NOTE PER L’ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE
AMICI DEL VESCOVO MONS. EUGENIO CORECCO
PER LA FESTA DELLA PRESENTAZIONE
DI GESU’ BAMBINO AL TEMPIO
2 – 2 – 2014
Cari Amici, ci raccogliamo ancora una volta nella preghiera in comunione con colui che Dio ha voluto quale Vicario di Gesù Cristo, per fare memoria del nostro amico nella memoria di Cristo stesso. Francesco è il nome che il 13 Marzo 2013 Jorge Mario Bergoglio ha scelto come 266mo Successore dell’Apostolo Pietro, in un passaggio assai delicato della storia umana. Insieme a Papa Benedetto, Papa Francesco è chiamato a far conoscere Cristo ad ognuno dei 7 miliardi e più di esseri umani che abitano il nostro pianeta.
Ci chiediamo, cari amici, che cosa può dire il prossimo Expo Universale Milano 2015 a questo riguardo. Ce lo chiediamo, avendo ben presente il titolo della manifestazione: “Nutrire il Pianeta. Energia per la Vita”, all’interno della quale è previsto un piccolo spazio della Santa Sede, che si chiamerà: “Not By Bread Alone”, “Non Di Solo Pane”.
Questo momento, che il Card Scola giudica essere una “salutare pro-vocazione” per l’Italia e per tutti i nostri Paesi, si connette al discorso che ha fatto Mons. Carrasco Vescovo di Lugo in Galizia (vicino a Santiago de Compostella) ai nostri sacerdoti, riuniti con lui negli annuali esercizi spirituali : “il dono della comunione”. Ricordo di avere salutato Carrasco ad una delle Assemblee Generali della nostra Associazione, trovando il suo sguardo simile a quello del nostro amato don Eugenio. Allora ho ripensato alle due o tre cene consumate con don Eugenio, e al caffè che abbiamo assaporato insieme, in uno dei nostri ultimi incontri. Non è un caso che Gesù si comunichi nel corso di una normale cena, e che lo faccia insieme alle note parole, che possiamo dire ogni volta nella Messa: “fate questo in memoria di me”.
NELL’ADORAZIONE LA MISERICORDIA DI DIO SI COMUNICA
E’ lo stesso Gesù Cristo, cari amici, che è nato la notte di Natale di 2000 anni fa, quel Gesù Bambino “adorato” dai Suoi genitori, dai pastori, dai magi, dal vecchio Simeone, (un sera in Curia ci siamo messi a fare adorazione con don Eugenio, ed è stato un momento di amore totale), sapendo che è lo stesso Gesù Cristo che la Maddalena ha adorato, poche decine di anni dopo.
E’ il primato dell’adorazione, cari amici.
Chiediamoci perché l’adorazione è l’atto dell’uomo che ritrova se stesso.
Chiediamoci perché l’adorazione è il presupposto della comunicazione, se è vero che uno comunica soltanto quello che gli è dato di comunicare, come nel bacio gli amanti diventano un corpo solo.
Chiediamoci perché, ancora oggi, siamo coinvolti nell’amore che Gesù ha donato col Suo testamento nel corso dell’ultima cena con i Suoi amici.
Chiediamoci, allora, perché l’uomo ritrova se stesso nell’abbandono di sè all’amore, che lo costituisce (adorazione). Come ci diceva Giussani, con le parole di Dostoevskij: “la formica conosce la formula del suo formicaio, l’ape conosce la formula del suo alveare. Solo l’uomo non conosce la sua formula”. Ma può conoscersi nell’atto dell’abbandono di sé all’amore che lo costituisce. Infatti, cari amici, un uomo è un uomo, se riconosce di essere fatto. E lo riconosce grazie al segno carnale, che gli fa presente il mistero di cui è fatto. E questo succede, perché l’amore si fa conoscere mediante la nostra carnale debolezza, dal momento che Gesù Bambino è nato.
GMG CRACOVIA 2016
Dicevo ad alcuni dei nostri Soci, cari amici, che la prossima GMG Cravovia 2016 mi sembra riguardare da vicino la nostra Associazione, per l’interesse profondo che nutriva don Eugenio nei confronti di questi momenti (documentato nei Bollettini dell’Associazione, e in alcuni passaggi delle Lettere che mi ha scritto). Avevo 23 anni (25 anni fa), quando ebbi modo di partecipare al pellegrinaggio Cracovia-Czestochowa (180 km a piedi in 6 giorni, ma con migliaia e migliaia di persone). In quei giorni conobbi don Silvano Bonfanti, che ho ritrovato qui nella parrocchia di Romano Banco (lui ora ha 76 anni). Se pensiamo ai nostri ragazzi, non possiamo non desiderare che anche loro conoscano la Misericordia di Dio, pur sapendo che il loro cuore è inclinato al male, per quella congenita debolezza della nostra carne mortale, che nasce dal peccato originale.
