Prof. Roberto Vanzulli
Docente di Materie Classiche e Poeta


15 settembre 1982


Febo che mi sei molto caro,
ti ringrazio del tuo lavoro, della premura e della pulizia.
Anche nella meravigliosa inconsapevolezza con la quale hai scelto per tramite la bontą palmare di Carmine.

Mi giustifico subito se – come spesso mi avviene – questa breve comunicazione riuscirą fastidiosamente querula: ho portato da Milano a Mazzo uno stomaco che subisce gli urti degli inizi, il preavviso delle durate, il peso lievemente sepolcrale delle conclusioni e delle post-fazioni.

E’ cosi’ lontano l’anno psichico passato in classe tua.
La mia storiografia va lenta e contraddittoria come le piace.

Sono uno che fuma sigarette ad un tavolo e prende su e va a mangiare e si fa dare supplenze se i “legittimi” alunni mancano: un sinolo di spes et disperatio, per citarmi.

E m’ingegno a sorridere del tuo sorriso franco: Eugenio Montale, Vittorio Grotti, molti ignoti si sono congedati con la discrezione e l’amabilitą che soprattutto i volti affilati del mare dell’angoscia esprimono.

Non voglio turbarti e, quanto alla mia infermitą, rinvio a Paolo di Tarso: CUM INFIRMOR TUM POTENS SUM , la mia forza pił vera passa dalla debolezza della mia carne.

Premio il tuo silenzio non distratto, l’elargizione che fai dei tuoi doni, e contrapposte allo sventato baccanale dei miei cembali, le irrepetibili trasparenze grigioazzurre della tua maschera umbra di devozione.

Ti consiglio una lettura che, se non ti ho travisato, ti si attaglia:
- Il piccolo principe – di Saint-Exupery.
Piacque ad un attore di quand’ero ragazzino, James Dean, noto ahimč solo per le profezie di rock e bizzarrie da lavatoio. Promessa d’oro puro e non specchio per le allodole, se si leggono poi le sue memorie lasciate dal migliore e unico amico.
Ciao