“Mai nella vita vorrei finire come quei vecchi che rantolano, hanno bisogno di tutto, devono essere imboccati, bisogna pulirgli il sedere, devono chiedere aiuto per un bicchier d’acqua…no. Assolutamente no”
Tratto da: Vita di Ambrogio Fogar, Ti aspetto in piedi, a cura di Francesca Fogar


PRESENTAZIONE DEL LIBRO:
LA COMPAGNIA DEL MANTELLO

La sera di Mercoledi 5 dicembre 2007 nei locali del Comune di Somma Lombardo col Sindaco e diverse Autorità, si è tenuta la presentazione del libro di Gianluigi Peruggia (chiamato: Don Gigi): La Compagnia del Mantello, Avventure Spirituali d’Equipe in Hospice e Dintorni.

Chi non conoscesse Don Gigi e leggesse questo libro, penserebbe d’essere entrato nel “paese delle meraviglie” dove si descrivono paesaggi improbabili quanto suggestivi. Invece, questo libro parla di situazioni estremamente reali e delicate, situazioni le più disparate che hanno in comune la condizione della “terminalità”. Questa è la parola-chiave della Compagnia del Mantello: “terminalità” intesa come stato di salute prossimo alla morte, ma anche come metafora della vita intera.

Infatti, il messaggio che porta questo libro è qualcosa di assolutamente attuale nella formulazione del giudizio sulla vita dei nostri tempi post-moderni e nichilistici, nei quali si è smarrita la stessa immagine dell’uomo e della definizione della sua natura, con tutto il mare di sofferenze che questo significa. Ecco lo svelamento musicale, cioè proprio della massima arte che Don Gigi ci presenta: la soluzione spirituale, cioè assolutamente personale, e mai riproducibile, di un “accompagnamento” del soggetto ad opera di una squadra di operatori della salute.

Dal punto di vista istituzionale, Don Gigi è Sacerdote della Diocesi di Milano e come tale gli compete l’amministrazione dei sacramenti ai fedeli cattolici. Ma dal punto di vista della missione che Dio gli ha dato, Don Gigi si sta svelando promotore una nuova realtà che sta assumendo le sue forme istituzionali per rispondere alle domande dei nostri tempi. Al sottoscritto che lo segue con profonda affezione da una decina d’anni, pare leggere una continuità ascendente nelle fasi dell’opera di Don Gigi: dagli scritti di “Speriamo bene” e dalle suggestioni liturgiche di qualche tempo fa, alle testimonianze di intere vite umane raccolte nell’opuscolo “Saluti Cari”, fino alle pagine mature de “L’abbraccio del Mantello” (dove prendeva corpo una forma di riflessione sistematica sull’esperienza pluriennale fatta nelle Cure Palliative con annessa partecipazione alla vita della Società Italiana di Cure Palliative), fino alla presentazione della Compagnia del Mantello, dove quell’esperienza assume il volto di un gruppo di amici che collaborano con un comune obiettivo: scoprire qual è lo scopo per il quale sono venuto al mondo. Ma per farlo, non si sottraggono alla più radicale delle sfide: leggere tutti i segni della realtà nella chiave della morte, come la salutava Francesco di Assisi: “sora nostra morte corporale”. E così Don Gigi mette a punto un passepartout per penetrare in tutte le case del nostro territorio, e portare quella consolazione che solo la fede sa dare. Ma non lo fa in termini confessionali, bensì con l’abito di operatore di un’equipe della salute. Così lui a buon diritto può toccare con le proprie mani le cose più delicate che possano esistere: traumi psichici, bisogni fisiologici, disposizioni testamentarie, blocchi ideologici, ultime volontà per la famiglia, ricordi da ereditare nella successione che pacifica anche il male che rende il cuore come una pietra. Don Gigi sembra una maddalena colta nella scoperta del Suo Signore in quel giardino di Gerusalemme: questa immagine conta nella storia di Don Gigi, che non a caso ama la Terrasanta, e nei suoi soggiorni al Gethsemani di Gerusalemme, si deve essere domandato perché proprio lei incontra Gesù dopo tutte le atrocità sofferte. E si deve essere risposto che è questione di amore. Mentre le cose si svelano a poco a poco e il tempo si apre all’eterno.

Sono innumerevoli le suggestioni contenute nell’opera di Don Gigi, che è solo l’inizio di qualcosa che sta per venire al mondo. Intanto ci pare di potere dire una cosa: Don Gigi non poteva darci una verifica più meravigliosa di quello che è il messaggio di tutto il pontificato di Papa Ratzinger per questi nostri tempi apocalittici: Dio è amore. E Don Gigi ce lo fa vedere.

Resta solo da augurarsi che questo libro tocchi il cuore di tante persone, come ha toccato il nostro, perché avvenga quello che si dice a pagina 16, cioè che chiunque incontri “qualcuno che poco prima non c’entrava niente con te, e te lo trovi addosso con un camice bianco o una divisa sanitaria o un distintivo da volontario o una giacca da prete… allora puoi provare a suonare lo spartito delle cinque stagioni a partire dall’ultima: la terminalità”.

Alen Pandolfi – MMG – Provincia di Milano
www.aleluja.info