Don
Patrizio Foletti
Sacerdote - Preside Collegio Papio - Svizzera
Mercoledì 20 giugno 2012
Ciao don Patrizio, mi è spiaciuto non vederti lunedi sera,
all'incontro di preparazione della mostra dedicata a Mons
Corecco per il prossimo Meeting.
Per me sono giorni di lutto, perchè Domenica 3 Giugno, è
morto il mio papà (era la Domenica della Trinità, e stavo
partecipando alla Messa col Papa e il Card Scola al Family
2012). Questa morte è avvenuta dopo sei mesi di grave
malattia, nei quali lo assistevo qui in casa, ma il
travaglio era iniziato parecchio tempo prima. Mi sono
venuti in mente alcuni momenti vissuti in profonda
confidenza con Mons. Corecco, grazie al nostro comune
confessore Mons Luigi Villa. Ho sentito vere le parole che
ha detto la Rita lunedi sera: "santo è un uomo vero". Mons
Corecco nei racconti delle persone che lo hanno conosciuto,
può aiutare chiunque a vivere l'amore di Dio che è
immensamente profondo nella sua semplicità, e intercetta la
fame e la sete di innumerevoli persone. Che intelligenza
dell'umano, che saggezza nelle parole che ha ripetuto la
Rita, ricordando don Giussani: "santo è un uomo vero".
La figura e l'opera del nostro compianto Mons Corecco è una
luce per tutti, anche per i non-addetti ai lavori, per chi
non si intende di diritto, perchè viviamo tempi che
chiedono un fondamento sicuro, che giustifichi ogni assetto
istituzionale e socio-giuridico. Quale fondamento ci può
essere senza la soluzione che Mons Corecco ha fatto
risplendere nella sua figura di uomo, particolarmente nel
tempo della malattia? Infatti ci ha indicato una posizione
che vale per tutti: quella dell'uomo impotente che si
abbandona all'amore di Dio. Per questo Mons. Corecco ci ha
segnato profondamente il cuore, e ne sentiamo la fecondità
nella figura e nell'opera di uomini come Ratzinger e Scola,
a lui personalmente connessi negli anni di una commovente
storia.
Dio si fa conoscere anche nei momenti della massima
fragilità, e le parole che ha detto la Rita lunedi sera, da
buon medico, per come ha conosciuto Mons. Corecco, ci fanno
conoscere un approcio all'amore di Dio accessibile a tutti.
Lo sa chi svolge professioni che mettono a contatto con la
verità dell'uomo, lo sanno i sacerdoti, i medici, gli
psicologi, i giornalisti, gli avvocati, i soccorritori, gli
investigatori, i poliziotti, e tutti coloro i quali
raccolgono le confessioni dei cuori che si raccontano, e si
aprono all'amore di Dio. Lo sanno quelli che si chiamano
"santi" (anche se la parola spesso è fraintesa, perchè
"santo è un uomo vero").
Lo pensavo un giorno, mentre ero nella Basilica di San
Pietro all'altare della Confessione. Infatti, la giustizia
e la misericordia nei loro rapporti profondi riguardano il
diritto. Esistono interi trattati dedicati al sacramento
della confessione, che il Concilio Ecumenico chiama
"medicinale". E la storia, la figura, tutta l'opera di Mons
Corecco lo fa vedere.
Che il prossimo Meeting sia per tutti un momento
favorevole, che ci faccia conoscere l'amore di Dio
conoscendo la figura e l'opera di Mons Corecco. Permettimi
di dire: che il prossimo Meeting ci faccia conoscere la
bellezza della chiamata universale alla santità, facendoci
penetrare l'autenticità delle parole che la Rita ha detto
lunedi sera: "santo è un uomo vero". Giussani insieme a
tutti i nostri cari trapassati, ci assistano, ci aiutino a
lasciarci amare da Dio, per amarLo, e farLo conoscere.
Arrivederci
----------------------------------
Lunedi 29 ottobre 2007
Al
Reverdendo Don Patrizio Foletti
Vice-Presidente Associazione Internazionale Amici del
Vescovo di Lugano S.E.R. Mons. Eugenio Corecco
www.eugeniocorecco.ch
Carissimo don Patrizio,
stamattina vivo una sofferenza profonda nella condivisione
con Mons.Villa, al quale è mancato improvvisamente un
nipote nel pomeriggio di ieri: stava vedendo la partita di
pallone in televisione (lui era interista), quando
improvvisamente si è accasciato. A nulla sono valsi i
soccorsi prestati con urgenza. Claudio ci ha lasciati con
un vuoto immenso, col ricordo della sua bontà sorridente,
della sua mitezza non sempre compresa, della sua passione
per i viaggi, in particolare da quando era andato in
pensione non ancora cinquantenne, ma già provato da una
vita di lavoro alla Rinascente. Non era sposato, e forse
questa sua situazione di non normalità affettiva gli era
pesata un pochino. Ma aveva trovato nello zio un punto di
riferimento autorevole fino all’ultimo. Infatti pochi
giorni fa lo aveva accompagnato a Roma, dove Monsignore ha
fatto un Corso di Esercizi Spirituali, attraverso i quali
ha inteso prepararsi alla morte, che attende con tutti i
suoi 97 anni. Ma la morte ha incontrato prima Claudio, e
questo di nuovo ci sprofonda nello sgomento della domanda
più accorata a Dio Padre Onnipotente: “perché? Perché
lo hai chiamato così presto? Ma non è la nostra volontà che
ci interessa, bensì la Tua”.
Carissimo, mentre condividiamo con te e con tutti gli Amici
della nostra Associazione i sentimenti profondi di
Mons.Luigi Villa, che per una cinquantina d’anni è
stato Confessore e Direttore Spirituale del nostro
compianto Vescovo Eugenio, imploriamo su tutti noi la
benedizione della Santissima e Divinissima Trinità, mentre
assicuriamo la nostra fede nella Comunione affettiva ed
effettiva con Papa Ratzinger, del quale ti invio il
prezioso testo del discorso pronunciato alla Commissione
Teologica Internazionale: La Legge Morale Naturale.