Abbiamo ancora negli occhi le immagini dell’adorazione che c’è stata alla GMG di Madrid, la sera di Sabato 20 Agosto 2011, quando Papa Ratzinger ha consacrato tutti i giovani al Sacro Cuore di Gesù. Partita da Roma 1984, passata da Rio de Janeiro 2013, la GMG arriva a Cracovia 2016, mentre assistiamo alla diffusione della “gender theory” a tutti i livelli.
Mentre ci avviciniamo alla GMG Cracovia (26 Luglio – 1 Agosto 2016), cari amici, che ha per titolo: “beati i misericordiosi, perchè troveranno misericordia”, rileggiamo il discorso di Christoph Schonborn al Congresso della Misericordia del 2008, davvero un testo di grande attualità. Come dicevamo, nel nucleo di questo messaggio ritroviamo tutta l’energia, che ha portato legioni di cittadini a comunicare il cristianesimo nel succedersi delle generazioni. E anche oggi può succedere.
INVECCHIAMENTO
Cari amici, la secolarizzazione procede a tappe serrate, come si può vedere da un articolo di giornale: “Olanda, ultima frontiera della secolarizzazione”, con tutte le problematiche che vi si accompagnano: invecchiamento della popolazione nei nostri Paesi, flussi migratori ed evoluzione della società plurale, fondamentalismi e difficoltà del dialogo interreligioso, salute mentale e rapporti fra i media digitali, turismo sessuale e clonazione di massa.Tuttavia, possiamo dire che tutte queste sfide si riconducono a una sola questione, che ho trovato delineata nel saluto alle Autorità che ha fatto il Vescovo di Foligno, Mons. Sigismondi: “insieme alla necessità di ridefinire il senso di una vera laicità che conservi la differenza fra ambito politico e religioso, si associa il dovere di ribadire con chiarezza che una democrazia autentica è garantita da un forte consenso etico su alcuni valori di fondo, quali: la dignità trascendente della persona umana, la solidarietà, la sussidiarietà” (5 Ottobre 2008). (cfr. Giacomo Biffi, Risorgimento, Stato laico, identità nazionale, 1999).
A questo riguardo, cari amici, segnalo una bella conferenza che c’è stata qui in parrocchia a Romano Banco, a cura dell’Associazione Amici di Carmelo Caporale, intorno ai problemi dell’invecchiamento (5 Maggio 2013). Si può capire che parliamo di un argomento di portata epocale, e nello stesso tempo proprio di tutti noi, anche di chi non crede, pur potendo pensare che la fede accende una conoscenza, che la ragione da sola non farebbe amare, cioè il fatto che “la persona è dono”…. allora si potrebbe anche dire che la cura consiste nel nutrire la memoria di chi amiamo, e non è più fisicamente qui, ma è diversamente presente, perché la memoria è amore che conosce la morte. E lo si impara visitando le tombe dei propri cari trapassati. Infatti, c’è una corrispondenza fra questa “concezione personalistica” (struttura antropologica universale) e il messaggio della fede cattolica, cioè universale, che parla al cuore di ogni uomo.
Cari amici, nella conferenza che Mons. Corecco ha svolto in Caritas Domenica 27 Novembre 1994 intorno ai problemi della malattia e della sofferenza, lui stesso ci ha aiutato a riflettere su esperienze che possono essere di tutti, e che ripensavo, scrivendo una lettera di saluto al Suo attuale Successore, Mons. Valerio Lazzeri, ordinato sacerdote dallo stesso Corecco, eletto Vescovo di Lugano il 5 Novembre 2013, e consacrato il 7 Dicembre successivo nella Basilica del Sacro Cuore.
E’ impressionante vedere come le nostre piccole storie si intrecciano senza soluzione di continuità nella trama della grande storia, che Dio ha previsto nella Sua infinita Misericordia. Ecco perché mi ha toccato il cuore partecipare al momento che Christoph Schonborn e Angelo Scola ci hanno donato il 10 Dicembre 2013 nel Duomo di Milano, dove c’è stato anche uno scambio di saluti, da cuore a cuore.
Pertanto, cari amici, ricordiamoci nella preghiera in comunione col Santo Padre, memori della formula di Sant’Ambrogio: “ubi Petrus ibi Ecclesia, et ubi Ecclesia ibi nulla mors, sed vita aeterna”. Allora salutiamoci ancora con le parole della Prima Lettera di Pietro: “vi saluta la comunità che è stata eletta come voi in babilonia …. salutatevi col bacio della carità e sia pace a tutti voi che siete in Cristo”.