vantaggioso.
Comunque sia, è essenziale richiamare una verità di base.
Dio ama ogni persona come individuo unico. L'identità
sessuale concorre a definire l’unicità di ciascuna
persona. La tendenza sessuale è una componente
dell'identità sessuale. La personalità globale non
comprende dunque solo la tendenza sessuale. Gli uomini
guardano l’apparenza, ma il Signore guarda il cuore
(cf. 1Sam 16,7).
Dio non ama di meno qualcuno semplicemente perché è
omosessuale. L’amore di Dio è offerto sempre e
ovunque a quanti sono disponibili a riceverlo. Le parole di
san Paolo infondono una grande speranza:
"Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli
né principati, né presente né avvenire, né potenze, né
altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà
mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro
Signore" (R" 8,38-39).
Accettare il piano di Dio e il ministero della chiesa
Per il cristiano un’accettazione di sé e del proprio
figlio omosessuale deve collocarsi nel più ampio contesto
dell'accettazione della verità divina rivelata sulla
dignità e il destino delle persone umane. È responsabilità
della chiesa credere e insegnare questa verità,
presentandola come una visione morale complessiva da
applicare alle situazioni particolari attraverso i propri
operatori pastorali.
Ogni persona ha una dignità innata, perché creata a
immagine di Dio. Un profondo rispetto per la persona
considerata nel suo complesso conduce la chiesa a sostenere
e a insegnare che la sessualità è un dono di Dio. Essere
creati maschio o femmina è parte essenziale de] piano
divino, poiché è la sessualità di entrambi – una
misteriosa mescolanza di spirito e corpo – che
consente agli esseri umani di partecipare all’amore
creativo e alla vita di Dio. "Spetta a ciascuno (...)
riconoscere e accettare la propria identità sessuale"
(Catechismo della chiesa cattolica, n. 2333).
Come tutti i doni di Dio, l’energia e la libertà
della sessualità possono essere incanalate verso il bene o
verso il male. Ciascuno – omosessuale o eterosessuale
– è chiamato alla maturità e responsabilità
personale. Con l'aiuto della grazia di Dio, ciascuno è
chiamato alla pratica della virtù della castità nei
rapporti. Castità significa integrare pensieri, sentimenti
e azioni nella sfera della sessualità umana in modo da
stimare e rispettare la dignità propria e degli altri. Essa
è "l'energia spirituale che libera l'amore
dall’egoismo e dall'aggressività " (Pontificio
consiglio per la famiglia, Sessualità umana: verità e
significato, n. 16; Regno-doc. 3,1996,71).
Cristo chiama tutti quanti lo seguono – siano essi
sposati o vivano da soli nel celibato – a un livello
di amore più elevato. Questo implica non solo fedeltà,
richiesta di perdono, speranza, perseveranza e sacrificio,
ma anche la castità che si esprime nel pudore e
nell'autocontrollo. Una castità di vita è possibile, anche
se non sempre facile, poiché richiede uno sforzo continuo
per volgersi a Dio e per allontanarsi dal peccato,
soprattutto con la forza dei sacramenti della penitenza e
dell’eucaristia. In verità Dio si aspetta che
ciascuno si sforzi di arrivare alla perfezione
dell’amore, ma raggiungendola per gradi, attraverso
stadi di crescita morale (cf. Giovanni Paolo II, Familiaris
consortio, n. 34). Per proseguire sul cammino della
conversione, la grazia di Dio è accessibile e sufficiente
per tutti quanti si dispongano a riceverla.
Vivere e amare in modo casto è capire che "solo
all’interno del matrimonio le relazioni sessuali sono
piena espressione simbolica del disegno del Creatore, in
quanto atto di patto di amore che ha la potenzialità di
co-creare nuova vita umana" (Conferenza nazionale dei
vescovi cattolici degli Stati Uniti, Sessualità umana: una
prospettiva cattolica sull'educazione e la formazione
permanente). Si tratta di un insegnamento fondamentale
della nostra chiesa riguardo la sessualità, radicata nel
racconto biblico dell’uomo e. delta donna creati a
immagine di Dio e fatti per unirsi l'uno all'altro (Gen
2-3).
