NOTE PER L’ASSOCIAZIONE
INTERNAZIONALE
AMICI DEL VESCOVO MONS. EUGENIO CORECCO
PER LA FESTA DELLA PRESENTAZIONE
DI GESU’ BAMBINO AL TEMPIO
2 – 2 – 2000
MISERICORDIA
Cari
amici, vorrei iniziare le note di questa alba nel nuovo
millennio come se ci trovassimo sul palco della storia:
ecco a voi, signore e signori, alcune riflessioni relative
a questo tempo che si preannuncia un tempo votato a
limitare i nazionalismi che fomentano guerre su tutto il
pianeta. A questo riguardo è utile qualche
informazione sulle attività delle Nazioni Unite
www.un.org :
insieme invochiamo la Misericordia di Dio. Misericordia:
è questa la parola d’ordine, al cui servizio noi
tutti dovremmo essere, perché è la parola più definitiva
della natura di Dio. E’ la parola che Cristo ci fa
ripetere, senza poterla capire, e che avremmo la
tentazione di togliere dal vocabolario, se pensiamo che
è la parola più misteriosa che ci sia, tanto che nemmeno
i mistici saprebbero parlarne adeguatamente. Ma è
essa indica qualcosa che andrebbe conosciuto non
soltanto con formule di parole, ma anche con la vita
intera, attraverso esperienze come quelle
dell’apostolo Pietro, narrata nel capitolo 16 del
Vangelo di Matteo e nel capitolo 21 del Vangelo di
Giovanni: dicono dell’amicizia del Signore con il
pescatore Pietro e con chi l’ha condivisa nel
tempo. Questa amicizia si strutturata
nell’organizzazione della Chiesa attraverso
l’Impero e già Sant’Ambrogio nel IV secolo
dopo Cristo poteva farsene un concetto istituzionale
generico un pò statalistico come lo troviamo espresso
nella formula ambrosiana: “ubi Petrus ibi
Ecclesia, et ubi Ecclesia ibi non est mors sed vita
aeterna”. Dico queste cose, cari amici pensando
all’opera di Mons. Angelo Scola che
frequentiamo nel tempo.
Nelle note già inviate alla nostra Associazione dicevo che
la percezione della Misericordia di Dio dipende dal suo
pre-supposto: il peccato originale. Da questo assioma
possono derivare linee di pensiero che farebbero di questo
secolo un tempo di confessori, dopo innumerevoli martiri.
Come la primitiva confessione di
fede di Pietro fu
seguita dalla formazione di una nuovo umanesimo
ecumenico, così ai martiri di questi ultimi secoli
possano seguire generazioni di confessori che facciano
del dogma cristologico la pietra angolare di un nuovo
umanesimo ecumenico.
Qualcuno ha parlato di un nuovo medioevo, ma si dovrebbe
spogliare questa definizione da tutti i retaggi
storiografici negativi che la rendono irriconoscibile, come
le linee di un volto dietro una maschera.
Contemporaneamente, si dovrebbe percorrere ogni via che
porta con sè continue costruzioni, ma si dovrebbe
distruggere ogni ostacolo che impedisce alle nuove energie
di unificarsi intorno al loro centro di irradiazione.
Questo centro è appunto la confessione del dogma
cristologico (già formulato dal
Concilio di Nicea nel
325 d.C e assunto dal pensiero ambrosiano ) il
punto in cui il potere di Dio abbraccia la miseria umana
e la esalta. In questo consiste il quid della
confessione petrina: Gesù di Nazareth è il Cristo.
E’ come dire: Gesù, sei Tu l’amore che non
finisce più, perché possiedi la stessa natura divina, in
quanto sei il Figlio di Dio. Dunque, si tratta della stessa
confessione di misericordia, perché la misericordia è un
amore che non finisce più.
Cari amici, nel dirvi queste cose pensiamo alla figura del
dolce Cristo in terra e alla sede della sua Cattedra:
l’Altare della Confessione nella Basilica di San
Pietro.
