CENTRO POLIVALENTE CURE PRIMARIE
Che cosa significa per i medici di un paese mettersi in
associazione e rispondere all’appello delle
istituzioni e dei cittadini, che chiedono un centro di cura
che possa erogare le cosiddette “cure primarie
integrate” ? Se lo vogliono tutte le istituzioni, da
Roma in giù e se c’abbiamo fatto sopra congressi
inter-aziendali come quello di sabato 25 ottobre 2003, si
deve dire che tali centri di cura farebbero alzare la
qualità delle prestazioni erogate ed insieme farebbero
abbassare la spesa di svariati milioni. Ma nessuno ha fatto
ancora qualche sondaggio per chiarire le dimensioni del
problema.
Invece, ci siamo limitati a parlarne venerdi 10 febbraio
2006 al Centro Comunale del nostro paese con l’aiuto
di un vescovo e di un medico alla presenza di un esiguo
pubblico (18 persone) fra cui qualche figura istituzionale:
un parroco, due specialisti, un membro della consulta
sociale, un consigliere pastorale, un esponente del mondo
commerciale, un imprenditore, ed altri cittadini.
Al vescovo non è sembrato inutile riaffermare una verità
tanto semplice, quanto disattesa: la persona umana è degna
di rispetto fino in fondo, perché quando non è più
possibile guarire, è pur sempre possibile curare.
Mons.Mascheroni si è poi soffermato sul concetto di
coscienza e sui suoi attributi di certezza, di verità, di
rettitudine, che sono indispensabili nel mondo della
salute.
Al sottoscritto premeva collocare l’argomento delle
cure primarie integrate nel contesto politico ed umano, che
vede la sinergia di tre grandi soggetti in gioco:
Asl-Regione, Ordine-Sindacati, Comune. Un centro di cura
non può nascere, senza i contributi di tutti e tre. In
questa direzione è stato proposto un tavolo, al quale
possono partecipare tutti i soggetti istituzionali
interessati all’elaborazione di un progetto
operativo. Questo potrà richiedere tutto il tempo
necessario, ma non dovrà dimenticare di considerare tutti
gli elementi in gioco e utili per un dialogo a 360°.
In questo primo incontro abbiamo gettato soltanto del seme.
Non dipende da noi ottenere dal seme qualcosa di utile al
bene di tutti. Ma è possibile creare un secondo momento di
verifica della materia che è oggetto di studio.
Dr Alen Pandolfi – mmg – Provincia di Milano