Se ne traggono due conclusioni. Primo: è nel piano di Dio
che i rapporti sessuali si svolgano solo all'interno del
matrimonio tra un uomo e una donna. Secondo: ciascuno di
questi rapporti deve essere aperto alla possibilità di
generare una nuova vita umana. I rapporti omosessuali non
possono adempiere a queste due condizioni. Perciò la chiesa
insegna che il comportamento omogenitale è oggettivamente
immorale, e pone un’importante distinzione tra il
comportamento e la tendenza omosessuale, quest’ultima
di per sé non immorale.
È importante anche riconoscere che né l’omosessualità
né l’eterosessualità implicano necessariamente
l'attività sessuale. La personalità complessiva non è
riducibile alla tendenza o comportamento sessuale.
Rispettare la dignità data da Dio a ciascuno significa
riconoscere diritti e responsabilità umane. Il magistero
della chiesa afferma chiaramente che i diritti umani
fondamentali delle persone omosessuali devono essere
tutelati e che tutti noi dobbiamo sforzarci di eliminare
ogni forma di ingiustizia, oppressione o violenza nei loro
confronti (cf. Congregazione per la dottrina della fede,
Homosexualitatis problema, n. 10; EV 10/902).
Non basta evitare ingiuste discriminazioni. Gli omosessuali
"devono essere accolti con rispetto, compassione,
delicatezza" (Catechismo della chiesa cattolica, n. 2358).
Come tutti gli esseri umani, hanno bisogno di essere
sostenuti contemporaneamente su più piani.
Questo implica amicizia, una forma di amore essenziale a un
sano sviluppo umano come pure una delle esperienze umane
più ricche. L’amicizia può e deve prosperare al di
fuori del coinvolgimento sessuale genitale.
Alle proprie sorelle e fratelli omosessuali la comunità
cristiana dovrebbe offrire comprensione e cura pastorale.
Più di venti anni fa noi vescovi affermammo che "gli
omosessuali (...) dovrebbero avere un ruolo attivo nella
comunità cristiana" (Conferenza nazionale dei vescovi
cattolici degli Stati Uniti, Vivere in Cristo Gesù: una
riflessione pastorale sulla vita morale). Cosa significa
concretamente? Significa che tutte le persone omosessuali
hanno il diritto di essere bene accolte nella comunità, per
ascoltare la parola di Dio e ricevere cura pastorale. Le
persone omosessuali che conducono una vita casta dovrebbero
avere l'opportunità di guidare e servire la comunità. La
chiesa ha tuttavia il diritto di negare pubblici ruoli di
servizio e responsabilità a persone, omosessuali o
eterosessuali, il cui comportamento pubblico violi
apertamente i suoi insegnamenti.
La chiesa riconosce l'importanza di amministrare i
sacramenti a persone sieropositive o malate di AIDS. Benché
il virus HIV e l'AIDS costituiscano un’affezione
epidemica che riguarda tutti gli uomini, non solo gli
omosessuali, hanno avuto un effetto devastante su questi
ultimi e hanno portato grande dolore a molti genitori,
famiglie e amici.
Pur senza accettare comportamenti autodistruttivi o negare
le responsabilità personali, respingiamo l'idea che
l’AIDS sia una diretta punizione di Dio. Per di più
"le persone malate di AIDS non sono distanti ed estranee,
oggetti delta nostra confusa pietà e avversione. Dobbiamo
tenere la loro presenza viva nella nostra coscienza, come
individui e come comunità, e abbracciarli con amore
incondizionato (...) La compassione – amore –
verso le persone affette da AIDS è l'unica autentica
risposta evangelica" (Conferenza nazionale dei vescovi
cattolici degli Stati Uniti, Chiamati a compassione;
Regno-doc. 3,1990,104).
Niente della Bibbia o del magistero cattolico può essere
utilizzato a giustificazione di atteggiamenti e
comportamenti improntati a pregiudizio o discriminatori.
Ripetiamo qui quanto dicemmo in una dichiarazione
precedente:
"Facciano appello a tutti i cristiani e cittadini di buona
volontà perché affrontino le loro paure sull'omosessualità
ed evitino umorismi e discriminazioni che offendono la
persona omosessuale. Comprendiamo che avere una tendenza
omosessuale comporta già abbastanza ansie, sofferenze e
problemi di autoaccettazione, senza che si vi aggiungano
trattamenti sociali discriminatori improntati a pregiudizi"
(Sessualità umana: una prospettiva cattolica per
l’educazione e la formazione permanente, 1991).
