+
home
+
chi é
+
testi
+
amici
+
contatti
+
links
+
Prefazione
di GIACOMO BIFFI
cardinale emerito di Bologna
I collaboratori, gli amici, gli estimatori di Mons. Luigi
Villa hanno avuto il pensiero di onorare i suoi
cinquant'anni di sacerdozio, che in questi mesi si
compiono, con la pubblicazione di un florilegio delle sue
omelie.
Provvido ed eccellente pensiero: la parola è stata in
questo mezzo secolo lo strumento principe della
grande
arte pastorale
di Mons. Villa. È stata scalpello, cesello, pennello, che
gli ha consentito di imprimere in infiniti modi - sempre
con rara perizia e reverente rispetto per l'indole di ogni
persona - l'immagine eloquente e viva di Cristo, Signore
dell'universo e dei cuori, centro della storia, unico reale
argomento di ogni dibattito culturale non ozioso, sola
bellezza di ogni vera poesia.
Nessuno di quanti hanno avuto la ventura di ascoltarlo
lungo quest'arco di tempo - i liceali di Tradate, gli
universitari, i parrocchiani di Santa Maria Segreta e
chissà quanti altri ancora - ha potuto sfuggire al fascino
di un dire che sa essere sostanzioso ed elegante, nutrito
dai molti rivi di letture vastissime e unificato
dall'impeto di una
fede bruciante,
desiderosa di comunicarsi, che appare costantemente come
l'unica chiave interpretativa del mistero dell'esistenza.
È un'oratoria che non indulge al gusto del linguaggio
ricercato, che non ha bisogno di civettare con vuoti
ermetismi, che non si perde in analisi troppo concettose e
sottili; mira sempre all'uomo nella sua concretezza e al
tempo stesso sa rallegrare l'uomo di gusto e di cultura.
Conosce il segreto della frase breve e splendente, che
rapida accende nell'animo
una luce che non si spegne più;
e insieme non ignora il periodo ben costruito che costringe
a vigilare e a riflettere.
Nei primi di questi cinque decenni era abbastanza facile
imbattersi in annunciatori della parola di Dio retti e
fedeli, ma del tutto incapaci di ascoltare le voci che si
levavano dai diversi campi della letteratura, dell'arte,
della filosofia.
In seguito, ne sono comparsi altri che pareva ritenessero
necessario per conoscere e apprezzare i lontani
l'annacquamento del vino evangelico.
Credo si possa indicare come connotazione tipica di Mons.
Luigi Villa quella di essersi fin dal principio aperto a
tutti i valori e a tutti i contributi da qualsivoglia parte
gli venissero proposti, ma sempre nell'assoluto rispetto
dell'originalità del messaggio cristiano e nella piena
salvaguardia dell'identità propria del credente.
E poiche egli è uno
spirito cortese,
affettuoso, nobilissimo, ma anche - come tutti gli spiriti
cortesi e nobili - capace di sdegno, io immagino che abbia
molto sofferto prima per l'insensibilità e la grettezza
mentale di molti, poi per l'insipienza di chi, invece di
evangelizzare il mondo, finiva col mondanizzare il Vangelo.
Noi però dalla passione e dalla sofferenza per questa
duplice attenzione - alla Verità che salva e all'uomo che
in ogni sua forma espressiva chiede, anche quando non lo
sa, di essere salvato - non abbiamo avuto che gioia: la
gioia di ascoltare la parola di Cristo risonare pura,
giovane, conquistatrice, nel linguaggio vivace e incisivo
che sa colpire e nutrire l'uomo di oggi.
A Mons. Luigi Villa vada la gratitudine della folla immensa
dei suoi discepoli (tra i quali avrà, spero, la bontà di
annoverarmi) e l'augurio che ancora a lungo possa farci
dono del suo magistero.