ALDA MERINI A FEDERICA GALLI

Lunedi 9 febbraio 2009
Si svolgono oggi alle 11 in Corso di Porta Romana nella Basilica di San Nazzaro i funerali di Federica Galli, l’artista di 77 anni morta l’altro ieri in una clinica di Milano.
Federica Galli dopo gli studi a Brera, si era dedicata all’acquaforte, incidendo 750 lastre: nel 1995 ne aveva donate 500 al Comune di Milano.
Per l’occasione la poetessa Alda Merini le ha dedicato alcuni versi.

Cara Federica dirò come
Soffro
Perché c’è dato tanto soffrire,
Perché vediamo tagliare
Dalla terra
Le nostre spighe migliori
Anch’io ero una spiga che
Cresceva nei campi,
Credi Federica
I poeti non sono seminati
Da alcuno
Li porta il vento della
Primavera.
Oggi per la mia donna è
Un giorno di libertà
Ma per noi prigionieri
Dell’arte
E’ un altro giorno di
Prigionia.
Non sono felice della mia
Morte
Carissima Federica
Eppure me ne dovrò
Andare
Dopo aver perso la fede
Che era nei cuori dei miei
Amici


Sabato 7 febbraio 2009, Corsera
FEDERICA GALLI “L’INCIDITRICE” APPREZZATA DA TESTORI
Per lei Giovanni Testori aveva coniato il termine “inciditrice”. E anche se era venuto dopo Borghese, De Micheli, Carrieri, Russoli, Buzzati, Carluccio, Sala, Landau, Saviane, Bo, Castellaneta, e altri, per Federica Galli, morta ieri 6 febbraio 2009 a Milano a 77 anni, Testori aveva scritto una trentina di pezzi. Fra articoli di giornali e prefazioni di cataloghi. E si deve proprio a Testori se Federica è stata l’unica artista vivente ad esporre alla Fondazione Cini di Venezia. E sempre di Testori è la mostra in cui la Galli era insieme a Giorgio Morandi e Luigi Bartolini.
Federica era nata a Soresina, in provincia di Cremona, nel 1932. Dopo Brera e i primi, rari dipinti, s’era dedicata totalmente all’acquaforte. I suoi soggetti sono: cascine, paesaggi, fontanili, rogge, e soprattutto, alberi monumentali.
Federica è “un astronomo della natura” diceva Giorgio Soavi, che parlava anche di “costellazioni arboree”. Passione per gli alberi che l’avvicinava a Gerard Manley Hophins. Ma se il gesuita inglese dell’800 parlava degli alberi in generale, Federica invece i suoi andava a scovarli in Lombardia (“lombarda non solo nell’oggetto, ma nel sentimento, nella cultura”, aveva scritto Leonardo Sciascia), in Austria, in Baviera 8dove studiava Durer), e lungo tutta la Penisola accompagnata dal marito Giovanni Raimondi, il primo caporedattore del Corriere della Sera. L’albero più antico e famoso d’Italia? Il Castagno dei Cento Cavalli, in Sicilia, con quattro fusti (di cui il maggiore misurava 22 metri di circonferenza, e un’età che oscillava fra tre e quattromila anni). Nel “95 la Galli aveva donato 500 incisioni al Comune di Milano. Lo stesso anno dalla Cini di Venezia le sue acqueforti erano emigrate nella Cina della Città Proibita. Se ne era occupato Vincenzo Sanfo, che qual volta pronunciava il proprio nome tutti si inchinavano. In cinese, Sanfo vuol dire “tre volta Budda”.