Questo Tempio, cari amici, sostituisce il Tempio di
Gerusalemme, non più esistente, e ne assume le figura in un
processo di confessione. Quando Simeone riconosce Dio in
Gesù Bambino, e quando un sacerdote certifica
l’appartenenza al cristianesimo di un nuovo membro,
cari amici, si realizza una dinamica di confessione, cioè
un atto di riconoscimento, ( confessione equivale a
riconoscimento ) che comporta una connessione fra tutta la
tradizione precedente impersonata dalla figura
istituzionale, e la novità dei fattori che entrano e
vengono assunti in essa. Così vecchio e nuovo si incontrano
per continuare la storia di Dio nel mondo.
L’attualità di questa dinamica è indicata dal fatto
che le stesse parole usate da Simeone nel Tempio:
“lumen gentium”, sono le parole usate
dall’ultimo Concilio Ecumenico per intitolare
la Sua Costituzione principale. La Chiesa ha celebrato
questo Concilio, cari amici, per potere acquistare
una coscienza chiara di se stessa, mentre si proietta nella
fase telematica della storia. (cfr
il Concilio Luce della Chiesa e del
mondo).
Che cosa significa la confessio Petri col suo vecchio
peccato rispetto alla telematica coi suoi
video-terminali, è ciò che si dovrebbe vedere nei
prossimi tempi. Certamente saranno tempi di grande
dialogo inter-religioso, in vista di un vero
ecumenismo incentrato nella
confessio Petri.
ESPERIENZE
A questo punto, cari amici, dobbiamo dirvelo con estrema
chiarezza: la Misericordia è quella medicina per il male
che sta alla base di tante strutture di male che vengono
pianificate in tutto il mondo. Infatti, la Misericordia
risponde alla domanda di senso che invade il cuore degli
uomini e che risuona in modo acuto nelle nostre orecchie:
“che cosa guadagna l’uomo, se possiede tutto e
poi perde se stesso? E che cosa potrà dare l’uomo in
cambio di se stesso?”. Mi ripetevo queste domande
lungo il ponte dell’Immacolata, durante la visita di
fine anno nell’amata Svizzera: 20 ore al Collegio con
don Patrizio e gli amici: abbiamo mangiato la torta,
abbiamo ripensato alle promesse che Dio ci ha fatto col
metterci insieme, ed è stato come risponderGli : o Dio, se
Tu ci metti insieme in questa amicizia meravigliosa, noi
vogliamo vederTi … In mezzo al fumo delle Parisienne
in bocca alla Ianù un certo desiderio s’è destato.
Per la terza volta ti vedo, cara Ianù: sei cambiata. Il tuo
sguardo è meno immaturo, i tuoi toni sono pacati, la scuola
ti è meno estranea e tu sei meno estranea alla scuola. Si
vede che don Patrizio è stato buono. Me ne ero già accorto,
poco prima, quando è entrato nel suo studio un ragazzo a
testa bassa, venuto a costituirsi, per avere rotto una
riga. E’ bella la vita, quando si scopre di essere
posseduti da una scuola così: si diventa sensibili alle
righe, ed anche agli occhi di una bimba in mezzo al fumo.
Ragazzi, sappiate muovervi insieme, se volete vivere sempre
nella scoperta del senso che ci attira dal momento del
concepimento fino all’ultimo respiro. Si, impariamo a
muoverci al tempo di una musica, che non facciamo noi, ma è
fatta da un coro di voci, che continuamente ci chiama.
E ricordiamoci di quello che ci ha detto Giussani: quando
era in discoteca, quella volta che guardava i ragazzi
ballare e gli sembrò di intristirsi, perché pensava che
dovesse finire. Ma lui si sentiva agitato dal desiderio di
comunicare a quei ragazzi un amore al destino, che potesse
rendere duraturo il loro amore per tutta
l’eternità! Per questo scopo, la musica è una
delle cose che ci aiuta di più!
Ci sono dei suoni, talvolta dei suoni umani che ci fanno
percepire l’amore sotto le apparenze più
effimere. Ci fanno scoprire quel Bell’Amore di cui
parla Giovanni Paolo II nella Lettera alle Famiglie del
2-2-1994. Certo, cari amici, sotto le apparenze, anche se
non lo vediamo, c’è l’Amore di Dio.
