Università Cattolica del Sacro Cuore
Inaugurazione dell’Anno Accademico 2008-2009
ECONOMIA SOCIALE DI MERCATO
Prolusione del On.Giulio Tremonti
Ministro dell’Economia e delle Finanze
Docente di Diritto Tributario all’Università degli
Studi di Pavia
L’inaugurazione dell’Anno Accademico 2008/2009
della sede milanese dell’Università Cattolica, può
essere letta alla luce dei tre momenti fondamentali che
hanno caratterizzato la mattinata del 19 novembre, ovvero
la messa officiata nella Basilica di Sant’Ambrogio,
il discorso di inaugurazione e la prolusione sul tema
“Economia sociale di mercato?”, affrontando
problemi che coinvolgono gli uomini, in tre cosmi diversi:
l’Università, la nostra società, l’economia
mondiale.
All’Università si è rivolto mons. Sergio Lanza, in
Sant’Ambrogio, ribadendo la ricerca della verità e le
relazioni che ivi si sviluppano tra gli studenti e i loro
maestri, per sottolinearne la vocazione come luogo di
incontro capace di cambiarci la vita – e da cui si
aprono, a volte, prospettive inattese.
Le letture bibliche hanno rappresentato il nucleo
dell’omelia dell’Arcivescovo Card. Dionigi
Tettamanzi: l’ammonizione del Libro di Geremia
(l’Oracolo del Signore che annuncia un nuovo processo
contro Giuda e Gerusalemme, le cui colpe si ripercuoteranno
sui loro discendenti), la speranza del Libro di Amos (il
Signore richiama Israele a non illudersi
nell’ingannevole prosperità e nella falsa sicurezza,
perché avrà un avvenire di gloria solo se praticherà la
giustizia), la sorpresa del Vangelo di Matteo (Gesù invita
Matteo: non guarda alla fama negativa del mestiere di
pubblicano, ma vede dentro la persona di Matteo, e
quest’ultimo lo seguirà).
Il Card. Tettamanzi ha invitato gli studenti e i docenti
dell’Università Cattolica, a riflettere sulle loro
motivazioni dello studio e dell’insegnamento –
evitando l’autoreferenzialità e la vanità della
cultura, come scrisse San Bernardo –, a ricercare il
bene solo nella consapevolezza che la propria vita e la
propria epoca storica sono parte di un intero disegno,
senza farsi travolgere da un’idea estrema di
settorializzazione del sapere (che da alcuni anni ha
cambiato la nostra Università), “bisogna sempre
mettere al centro la persona umana”.
Alla società si è rivolto il Rettore Lorenzo Ornaghi,
dall’Aula Magna dell’Università Cattolica: ha
sottolineato che la Cattolica ha educato e preparato
– sin dalla sua fondazione – generazioni di
laici cristiani impegnati in prima linea al servizio dello
Stato e della Chiesa, tra le prime a rispondere ai
cambiamenti richiesti dai tempi (soprattutto dal ’68)
anche a costo di sacrifici pesanti, sia nei termini
economici che nella moltiplicazione dei corsi di laurea.
D’altra parte, il welfare State (Stato del benessere)
ha avvolto nella sua sfera di competenza anche il sistema
universitario, incontrando sempre più difficoltà di
sostenibilità economica: Questa insostenibilità economica
– proprio in conseguenza del concetto di welfare
State – diventa insostenibilità istituzionale.
Il Rettore ha invocato il sentimento umano,
l’humanitas, che ha accompagnato sin dal Basso
Medioevo l’istituzione Università al fianco delle
istituzioni propriamente dette: il Prof. Ornaghi ha
criticato severamente la perdita di questo fondamento dello
studium generale, che oggi sta cedendo il posto alla mera
erogazione dei titoli.
Portando il saluto di Papa Benedetto XVI, il Card.
Tettamanzi è intervenuto in qualità di Presidente
dell’Istituto Toniolo e – come il Rettore
– ha fatto appello all’humanitas, definendola
come campo della coltivazione del sapere che permette di
educare: per rendere concreta la missione umanistica
dell’Università, il Card. Tettamanzi ha confermato
l’impegno dell’Istituto Toniolo nel sostenere
gli studenti meritevoli e nell’incrementare la
proposta educativa dei Collegi dell’Università
Cattolica.
Riguardo all’economia mondiale, si è espresso
l’On. Giulio Tremonti, Ministro dell’Economia e
delle finanze, proponendo una risposta alla questione
dell’economia sociale di mercato – tema molto
discusso, non solo per le diverse valutazioni di economia
normativa o di etica religiosa, bensì per l’attualità
della crisi economica a partire dalla finanza –
nuovamente invocata da alcuni esponenti del mondo politico,
già teorizzata da alcuni economisti (in primis Röpke),
negata da altri economisti più liberisti. Analizzando
l’espressione “economia sociale di
mercato”, il ministro non ha esitato a negare
l’esistenza di contraddizioni tra le parole
“mercato” e “sociale” in
riferimento all’economia; infatti, già nel 1940
veniva fondata la rivista “Ordo” (ordine),
esprimendo l’idea di un’armonia tra capitale e
lavoro, tra mercato e sociale, come parte di un unico
concetto ispirato dall’etica.
Morale, diritto, ed economia, sono state separate per opera
del positivismo giuridico in una prospettiva
utilitaristica: presentando la morale come semplice scelta
soggettiva, il diritto è diventato solo l’esecuzione
di un comando, lasciando infine all’economia la
funzione di soddisfare le preferenze individuali e
razionali.
Parole che non vanno lette soltanto come discorso
istituzionale, è opportuno ricordarne la matrice
tecnico-didattica, dato che il ministro è docente ordinario
di Diritto Tributario presso l’Università degli Studi
di Pavia.
L’On. Tremonti si è rivolto agli studenti non solo in
termini tecnici, ma anche attingendo a concetti che
appartengono al linguaggio delle giovani generazioni:
mediante la metafora del videogame, il ministro ha definito
– in ordine di crescente – i
“mostri” sinora combattuti; il primo è stato
quello dei mutui subprime, il secondo è stato il collasso
del mercato del credito, il terzo è stato la bancarotta
delle principali istituzioni finanziarie, il quarto è il
collasso delle banche. Ma a differenza degli altri, questo
videogame non è finito, vi sono altri “mostri”
da combattere: le carte di credito (in alcuni Paesi ormai
carte di debito), le attese bancarotte societarie prodotte
dalle difficoltà di classamento dei corporate bond, e il
“mostro dei mostri” ovvero quello dei derivati.
Dopo la caduta del comunismo, in un contesto che non
prescinde dagli investimenti dell’Occidente in Asia,
l’On. Tremonti dà la risposta alle domande sul futuro
del capitalismo, individuandolo nell’economia sociale
di mercato, un paradigma civile e politico che organizzerà
la domanda su investimenti collettivi fatti sul solido, non
a debito, per il bene complessivo in prospettiva futura:
così la coscienza collettiva si sostituirà al mercato, nel
giudicare il potere. E citando Platone, si è conclusa
l’inaugurazione dell’Anno Accademico:
“l’unica moneta buona con cui bisogna cambiare
tutte le altre, è la phrònesis”, soprattutto se
guidata da Dio (ha aggiunto il ministro).