SANITA’ 2.0 E TERRITORIO. LA RIFORMA PARTE DA QUI
Presentazione al santuario di Rho (Provincia di Milano)
Sabato 15 Marzo 2014
In prossimità di Expo Universale Milano 2015, Regione Lombardia presenta la riforma sanitaria, che in base alle parole del vice-Presidente Mario Mantovani, non significa portare a Roma il modello lombardo (Roberto Formigoni ha già misurato nei precedenti governi regionali cos’è il centralismo romano), bensì fare i conti con i dati riguardanti l’aumento delle affezioni croniche (32% dei cittadini) col carico di spese, che derivano dall’invecchiamento demografico. La riforma intende fare gestire le cronicità sul territorio, mediante “presidi ospedalieri territoriali” incentrati sui medici di base, chiamati a collaborare fra di loro.
Si è detto con chiarezza che l’accompagnamento delle cronicità deve comportare la capacità di ripensare la sussidiarietà, gli investimenti (130 milioni al “fondo fragilità” non sono tanti), gli impegni nella ricerca scientifica, la formazione di professionisti adeguati (mancano 5000 medici), l’organizzazione ospedaliera (non esistono specialità di serie B), l’integrazione fra i servizi, e l’attuale pochezza della quota di risorse destinate in sanità (1,5 del pil è poco se confrontato con quello di altri Paesi).
Al cronista viene da pensare che su questo terreno si costruisce la cittadinanza dei prossimi tempi, fondata ontologicamente sul concetto di persona, quindi universalisticamente accessibile, affinché i rigurgiti di nazionalismi razzistici vengano narcotizzati con dosi giuste di politiche dell’immigrazione, e si parli la lingua della convivenza pacifica fra diversi e uguali fra di loro.
Per questo, importa ricordare che l’uomo è fatto di carne, destinato a diventare polvere, ma una polvere abitata dall’infinito, come si vede osservando le stelle del cielo.
Alen Pandolfi – Medicina Generale
Provincia di Milano
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