Naturalmente, si può dire che una verifica di tale
destinazione al Bell’Amore consiste nella stessa
costituzione della persona umana quale unità di corpo e
anima. Infatti l’analisi fenomenologica di questa
fattura dimostra i segni di una destinazione sponsale. Papa
Wojtyla ha dedicato splendide catechesi a queste cose.
A Milano il 13 novembre 1999 al nostro Centro Ambrosiano
Metodi Naturali abbiamo partecipato ad una serata dedicata
a queste cose, ed anch’io ho preso la parola per fare
presente che talvolta la mentalità mediatica del mondo in
cui viviamo, di fatto si muove in una direzione diversa
dalla morale cattolica in materia di sessualità e famiglia.
Due settimane prima abbiamo partecipato ad un Congresso col
Presidente Formigoni dedicato allo stato di salute della
famiglia e si è visto che a volte essa deve fare i conti
con una spossatezza che si vive al suo interno, la quale
tocca la famiglia nella dimensione del lavoro, e quindi
diventa crisi dei valori e crisi di senso.
Nelle nostre aree urbanizzate e sempre più assimilate ad un
sistema di cellette, si deve essere ricchi di una
sicurezza: quella di acquistare il proprio valore
dall’essere impiegati a costruire la propria casa. Ma
facciamo attenzione alla messa in guardia, che è venuta da
un grande poeta: - senza Tempio non ci sono dimore - . Ecco
qual è il problema, cari amici: se non c’è la Casa di
Dio, non ci possono essere le nostre case. Per questo, una
società può dirsi sana, quando la costruzione della sua
chiesa è un affare di popolo.
Ci sono situazioni in cui sembra impossibile darsi ragione
delle cose ed insorge acuto il problema del senso della
vita all’interno delle nostre famiglie. Ad esempio,
penso a Maria Gabriella, nata dopo 15 anni di attesa da
parte dei suoi, e vissuta 100 giorni. La sua storia è
raccontata in un libro, che è stato presentato lunedì 29
novembre 1999 a cura di Cesare Cavalleri durante un
incontro dal titolo: “Alla ricerca di senso”.
Insieme alla mamma e al papà della bambina, c’era
Giorgio Targa delle “Famiglie in cammino”,
sodalizio di genitori ai quali sono venuti a mancare i
propri figli. Si è parlato di “ferite che non sono
curabili”. No: in realtà sono inguaribili, ma sono
sempre curabili !
Nulla è incurabile, cari amci, con la medicina della
Misericordia di Dio ! Usando questo tipo di approccio
don Gigi Peruggia ha fatto esperienze interessanti e
le ha raccontate per iscritto nel suo libretto: Saluti cari
.
Nel film di Woody Allen : - Tutti dicono I love you
– c’è la messa in scena dei morti che
ballano in famiglia e creano quel clima di gioia, che
solo la fede nella vita dell’aldilà può dare. Questo
regista ebreo ha realizzato un’opera che pre-figura
la medicina della Misericordia di Dio. Torna alla memoria
il giudizio di Papa Pio XI oggi attualissimo: “noi
cristiani siamo semiti spirituali”.
Desidero segnalarvi, cari amici, gli articoli del senatore
Ambrogino Colombo del Centro Studi Politico-Sociali
J.F.Kennedy, al quale ho inviato il seguente messaggio: -
auspico creazione strade inter-regionali pro vita nostri
Comuni e costruzione Stati Uniti d’Europa pro
democrazia nel mondo. Il Centro svolge attività
pre-politica con diversi contatti sindacali e seminari di
studio su tematiche territoriali.
