Traccia
per una lettura della Visita di Papa Ratzinger negli Stati
Uniti 15 – 21 aprile 2008
La Visita del Santo Padre negli Stati Uniti è stato come un
coro di angeli, che hanno cantato con una voce sola: pace
in terra agli uomini che Dio ama. Il Papa è stato segno di
questo amore di Dio che non finisce più. Perciò ha inviato
un messaggio agli americani: non fate agli altri quello che
non volete facciano a voi, s’è fatto portavoce di
Cristo che chiama tutti a fare l’esperienza del suo
amore, ed ha assicurato i giornalisti accreditati
sull’aereo con lui: “escluderemo rigorosamente
i pedofili dal sacro ministero”. Nel giorno del suo
compleanno, mercoledi 16 aprile2008 , Papa Ratzinger è
stato accolto negli Stati Uniti con una cerimonia di
benvenuto nel South Lawn della White House. Pensando allo
stato di salute di questo diletto Paese, il Papa s’è
chiesto: qual è il fondamento della democrazia? Ed ha
ricordato le sagge parole di George Washington: religione e
moralità sono indispensabili sostegni della prosperità
politica. Come diceva Franklin Delano Roosvelt: “alla
nostra terra non potrebbe succedere cosa più grande di una
rinascita dello spirito di fede”. Non c’è altro
fondamento che Dio alla base del bene comune. Ma il figlio
della Vergine Maria di Nazareth, Gesù Cristo ci ha fatto
conoscere Suo Padre: è Lui il vero Dio di Amore che tutti
attendono di conoscere, anche se non se ne rendono conto.
Perciò il Papa ha chiesto alla Vergine Madre Patrona degli
Stati Uniti – venerata nel Santuario Nazionale
dell’Immacolata Concezione - di renderci sempre nuovi
in Cristo, ben sapendo qual è la condizione necessaria,
l’unica cosa veramente necessaria: la preghiera.
Parlando alla Nazione più potente del mondo
nell’anniversario della Dichiarazione dei Diritti
dell’Uomo, il Papa ha ricordato il dialogo
inter-religioso che serve a promuovere il bene comune
totale di tutta la famiglia umana. Nella Sala Rotunda del
John Paul II Center di Washington, giovedì 17 aprile 2008,
ha ricordato Alexis de Tocqueville, lo storico francese e
osservatore delle cose americane, che era affascinato dal
fatto che in questa Nazione si poteva praticare il proprio
culto liberamente e in conformità alla propria coscienza,
perché religione e libertà erano intimamente legate. Ecco
ciò che favorisce una democrazia stabile e stimola i
contributi di tutti i cittadini: nelle aree urbane, negli
ambienti commerciali vediamo persone, vediamo bambini di
tutte le religioni sedere nelle aule del Paese: hanno
diritto a praticare il loro culto. Da parte nostra noi
adoriamo Gesù Cristo e quindi portiamo Lui nel forum del
dialogo inter-religioso, perché Dio ci faccia il dono della
pace. Alla base dei diritti umani va messa la libertà
religiosa, perché è il principale dei diritti che si
fondano sulla legge naturale scritta da Dio nel cuore
dell’uomo, la quale non si può cancellare, e rimane
il punto fermo nella ricerca del bene comune totale della
famiglia umana, proprio perché è la garanzia della dignità
di ogni uomo in quanto persona umana. Infatti Dio ha detto:
creiamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza. Il
contrario di questo è la concezione relativistica oggi
imperante (all’Assemblea Generale delle Nazioni
Unite, Palazzo di Vetro, New York, Venerdi 18 aprile 2008)
Visitando i Seminaristi del Seminario di Saint Joseph di
New York, sabato 19 aprile, il Papa si è compiaciuto per il
canto di Happy Birthday che gli hanno intonato, e li ha
messi in guardia da comportamenti che soffocano la speranza
e portano a confusione e angoscia. Quindi li ha invitati a
ricevere nel loro cuore Gesù e a portarlo nelle strade di
New York, nei sobborghi inquieti ai margini delle città,
nei luoghi dove i giovani si radunano. I miei anni
giovanili sono stati rovinati - ha detto il Papa - da un
regime infausto, e il suo influsso crebbe, penetrando nelle
scuole e negli organismi civili come anche nella politica e
addirittura nella religione, prima di essere pienamente
riconosciuto per quel mostro che era. Esso mise Dio al
bando, e così diventò inaccessibile per tutto ciò che era
vero e buono. Molti dei vostri genitori e nonni vi avranno
raccontato l’orrore della distruzione che seguì.
Alcuni di loro, infatti, vennero in America proprio per
sfuggire a tale terrore… possiate crescere in un
ambiente che coltiva ciò che è bello, buono, vero.
Domenica 20 aprile, Papa Ratzinger ha reso omaggio a Ground
Zero e ha pregato: Dio della pace, consolaci! Quindi è
stato allo Stadio di baseball di Newyork, dove ha celebrato
il Sacramento dell’amore: cari fratelli e sorelle,
qui si manifesta la nostra comunione nella fede cattolica
giunta dagli Apostoli per generare l’unità della
Chiesa e di tutta l’umanità, se viene ricondotta
all’obbedienza delle fede sulla base della loro
autorità … qui sta la libertà dei figli di Dio, se
rifiutiamo il giogo del peccato ed entriamo nella volontà
di Dio che è la nostra pace… allora percepiamo la
visione magnifica del grande tempio spirituale, di cui
parla la prima Lettera di Pietro, tempio nel quale noi
siamo impiegati quali pietre vive, se facciamo
l’offerta di noi stessi a Lui, che è Padre di tutti
in Cristo. Per questo siamo il popolo eletto, il sacerdozio
regale, la nazione santa, per proclamare le opere
meravigliose di Lui… e per dire: venga il Tuo Regno.
Allora, cari fratelli e sorelle, consentite a Gesù di
entrare nelle vostre vite. Dio vi benedica!