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La Namibia e’ un paese dell’Africa sud-ovest, che ha ottenuto l’indipendenza nel 1990 (la festa nazionale e’ l’Independence Day: 21 marzo)

La sua popolazione supera i 2 milioni di cittadini in un territorio che e’ due volte e mezza l’Italia, ed e’ composta in maggioranza da cristiani (fra l’80 e il 90 %), compresi i rifugiati dall’Angola (13.000).

La Namibia e’ un paese magico, ricco di risorse, di paradisi turistici con orizzonti immensi, dune dai colori irreali e meravigliosi parchi nazionali.

Purtroppo sono poco noti gli orrori che ne segnano la storia: da laboratorio di pulizia etnica ad una situazione di poverta’ estrema, aggravata dalla carenza di fonti energetiche (petrolio e gas).

L’economia nazionale si regge sui giacimenti di minerali (abbondano diamanti e uranio) sull’industria del pesce e sull’agricoltura ma e’ esposta a frequenti disastri naturali come siccita’ e locuste. Nel nord-est del Paese le alluvioni dei grandi fiumi compromettono la sicurezza alimentare della popolazione.

Come in tutti i Paesi dell’Africa meridionale, la principale sfida e’ l’Aids: il 21,3 % della popolazione adulta e’ sieropositivo, e mette a dura prova le strutture di solidarieta’ tradizionali. Diffuse sono anche la dissenteria infettiva, la malaria, il tifo, l’epatite e la schistosomiasi.

Altissimo e’ il numero degli orfani e l’Unicef stima che tra 10 anni in Namibia un bambino su 3 sara’ orfano.

Windhoek e’ la capitale situata su una serie di colli e circondata da baraccopoli gelide d’inverno e bollenti d’estate. In media c’e’ un rubinetto ogni 40 famiglie e moltissime mosche. In queste comunita’ imperversa la disoccupazione, l’alcolismo, la prostituzione e l’abbandono dei minori. Non sono rari i casi di abusi sessuali e la maggior parte dei bambini manca di cure mediche, di alimentazione sufficiente, di educazione, e di un posto in cui giocare.

TDH Italy collabora con altre organizzazioni locali per aiutare 600 bambini negli insediamenti di Okahandja Park, Kilimanjaro, Havana e Wanahedia.