TESTAMENTO
SPIRITUALE DEL
VESCOVO MONS. MAGGIOLINI
Ne Mors Dissociet Quos Sociavit Amor
Signore Gesù, Tu conosci i sentimenti contrastanti che ho
sempre avuto nei riguardi del mio morire. La paura della
sofferenza che accompagna la fine/inizio della vita: il non
possedere più nulla da offrire se non me stesso. E ad un
tempo l’espormi al tuo giudizio di verità. Ho cercato
di essere sincero con Te. Mi affido a Te Giudice Crocifisso
e Risorto per amore. Confido nella Tua misericordia, e di
contro esprimo il desiderio di guardarTi negli occhi,
lasciandomi amare senza resistenze. E la nostalgia di
incontrarmi con i miei cari e di sentirmi perdonato anche
da loro: fino, talvolta, ad invocare di morire. Mi consegno
nelle Tue mani, affondo nel mistero del Tuo cuore. Si
compia ciò che hai deciso per il mio bene. Aiutami.
Professo la fede cattolica insegnata, ricevuta e vissuta
nella Chiesa¨ogni affermazione e ogni esperienza, senza
sgarri e senza attenuazione. Ho anche sofferto per la
componente umana della Tua Chiesa. Ma Ella nel suo essere
sacramento del Tuo mistero, è mia Madre. L’accolgo
trepidante perché mi si porga come lo spazio della Tua
Presenza, la santa mediazione della Salvezza che mi offri.,
la comunione dei Tuoi discepoli miei fratelli: a cominciare
dal Papa per il quale ho offerto e offro la mia vita;
coloro che mi hanno preceduto presso di Te, coloro che
hanno percorso un tratto del cammino della vita con me.
Quanta gratitudine per la paternità che il Cardinal Colombo
e lo zio Mons. Carlo Maggiolini hanno sempre avuto nei miei
confronti. Lo Spirito mi animi e mi trasformi in Te a
gloria del Padre.
Ti ringrazio, Signore, dei doni che mi hai elargito
immisurabili. A cominciare dalla mia famiglia povera e
attraversata spesso dal dolore, ma sempre in comunione con
Te. Particolarmente il papà che quasi non ho conosciuto e
il fratello morto ventritreenne invocando la tua visita.
Per giungere al Seminario, dove sono stato educato e dove
ho prestato – volentieri – la mia opera di
insegnamento. E poi all’Università Cattolica e al
Collegio Marianum, dove sono stato accolto e ho trovato
entusiasmo immeritato e generoso.
Signore, quanta gratitudine devo esprimerTi per le persone
che mi hai messo accanto. Riconoscenza devo a Te per il
sacerdozio. Meno per l’Episcopato che ho accettato
con disponibilità per servire la Tua Chiesa, e che mi ha
gettato in una sofferenza talvolta straziante:
l’Episcopato col quale mi sono riconciliato, con il
passare del tempo, e che ho vissuto con amore. Grazie anche
di questa paternità. Ho amato incessantemente, a volte con
fatica, ma con affetto sincero e sempre più grande la
Chiesa di Carpi e di Como.
Ti ringrazio perché mi hai chiesto di esercitare il
ministero della Tua riconciliazione: ivi ho incontrato
fratelli e sorelle, peccatori come me, eppure protesi a
chiedere il perdono e a promettere la vita nuova in Te. Per
me il confessionale si è rivelato momento di grazia e di
gioia: anche quando perdonavo e consolavo in nome Tuo e del
Tuo Spirito. Vengo a Te recando il ricordo dei miei cari,
dei miei maestri, dei miei studenti, dei sacerdoti, dei
seminaristi, delle persone consacrate e dei fedeli laici
della Diocesi di Carpi e della Diocesi di Como 8 di Sondrio
e di Varese).
Ti raccomando particolarmente mia cugina Marcellina,
Bettina e Tina Franchi; poi Franca, Carlina, Don Aurelio e
Bruno. Ho voluto un bene grande. Tra i preti che mi sono
stati più vicini, ti raccomando Mons.Bedetti, don Enrico
Malinverno, Don Carlo Calori, Mons.Ruffini, Don Bataloni,
Don Isidoro Malinverno, e altri che tu conosci.
Non riesco ad immaginarmi solo a presiedere i credenti che
mi hai affidato. E che porto in cuore davanti a Te. Salvali
tutti. Portali alla santità.
Mi affido a coloro che mi sono stati e mi sono vicini
perché mi aiutino col suffragio ad arrivare a Te nella
beatitudine senza limiti e senza fine. Soprattutto alla
gente fedele e semplice che ho amato, amato, amato. Chiedo
perdono a chi ho offeso e procurato dolore. Da parte mia
non vedo chi devo perdonare.
Ringrazio il Dr. Angelo Beretta, i medici, gli infermieri,
e tutto il personale dell’Ospedale Valduce, insieme
alle care suore per l’affetto e la professionalità
con cui mi hanno sempre curato e accompagnato in questi
anni. Se sarà possibile, domando di essere sepolto in
Cattedrale, accanto all’altare dell’Assunta,
Virgo Potens (tomba terranea e sarcofago semplice) a miei
spese, se necessario.
Iscrizione sul sarcofago:
Alexander Maggiolini Ep.
- 11-11-2008
Ne mors dissociet quos sociavit amor.
Como 24 novembre 2005
Aggiornato a Como, 9 novembre 2008