VISITA A
NEW YORK
LETTERA A MONS. LUIGI VILLA
per i suoi prossimi 95 anni
Los Angeles, 21 giugno 2005
Ci siamo sentiti stamattina a migliaia di chilometri di
distanza, ma uniti in una sola carne grazie
all’amicizia che ha la sua fonte in Gesu’ e che
ci fa battere in ogni momento il cuore. Questo Amore senza
fine e’ il segreto della Madonna. Percio’
dedico questo viaggio al Cuore di Gesu’ con
l’aiuto di tutti i santi, che lo hanno preferito ad
ogni altra cosa. Infatti, che cosa sarebbe la vita, che
cosa sarebbero i tuoi 95 anni, se il tempo e lo spazio non
si svolgessero nella realta’ del Suo Amore, anche per
chi non lo sa ?
Eppure ogni essere umano e’… fatto di stelle!
Siamo “polvere di stelle”, come ci dimostrano
gli scienziati astrofisici nel film che abbiamo visto al
Museo di storia naturale di New York venerdi pomeriggio.
Infatti, siamo abitati da un desiderio che ci fa tendere
all’infinito (il termine stesso lo dice: de-siderium,
di stelle). E’ cio’ che rende possibile la
creazione di opere come la “Notte stellata” di
Van Gogh, custodita al Moma di New York. Ma e’ lo
stesso desiderio che ha reso possibile costruire quella
cattedrale di grattacieli che e’ Manhattan, nato dal
movimento dei cristiani che volevano realizzare gli ideali
della loro vita. Non si capisce la vita di questa
cattedrale, se non si percepisce il movimento di coloro che
vogliono vivere quell’ essere fatti di stelle…
Cosi’ la nostra visita a Manhattan ci ha ricordato il
messaggio di Mons Giussani: la fede operosa di Pietro ti
connette a Cristo nella carne di un’amicizia. Ecco il
segreto che dobbiamo comunicare a tutti: un amore senza
fine, Cristo, nella carne della nostra amicizia. Christ in
our flesh, ha detto Chris sabato mattina, nella Casa delle
Sisters of Life in Connecticut.
Infatti, si tratta di un Amore che ti raggiunge ovunque e
non finisce piu’. Il suo nome lo gridava
l’altra sera un barbone lungo il corridoio di una
stazione della metropolitana: Jesus is Love. Lo gridava
alla folla indifferente dei passeggeri di tutte le razze,
che usano la metropolitana piu’ grande del mondo.
Anche noi l’abbiamo usata dalla domenica 12 al lunedi
20 giugno, durante la visita a New York. Nessun film ti
puo’ costringere ad amare New York. Ma ti puo’
succedere di amarla nella realta’, se incontri il suo
segreto … nella carne. Tutta la fatica della strada
e i pensieri che trasudano dalla pelle, si concentrano in
certi momenti di metropolitana: ci sono i tipi umani
piu’ diversi, ma ognuno di loro e’ fatto di
stelle come te, e si trova come te dentro un unico
universale commercio di scambi umani. Senza il segreto
dell’amore, nessuno di loro puo’ vivere: lo
scopri di nuovo nella presenza di due giovani in
metropolitana, mentre viaggi dalla 190 Strada, dove sei
stato a visitare un’italiana, la Madre delle
Missionarie del Sacro Cuore, la prima Santa degli USA Santa
Francesca Cabrini, Patrona Universale degli Immigrati.
Ricordi che a lei e’ stato dedicato il Congresso
svoltosi a Milano il 16 aprile e intitolato Mother con
Giorgio Vittadini. Ma ora stai tornando sulla Lexington
Avenue, per prendere lo shuttle che ti porta al J F Kennedy
Airport. E pensi all’opera di Santa Francesca, che ha
accolto tanti orfani nelle sue case.
Pensi alla nostra piccola Italia, pensi a tua madre
ricoverata in un Centro di Riabilitazione a Venezia, pensi
ai momenti di commozione che hai provato sabato sera,
durante la cena in un ristorante di Little Italy, il
quartiere dei vecchi immigrati italiani, dove abbiamo
mangiato spaghetti coi frutti di mare e gelato da Ferrara.
In mezzo alla musica e alla folla dei visitatori, abbiamo
trovato delle vecchie signore con un banco di bigiotteria
ed abbiamo acquistato un portachiavi con l’immagine
del Sacro Cuore. Ho pensato al tuo amore per Lui e per i
Missionari del Sacro Cuore fondati dal messicano Marcel
Macial per portare l’Amore di Gesu’ in tutto
l’universo. A pochi passi dal ristorante, comincia
l’espansione della zona cinese con la miriade di
esercizi commerciali, che ti sembrano tutti uguali, ma non
lo sono.
Mentre si dice che New York e’ fra le citta’
piu’ care del mondo, si dice poco che la sua
vocazione agli affari si unisce alla compresenza pacifica
delle razze piu’ diverse, che formano una
civilta’ di scambi continui: e’
l’avanguardia di quell’ordine di pace mondiale,
che si va definendo sulla base della conoscenza e della
tecnologia. Infatti, non e’ un caso che qui si trovi
la sede della Organizzazione delle Nazioni Unite.