Raccomandazioni pastorali
Per porre rimedio all’isolamento che voi. vostro
figlio o vostra figlia potete provare, offriamo le seguenti
raccomandazioni, sia a voi che ai sacerdoti e agli
operatori pastorali.
Ai genitori
1. Accettate e amate voi stessi come genitori, per
accettare e amare vostro figlio o vostra figlia. Non
condannatevi per la tendenza sessuale di vostro figlio.
2. Fate il possibile per continuare a mostrare amore per
vostro figlio. Accettarne la tendenza omosessuale,
tuttavia, non significa approvarne tutti gli atteggiamenti
e le scelte comportamentali associate. È in effetti
possibile che dobbiate contestare aspetti di uno stile di
vita che trovate riprovevoli.
3. Sollecitate vostro figlio o figlia a restare uniti alla
comunità di fede della chiesa. Se hanno lasciato la chiesa,
sollecitateli a tornarvi e a riconciliarsi con la comunità,
in particolare nel sacramento della penitenza.
4. Preoccupatevi che vostro figlio (o vostra figlia) abbia
un direttore spirituale che lo guidi nella preghiera e in
una condotta di vita casta e virtuosa.
5. Cercate aiuto per voi stessi, eventualmente nella forma
della consulenza o della direzione spirituale, per cercare
di avere comprensione, accettazione e pace interiore.
Pensate anche a unirvi a gruppi di sostegno dei genitori o
a partecipare a un ritiro specificamente dedicato ai
genitori cattolici con figli omosessuali. Altri hanno
percorso la vostra stessa strada, ma possono essere
arrivati più lontano. Essi possono mettere a disposizione
modi efficaci per affrontare situazioni familiari delicate,
come parlare di vostro figlio a familiari e amici, spiegare
l'omosessualità a un figlio più piccolo, relazionarvi agli
amici di vostro figlio o di vostra figlia in modo
cristiano.
6. Unitevi nell'amore e nel servizio ad altri genitori che
forse stanno lottando con l’omosessualità di un
figlio o di una figlia. Contattate la vostra parrocchia per
organizzare un gruppo di sostegno ai genitori. L'ufficio
diocesano per la pastorale familiare, la Caritas diocesana
o uno specifico operatore pastorale per gay e lesbiche
possono essere in grado di offrirvi assistenza.
7. Per quanto traiate beneficio dalle opportunità di
educazione e sostegno, ricordate che potete cambiare solo
voi stessi; potete essere responsabili per le vostre
convinzioni e le vostre azioni, non per quelle di vostro
figlio adulto.
8. Ponete tutta la vostra fede in Dio, che è più potente,
compassionevole e misericordioso di quanto siamo o potremmo
essere noi.
Ai ministri della chiesa
1. Siate disponibili con genitori e famiglie che chiedono
il vostro aiuto pastorale, la vostra guida spirituale e la
vostra preghiera.
2. Accogliete volentieri persone omosessuali nella comunità
di fede. Andate a cercarle ai suoi margini. Evitate
stereotipi e condanne. Cercate innanzitutto di ascoltare.
Non date per scontato che tutti gli omosessuali siano
sessualmente attivi.
3. Imparate quel che c'è da sapere sull'omosessualità e
l’insegnamento della chiesa, così che la vostra
predicazione.il vostro insegnamento e le vostre
raccomandazioni siano bene informate ed efficaci.
4. Usate le parole "omosessuale", "gay" e "lesbica" in modo
onesto e accurato, soprattutto dal pulpito. In vari modi e
sottilmente potete "autorizzare" le persone a parlare dei
problemi dell’omosessualità e far sapere loro che
desiderereste partecipare anche voi a queste discussioni.
5. Cercate di procurarvi un elenco di centri, comunità e
consulenti o altri esperti cui indirizzare persone
omosessuali o i loro genitori e familiari, nel caso questi
si rivolgano a voi per un'assistenza specializzata.