All’alba del nuovo millennio, cari amici, la
Misericordia di Dio sia soluzione efficace anche di fronte
alle proiezioni demografiche non certo belle, che
preoccupano le Nazioni Unite: si invertano le rotte
demografiche nelle diverse aree del pianeta, alcune
sovrappopolate, altre paurosamente sottopopolate. E si
stabilisca un equilibrio fra i diversi punti cardinali: è
quanto chiediamo alla Regina della Pace. E’ Lei la
Madre Pellegrina che porta Gesù al mondo, e con Lei
milioni, miliardi di mamme pellegrine portano i loro
bambini nella vita di questo mondo. Possa Dio toccare il
cuore dei responsabili delle Nazioni e salvare le vite di
tanti martiri innocenti. Le parole del Papa Paolo VI
in Humanae Vitae, che invoca la civiltà dell’amore
per tutti i popoli, siano seme di vita e generino fonti di
energia sufficienti per tutti. In definitiva, sia lo
Spirito Santo a rinnovare la faccia della terra, che
guarda all’alba del nuovo millennio cristiano.
Glie lo chiediamo da questo punto del globo che ospita
l’effigie della Madonna Mutilata quel giorno del
31-7-1948. Ora Lei tiene in mano la catena liberatoria del
Santo Rosario e gela ogni brutto pensiero dei Suoi fedeli
devoti: noi La salutiamo qui a Bareggio in Provincia di
Milano e crediamo che sia volontà del cielo chiedere una
riparazione all’opera dell’azione attentatrice.
Noi cercheremo di leggere i segni del cielo, per
interpretare se Dio voglia una Casa per tutti i bambini
impediti di nascere per conoscere Gesù. E se Dio voglia
questa Casa dedicata al nome della Madonna Pellegrina col
Suo Bambino.
SALUTI
Per
questo, abate Mauro Lepori, dopo le 40 ore passate nella
tua accoglienza, ti chiedo di unirti a me, e di pregare con
me in Comunione col Papa per questo disegno di
Misericordia. Ringrazio gli amici che ho conosciuto nella
tua Abbazia in quelle ore particolari, in modo particolare
i due che mi hanno scritto in questi giorni: Robert e
Joseph.
Per questo disegno, ti chiedo di unirti a me nella
preghiera, con tutti i nostri figli nel mondo, Mons
Camisasca e ti chiedo di salutarmi Anthony, venuto a
Roma dalla Birmania, dal quale ho ricevuto un commovente
biglietto. Chiedo a Dio che possiamo rivederci nel corso
dell' Anno Santo.
Mons.Caffarra, la penso con una certa passione durante i
preparativi del viaggio del Papa in Terrasanta e
ricordo la Sua relazione di amicizia con Mons.Corecco, di
cui ebbi notizia durante il nostro incontro nella Curia di
Ferrara, quando le portai in dono il testdel Gethsemani di
Peguy.
La penso con suor Cristina Fiorani, alla quale non ho
ancora detto se le piace l’idea che a Carnevale io
possa vestirmi da suora. Lo farei con uno spirito diverso
dal vuoto senso di festa, ma certo di trovare una adeguata
comprensione. Una parola la vorrei scambiare con te, suor
Monica Umiker. Penso di venire presto nella nostra amata
Umbria, ma intanto ti chiedo di unirti a me nella preghiera
che nessun bambino sia impedito di nascere per conoscere
Gesù.
La sera del 1 ottobre scorso al Teatro Carcano di
Milano, ero seduto in prima fila vicino al Dr. Leo
Aletti e ti abbiamo ascoltato con gioia Mons. Angelo
Scola: hai inquadrato alcuni momenti del rapporto che passa
fra la salute e la salvezza: concetti che in latino si
esprimono con
lo stesso termine:
salus. E
ci hai detto che bisognerebbe collegarla ad un
“centro di gravità”. Mentre tenevi la
conferenza, ho visto che il nostro Prof. Giancarlo
Cesana ti guardava con occhio
particolare.
Mi piacerebbe parlare di queste cose con quell’uomo
cosi' penetrante che risponde al nome di Mons.
Lorenzo Albacete, se piace a Dio, a New York.
Carissimo Vescovo Eugenio, ora ti chiediamo di aiutarci dal
cielo e ti chiediamo di aiutare Monsignor Giussani, il dono
più prezioso che Dio stia dando al mondo, durante questi
nostri tempi. Per tutti questi doni, cari amici, lodiamo il
Signore perché è buono: eterna è la Sua Misericordia
.