PRESENTATO
IN VATICANO IL LIBRO DI MONS. CAMISASCA
Martedì 23 Marzo 2010 in Aula Magna dell’Istituto
Patristicum Augustinianum, cioè sotto gli occhi, così
possiamo dire, di Papa Ratzinger è stato presentato il
libro di Mons. Massimo Camisasca: “Padre”
durante una conferenza che ha visto intervenire il Prof.
Vittorino Andreoli, il Card. Angelo Scola con il Dr. Ettore
Gotti Tedeschi, già consigliere del Ministro Tremonti ed
attuale Presidente dell’Istituto Opere di Religione.
Ci si può chiedere:
di quale religione parla il libro di Mons.
Camisasca? Trattando
uno degli argomenti più delicati dell’attualità
contemporanea, com’è la formazione
sacerdotale,
non potrà che essere la religione di Gesù Cristo, quella
che mette al centro la figura di Gesù Cristo, cioè del Papa
che è Cristo in terra.
Nell’introduzione firmata da un Arcivescovo si può
cogliere tutta la serietà dell’argomento: “il
pronostico è cupo: nella vita dei sacerdoti pesa la
solitudine, e il rischio di abbandono li minaccia. Che
fare? Una riforma”. Ma perché la riforma dia frutti
si devono coltivare: il silenzio (cioè la preghiera),
l’amore di Cristo nelle celebrazioni liturgiche
(conseguenza di un acuto senso del peccato e di autentiche
confessioni), e un costante lavoro culturale che evidenzi
la concordanza fra la fede e la ragione (per “potere
dare le ragioni” della fede, come ha detto il Card.
Scola): impegno dichiarato della missione e della figura
stessa di Papa Ratzinger.
Ricordando Giovanni Paolo II il Card. Scola ha chiesto di
guardare l’immagine di uomo, che precede ogni
definizione del sacerdote. In particolare, Scola è tornato
alle catechesi di “teologia del corpo” di
Giovanni Paolo II, arricchite da quelle di Benedetto XVI
dedicate alle singole figure di uomini o donne degne
d’essere conosciute, e utili – ha notato Scola
– per chiarire il concetto di “identità
sessuale”, che è imprescindibile per definire la
persona del sacerdote. Ad essere attenti, si tratta di un
concetto che chiarisce anche il problema dei preti pedofili
- e Scola l’ha ricordato - a due giorni dalla
pubblicazione della Lettera Papale: Magna Cura (Con Grande
Preoccupazione). Non ci sono pillole che tengano, e il Papa
indica il bisogno di una “riparazione”, che
dovrà avere un costo. C’è chi paventa la diffusione
mondiale di un’assurda e pericolosa simpatia per i
pedofili (molto più diffusi in tutta la società che nella
Chiesa), fino a parlare di un’orrenda
“ideologia pedofila” e di un abominevole
“partito dei pedofili” (che già esiste in
Olanda). Per questo il Papa ci chiama ad una seria continua
e profonda preghiera.
Con tali gravi problemi da affrontare, e con tutti i
milioni di piccoli che vengono abbandonati, si capisce
com’è urgente e come rischi di cronicizzare la
“questione sacerdotale” nei suoi diversi
aspetti: identità, formazione, numero dei sacerdoti. Quindi
è inutile pretendere l’attivazione di “servizi
di pastorale gay” in tutte le Diocesi (e per questo
scopo, montano campagne di opinione attraverso i mass-media
orchestrati da ben nutriti centri di potere), col pretesto
che questo aiuterebbe i sacerdoti, perché il mondo
percepisce i gay e i sacerdoti come diversi (come per una
strana equivalenza che oggi va di moda: tutti diversi, cioè
tutti uguali), e col pretesto che questo aiuterebbe anche
gli sposi e le famiglie, perché in realtà si tratta
dell’amore. Camisasca propone tre direzioni: vita di
comunità, amicizia (si legga il capitolo IX dedicato
all’amicizia, uno dei più belli che siano mai stati
scritti: “la comunità apostolica è la più alta scuola
di amicizia che la storia conosca”, “io penso
che l’amicizia riveli un aspetto profondo del metodo
di Dio per comunicare con noi: l’elezione, che è
sempre una scelta, una preferenza: Dio ha scelto un popolo,
e nel popolo alcune persone per farsi conoscere a
tutti”: si tratta proprio del “metodo della
fede” come “metodo di conoscenza”), ed
infine la verginità.
Nel pubblico che ha voluto assistere a questo evento
all’Augustinianum, oltre che il capostruttura
Rai-Vaticano Dr. Giuseppe De Carli, c’è da segnalare
la presenza del Card. Paul Joseph Cordes Presidente del
Pontificio Consiglio Cor Unum, al quale il sottoscritto ha
ricordato la figura del comune compianto amico Mons.
Eugenio Corecco, che per la qualità della sua testimonianza
di amicizia, potrebbe essere considerato come protettore di
tutta l’opera alla quale Camisasca ci invita.
24 Marzo 2010 - Alen Pandolfi – www.aleluja.info