OMAGGIO A GIOVANNI TESTORI


Nella vita dell’umanità la poesia contiene quel filo conduttore, che indica la direzione a tutti. Infatti, non c’è niente come la poesia, che comunichi la voce di Dio al cuore degli uomini. Al punto che possiamo raccogliere nel nome di pochi poeti la ricchezza di tutta la civiltà umana: Omero, Dante, Eliot e, non ci si meravigli se parliamo di un italiano dei nostri tempi: Giovanni Testori. Perché mettiamo proprio lui nella lista dei pochi, che segnano l’epos di tutta la famiglia umana? Perché crediamo che Testori dica con la sua figura umana la ragione per cui l’umanità di oggi può evitare l’auto-distruzione, che è il male dei nostri tempi.

Nessuno come Testori ha descritto il dramma dell’uomo, che dopo aver subito il crollo di quella civiltà cristiana che va da Dante ad Eliot, ora pratica il culto del computer, e così nientifica la propria umanità. Alcool, droga, schizofrenia, aids e tutte le forme di morte più diffuse, non bastano a perdere l’anima, senza questo potere dell’anti-materia che Testori ha diagnosticato, e che ha nel computer la propria forza. Infatti col computer l’uomo vive un processo che deforma la sua mente fin da bambino, e nientifica la propria umanità in un gioco assurdo, il gioco dell’anti-materia

Se questa è la cifra dei nostri tempi (non “il Verbo si è fatto carne”, ma il Verbo si è fatto anti-carne”), Giovanni Testori ha descritto il dramma impareggiabilmente il dramma dell’umanesimo ateo come dramma anti-cristiano, e cioè dramma dell’anti-materia. Basti pensare ai gravi problemi della bioetica. Ed è un dramma la cui azione porta impressa a fondo una macula nella concezione dell’uomo. Perciò, al terminale di questa azione troviamo lei, la morte, su cui solo l’Eterno Dio, quella “naturalissima vita cristica” trionfa – dice Testori - perché vince quel falso materialismo del consumismo, che in realtà è il potere dell’anti-materia. Ed è lo stesso potere maligno che inizia col negare il “valore assoluto della persona umana”, a cominciare dall’invisibile grumo dell’embrione che abita il santuario dell’utero, e che l’anti-materia considera come aria nella pancia. No! Testori è il poeta che ha detto “no” all’anti-materia che consuma la nostra umanità. Ha detto “no” fino alla creazione di quel verso, che è degno della massima poesia mondiale: “adesso andiamo tu ed io tra la perduta gente” (Per Sempre, Poesie d’amore per Alain, in Panzeri, Biografia di Testori, pag.113).

Per questo, a Milano c’è stato un giorno di celebrazioni a lui dedicate, grazie all’Associazione Giovanni Testori, giovedì 20 settembre 2007, alla Triennale della Bovisa. Per questo, chiediamo che la figura e l’opera di Testori ispiri il mondo intellettuale, crei una nuova “pop-art”, entri nelle scuole, nelle redazioni dei giornali, negli studi della televisione e nei pensieri de “la perduta gente” fino a far conoscere il suo materialismo: il materialismo della carità cristiana che sta alla base del nostro “stato sociale”.