Se cammini a Manhattan dalla Grand Central, punto
d’incontro dei mezzi di trasporto, in poco tempo
arrivi alla Strada che si chiama United Nations Way, e ti
trovi davanti l’imponente Palazzo di Vetro. Allora ti
rendi conto che l’ONU non esiste soltanto nei libri e
nei telegiornali, e pensi a cose che nessuna Carta
potra’ mai esprimere. Quando superi i controlli della
Sicurezza, ti trovi all’interno del Palazzo di Vetro
fra Servizi commerciali di vario tipo. Incontri persone che
provengono da ogni punto della Terra: questa Terra che
e’ soltanto un puntino azzurro
nell’immensita’ dell’universo. Ma questo
puntino e’ casa tua. Allora ti chiedi perche’
in questa casa non siamo tutti uguali. Ti chiedi come vanno
le cose per gli altri 6 miliardi di esseri umani, che
abitano questa casa come te. Ti chiedi quanti sono coloro
che percepiscono da quale parte e’ giusto stare nella
guerra mondiale fra il bene e il male.
E non puoi dimenticare cos’e’ successo a poca
distanza da qui, nella zona finanziaria della citta’
quel martedi 11 settembre 2001: quale violenza si e’
scatenata contro una popolazione in pace e con quali
conseguenze incalcolabili. Non ci sono ragioni
geo-politiche che possano spiegare i tratti apocalittici
dell’attacco aereo alle Twins Towers del World Trade
Center. Non ci sono risposte adeguate alle domande che
sanguinano dai cuori di tutte persone coinvolte in quel
crollo senza precedenti.
Ma come la Resurrezione di Cristo ha vinto il male della
morte piu’ infame, cosi’ la vita ha
ricominciato a muoversi a Manhattan. Chi visita il sito del
crollo, vi trova i segni di una vita che ferve. Il 4 luglio
2004 sono cominciati i lavori del nuovo World Trade Center,
e con essi tutta la citta’ e tutto il mondo civile ha
ripreso forza per l’avvenire del mondo libero.
C’e’ uno spot di pubblicita’ di una
Societa’ newyorkese visitabile nel sito web dello
Studio David Horowitz, che fa vedere la citta’ al
risveglio mattutino e termina con alcune parole del sindaco
Rudolph Giuliani, che sintetizza il clima umano che si
respira a Manhattan. Se non ricordo male, c’e’
un film di Woody Allen: - Tutti dicono: I love you - dove
si esprime la stessa realta’ della vita che continua
grazie a un amore che non puo’ finire (e’ la
definizione stessa della Misericordia di Dio, Cristo!) :
c’e’ una scena in cui si vedono persone vive e
morte che si sono amate e si ritrovano in casa a ballare
insieme. Giovedi 16 giugno pregavo l’Amore del Cuore
di Gesu’ durante la visita al sito del World Trade
Center: che Cristo possa manifestarsi e la Sua vita vincere
sulla morte. Ora rivedo le immagini di quel posto con la
musica dell’Alleluja del Messiah di Haendel.
Ma oggi chi assicura la tua vita con queste cose, se non lo
facciamo noi cristiani ?
Mi sono commosso, quando l’ho sentito ripetere da
Chris sabato mattina nella Casa delle Sisters of Life:
Cristo e’ presente nella carne della nostra amicizia.
Christ in our flesh. E’ la carne dei cristiani
raccolti nel Suo Nome. Come si legge nel testo di Mons
Giussani tradotto in americano: Why the Church? : - It is
not so easy to realize in existential terms that this is
precisely the problem of the Church: God wants to pass
through the humanity of all those he has taken hold of in
Baptism…- . Naturalmente questi battezzati possono
essere i piu’ degni di commiserazione. Ma questo non
fara’ che esaltare la grandezza del dono che hanno
ricevuto: la fede operosa di Pietro.
Percio’ abbiamo voluto rendere omaggio
all’opera di Mons Giussani con una visita alla sede
di CL a Manhattan, dove c’e’ stato un dialogo
indimenticabile con Olivetta e Riro. Per tutta la
comunita’ degli USA abbiamo portato in dono il
Memoriale del nostro Viaggio Ecumenico in Terrasanta e una
Lettera che ho scritto a Mons Giussani lo stesso 22
febbraio 2005. Si tratta della fede operosa di Pietro che
fa vivere la Chiesa per la nostra gioia. Durante questa
visita, mi sono risuonate nel cuore le parole del Papa
Paolo VI all’ONU il 4 ottobre 1965: siamo qui per
dare voce a coloro che sono vivi e che sono morti per la
pace.
Ecco cos’ha fatto la fede operosa di Pietro…
qualcosa di universale che puo’ valorizzarte i
particolari, poiche’ li connette all’amore
infinito. Dunque, non si capirebbe tutto il commercio
mondiale, senza trovare la sua fonte di energia nel nucleo
dell’amore di Cristo donato ai cristiani. Che li ha
fatti sentire “polvere di stelle” fino a
comunicare la civilta’ della loro vita organizzata
oltre ogni confine del mondo.