Raccomandate centri che operano secondo metodi compatibili
con l'insegnamento cattolico.
6. Aiutate la nascita o promuovete l'esistenza di gruppi di
sostegno per genitori e familiari.
7. Documentatevi sul virus HIV e sull’AIDS per essere
più informati e compassionevoli nel vostro ministero.
Inserite nella liturgia preghiere per i sieropositivi e i
malati di AIDS, per quanti li assistono, per quanti sono
morti e per le loro famiglie, compagni e amici. In
occasione della giornata mondiale di lotta all’AIDS
(1° dicembre) o di una campagna locale di informazione
sull'AIDS, si potrebbe celebrare una messa speciale per la
guarigione o amministrare l'unzione degli infermi.
Conclusioni
Secondo san Paolo l'amore è il più grande dei doni
spirituali. San Giovanni considera l’amore il segno
più sicuro della presenza di Dio. Gesù lo pone a base dei
suoi due grandi comandamenti, da cui dipendono tutta la
Legge e i profeti. L’amore è anche la storia continua
della vita di tutte le famiglie. L'amore può essere
condiviso, alimentato, respinto e talora perduto. Seguire
il modo di amare di Cristo è la sfida che oggi tutte le
famiglie hanno davanti a sé. La vostra famiglia ha ora
un'opportunità in più di condividere e accettare l'amore.
Allo stesso modo le nostre comunità ecclesiali sono
chiamate a un grado esemplare di amore e giustizia. I
nostri fratelli e sorelle omosessuali – e in realtà
tutte le persone – sono chiamati a modi responsabili
di amore.
Ai nostri fratelli e sorelle omosessuali offriamo una
parola conclusiva. Questo messaggio è stato una mano tesa
ai vostri genitori e alle vostre famiglie, invitandoli ad
accettare la grazia di Dio presente nell'oggi delle loro
vite e a confidare nella grazia inesauribile di Gesù nostro
Signore. Noi ora tendiamo la nostra mano a voi e vi
invitiamo a fare la stessa cosa. Siamo chiamati a essere un
solo corpo e un solo spirito in Cristo. Abbiamo bisogno
l'uno dell’altro se dobbiamo "crescere in ogni cosa
verso di lui, che è il capo, Cristo, dal quale tutto il
corpo, ben compaginato e connesso, mediante la
collaborazione di ogni giuntura, secondo l'energia propria
di ogni membro, riceve forza per crescere in modo da
edificare se stesso nella carità" (Ef 4,1S-16).
Anche se in questo momento potete sentirvi scoraggiati,
feriti o adirati, non allontanatevi dalle vostre famiglie e
dalla comunità cristiana, da tutti coloro che vi amano. In
voi si rivela l'amore di Dio. Siete sempre nostri figli.
"Nell'amore non c'è timore (...) l'amore perfetto scaccia
il timore" (1Gv 4,18).
BIBLIOGRAFIA DEL MAGISTERO DELLA CHIESA
*
Catechismo della chiesa cattolica, Città del Vaticano 1992.
CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE:
*
dichiarazione Persona humana su alcune questioni di etica
sessuale, 29.12.1975; EV 5/1717-1745.
*
lettera Homosexualitatis problema sulla cura pastorale
delle persone omosessuali, 1.10.1986; EV 10/902-948.
GIOVANNI PAOLO II:
*
esortazione apostolica Familiaris consortio sui compiti
della famiglia cristiana, 22.11.1981; EV 7/1522-1810.
*
lettera enciclica Veritatis splendor circa alcune questioni
fondamentali della dottrina morale della chiesa, 6.8.1993;
EV 13/2532-2829.
CONFERENZA NAZIONALE DEI VESCOVl CATTOLICI DEGLI STATI
UNITI:
*
Vivere in Cristo Gesù: una riflessione pastorale sulla vita
morale,1976.
*
Chiamati a compassione. Una risposta alla crisi da
HIV/AIDS, 9.11.1989: Regno-doc. 3,1990, 100-113
*
Sessualità umana: una prospettiva cattolica sull'educazione
e la formazione permanente, 1991.
PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA FAMIGLIA:
*
Sessualità umana: verità e significato, 8.12.1995;
Regno-doc. 3,1996,68-88.