Docente di Materie Classiche e Poeta
15 settembre 1982
Febo che mi sei molto caro,
ti ringrazio del tuo lavoro, della premura e della pulizia.
Anche nella meravigliosa inconsapevolezza con la quale hai
scelto per tramite la bontą palmare di Carmine.
Mi giustifico subito se – come spesso mi avviene
– questa breve comunicazione riuscirą fastidiosamente
querula: ho portato da Milano a Mazzo uno stomaco che
subisce gli urti degli inizi, il preavviso delle durate, il
peso lievemente sepolcrale delle conclusioni e delle
post-fazioni.
E’ cosi’ lontano l’anno psichico passato
in classe tua.
La mia storiografia va lenta e contraddittoria come le
piace.
Sono uno che fuma sigarette ad un tavolo e prende su e va a
mangiare e si fa dare supplenze se i
“legittimi” alunni mancano: un sinolo di spes
et disperatio, per citarmi.
E m’ingegno a sorridere del tuo sorriso franco:
Eugenio Montale, Vittorio Grotti, molti ignoti si sono
congedati con la discrezione e l’amabilitą che
soprattutto i volti affilati del mare dell’angoscia
esprimono.
Non voglio turbarti e, quanto alla mia infermitą, rinvio a
Paolo di Tarso: CUM INFIRMOR TUM POTENS SUM , la mia forza
pił vera passa dalla debolezza della mia carne.
Premio il tuo silenzio non distratto, l’elargizione
che fai dei tuoi doni, e contrapposte allo sventato
baccanale dei miei cembali, le irrepetibili trasparenze
grigioazzurre della tua maschera umbra di devozione.
Ti consiglio una lettura che, se non ti ho travisato, ti si
attaglia:
- Il piccolo principe – di Saint-Exupery.
Piacque ad un attore di quand’ero ragazzino, James
Dean, noto ahimč solo per le profezie di rock e bizzarrie
da lavatoio. Promessa d’oro puro e non specchio per
le allodole, se si leggono poi le sue memorie lasciate dal
migliore e unico amico.
Ciao