20-10-1981
Dolcissimo astro-fanciullo ( e ridaje ! ), troppe volte ho
pensato a te. Non sarebbero troppe, se in certo qual modo
non mi facessero soffrire: ho molto bisogno della tua
presenza, forse più di quel che pensassi.
E non posso pensare d’averti perso: io non ti ho
perso, o almeno, volendo guardare alla cruda realtà. Dentro
di me sei ancora molto vivo, forse più di prima: voglio che
tu viva in me, o … fà un po’ tu! In classe, a
casa, all’intervallo, voglio che tu viva e tu vivrai
se io continuerò a volerlo. Ed io continuerò. Una
confessione un po’ “crepuscolare”: ogni
volta che ti scrivo mi viene da piangere… che
stupida … come se risolvessi qualcosa …
eppure a qualcosa serve: alimenta la tua presenza e ti fa
vivere anche questo. Mi fa male leggere: “non mi
consolerò mai d’averti perso”.
Febo fammi vivere dentro di te, non lasciare che io mi
perda, e se tu lo vuoi io posso vivere.
Ti chiamo “dolcissimo astro-fanciullo” solo ed
unicamente perché mi piace, perché tu sei diverso da tutti
gli altri, perché “astro-fanciullo” mi ricorda
un periodo tutto sommato felice ( non solo perché eravamo
vicini, ma anche un pò per il Vanzu…) ( n.d.r. Vanzu
è il professore di lettere del nostro quinto ginnasio ) , e
se non ti dispiace continuerò a chiamarti così. Quanto alle
due megere, in particolare ad una delle due, vorrei farti
leggere una lettera giunta attraverso Silvia la postina,
tanto perché tu possa avere la riprova della falsità dei
loro sorrisini. Non vedo l’ora che sparino una
cazzata, ma di quelle “genuine cavalleresche”,
in modo che tu le metta a tacere anche da parte mia.
Non ti ho scritto sull’agenda non perché non mi fidi
della xxx ( una compagna di banco che avrebbe dovuto
passare l’agenda , n.d.r. ), ma perché se fossi nei
suoi panni mi verrebbe una grossa tentazione di leggerla e
non vorrei che ciò accadesse: troviamo una soluzione.
Potremmo impacchettarla ermeticamente. Non so. Trova un
modo tu.
Sono contenta che tu abbia familiarizzato con l’Ila:
è una ragazza che dà molta allegria.
Ho voglia di vederti, anche se non so bene che effetto mi
faresti: la voglia è comunque nettamente superiore al
rischio ( ma è poi un rischio? ). Anche per me sarà
difficile vederti sotto un’altra luce, ma tu sei la
stessa persona anche fuori dalla scuola, o almeno penso.
Quello che conta è vedere te, che tu abbia la cartella o
no, è abbastanza relativo. Un abbraccione
Tua c.d.b. ( significa “compagna di banco”,
n.d.r. )
P.S. Scrivimi in_ fretta